LE OPINIONI

IL COMMENTO Status quo, ovvero l’isola delle meraviglie

DI RAFFAELE MIRELLI

La bellezza è una “bestia” difficile da gestire. L’estate è un periodo critico per la nostra isola: la pluralità e l’eterogeneità da gestire, per un sistema così delicato e precario, mette davvero tutti alla prova. Per molti vivere a Ischia è un vanto,per molti l’isola è uno dei posti più belli al mondo, per altri invece, rappresenta l’inferno. La relazione che mi piacerebbe mettere in campo qui, è quella delle “differenze” che generano un relativismo complesso di identità. Se non avete ancora capito di cosa sto “parlando”, scusatemi. Il tema è l’isola e i suoi ospiti estivi, lo status di questi, un panorama così variabile che mette tutti in disaccordo. Sarebbe opportuno riportare dei dati “oggettivi” e cercare quindi di seguire una logica che crei meno dissensi possibili. Forse.

Incrociare Sting per strada,è diverso da incrociare Gigi D’Alessio? Questa domanda mira a creare discussione. Poter scambiare due chiacchiere con uno scrittore, un regista affermato a seguito di un evento culturale, o ascoltare persone che litigano per strada,ha lo stesso valore? Anche questa domanda non esprime nessun valore oggettivo, ma propone di discuterne (possibilmente nei commenti dei social, in cui questo articolo verrà pubblicato. Per cortesia, però, dopo averlo letto). Il valore di civiltà è il problema stesso e, insieme a esso, il fattore economico, i “soldi”, quelli che si guadagnano per poter vivere, viziarsi e spesso – lasciatemelo dire – oziare durante l’inverno.

Ischia è ormai una realtà in cerca d’identità (di mercato e d’essenza), lo sono gli abitanti stessi i quali – spesso – si identificano nella bellezza naturale del luogo, degli ospiti che la frequentano.

Ma questa logica tiene?

Ads

Ci avviamo ad agosto, mese cruciale, dell’invasione su tutti i fronti, dell’isola “rubata agli isolani”. Tra qualche giorno i social saranno – come ogni anno – inondati da denunce circa il modo selvaggio di gettare i rifiuti; la sporcizia delle sueacque; l’invasione dei natanti attorno alle coste; le case affollate da “turisti abusivi”; i furti di biciclette; i “bambini notturni” che litigano, urlano, vandalizzano, insomma la fiera dell’inciviltà ha inizio. Eppure,ogni anno si ripetono le stesse storie, si ripeteranno anche le critiche, sempre le stesse, e le poche azioni per migliorare. Mi dispiace: fa parte del nostro DNA criticare e fare ben poco. Affannosamente le amministrazioni cercheranno di moderare queste dinamiche fuori controllo,con scarsissimi risultati. Per placare la situazione, Ischia dovrebbe raddoppiarsi nella mole, nell’estensione e cosìil numero dei suoi operatori pubblici, delle forze dell’ordine. Ma è possibile?

Ads

Non possiamo decidere chi “può” o “non può” frequentareIschia: questo è un dato oggettivo. Vogliamo fornire un “green pass” per l’isola “verde”? “Dobbiamo proporre allora un’offerta di alto livello!”. Questa è l’ennesima sciocchezza, una questione atavica che si presenta all’inizio della stagione turistica, ogni anno. Il cliché si ripete sempre allo stesso modo: la stampa lancia un articolo, o qualcuno “in vista” lancia un post sui social verso maggio sui prezzi delle “camere” – spesso troppo bassi – degli hotel più “in vista” dell’isola; le persone iniziano a esprimere le loro opinioni sui social, alcuni rilanciano, con soluzioni poco pratiche o effettive, poi?Basta, non accade nulla. La discussione si placa. Si ricomincia qualche mese più tardi, dalla cronaca, dai fatti.

Quest’anno alcune categorie ci hanno dato – e ahimè lo fanno spesso –motivo per vergognarci della nostra isola, dell’accoglienza ischitana.

Poi? Poi c’è agosto e qui si scatena l’inferno. Gli ischitani cominciano a lamentarsi (di nuovo) – giustamente e ingiustamente – degli “ospiti”; si ritirano a vita privata sulle vette dell’isola, evitando di frequentare “le coste”; le discoteche danno via alle danze selvagge, attirando “storici malumori” che mai vengono considerati; vengono richiamate a vita definizioni a noi tanto care – ascoltate fin da bambini negli anni ottanta come un disco dei Police – come: ”foglio di via”, “boss”, “clan”. Eppure, nel mezzo di questo colorato lessico, ci scappa qualche bella foto di un “Vip” che sbarca sulla nostra bellissima terra emersa, a risanare la situazione. Scusatemi se uso questa espressione, non appropriata: Siamo bipolari, tripolari, insulari. Poi, dopo questa giostra di emozioni e opinioni da social, si tirano le somme a fine mese, affermando che “non è andata così male”, perché “ci sono state moltissime presenze”, e infine “abbiamo guadagnato tanti soldi”. Così, in un batter d’occhio, gli animi degli isolani sono nuovamente placati.Visto? Basta davvero poco e tutto cade nell’oblio fino al prossimo marzo. Poi c’è settembre, il mese della tranquillità, degli eventi “calmi” o di “nicchia” – come si ama definirli – del turismo “slow”, della bellezza dei vigneti e delle vendemmie, quella che ci stordisce nuovamente, annullando la nostra capacità d’azione. Poi? Si ricomincia, aspettando le stesse critiche, a Pasqua, con le denunce a luglio e le bestemmie del mese di agosto. Così passano gli anni, le decadi e – come vedete – nessuno muove un dito. Sono sicuro che questo articolo potrebbe essere ripubblicato l’anno venturo, ealmeno per venti anni ancora (caro direttore prenda nota!).

Allora che cosa ha valore per noi ischitani? Il valore “di” cosa fa la differenza? Il valore di civiltà. E scusatemi, non quella di chi ci frequenta, non quello di chi paga tanto o poco, ma il nostro, il nostro senso civico, quello su cui siamo ancora troppo carenti. Tutti! Il senso civico è uno status quo. Migliorarci in questo, ci permetterebbe di lavorare di più e meglio al nostro territorio, di migliorarlo. Non sono gli “ospiti” a dare lustro o disonore alla nostra isola, siamo noi abitanti a darlo, se rispettiamo questa bellezza di cui tanto ci vantiamo. Per capirci meglio: se vi scattate una foto con Sting (non me ne voglia se lo cito così spesso), siete persone migliori? Vi sentite più importanti? Queste persone scelgono l’isola per tanti motivi e uno di questi è la sua bellezza.

Ma chi mantiene questa bellezza? Chi tra noi riesce a guardare oltre la proprietà privata? Oltre il proprio esercizio, donando alla comunità il “proprio”tempo per migliorarla? Intanto le amministrazioni – invece di poter promuovere azioni di evoluzione – fanno la lotta a chi getta i rifiuti per strada, a chi guida all’impazzata. Queste stesse persone, quelle che danneggiano l’isola, vivono qui non solo a agosto, ma tutto l’anno. Allora bisogna considerare anche queste persone come “ospiti indesiderati”?

* FILOSOFO

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Controllare Anche
Chiudi
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex