LE OPINIONI

IL COMMENTO Suona la campanella, “Io speriamo che me la cavo”

Siamo ai nastri di partenza per i nostri studenti, siamo carichi di belle speranze, e anche se le parole d’ordine sono le stesse, distanza e mascherine, direi, armiamoci di buona volontà e riprendiamoci tutto. Sì proprio così, i nostri ragazzi sono disorientati, si sono abituati a stare soli, e dobbiamo aiutarli ad uscire da questo stato in cui sono precipitati, dai piccoli ai più grandi. La mancanza della scuola, dello stare insieme ha generato una nuova condizione, “i distanziati“ e la cosa più vicina a loro è sempre di più il cellulare oppure il tablet. Un buco di un anno e mezzo da riempire perché gli è stato solo tolto, è difficile prevedere in futuro le conseguenze di questa pausa forzata e le paure che inevitabilmente avranno nell’affrontare questo nuovo anno scolastico. Si sono adattati e continueranno a farlo e il prezzo da pagare è ancora sconosciuto, un motivo in più per spingerci a vaccinarci tutti, per evitare nuove chiusure, lo spettro della Dad, e le conseguenze sui nostri figli. Secondo una ricerca dei ricercatori dell’Università’ di Milano-Bicocca, condotta fino a maggio 2021, per conoscere come sono cambiate le abitudini di vita e i comportamenti degli alunni, mettono in evidenza dei dati che sono fonte di preoccupazione, ad iniziare dall’alimentazione e sonno, ai comportamenti, all’uso spropositato dei tablet e cellulari. Frequenti risvegli, incubi, difficoltà ad addormentarsi, sono le problematiche legate al sonno maggiormente riportate, per l’alimentazione sono aumentati i fuori pasto, con le cattive abitudini legate ai disordini a tavola.

Nei bambini della primaria, sono aumentati i disturbi di malessere fisico, cefalea, mal di pancia, stanchezza, disturbi agli occhi. L’uso del digitale rimane molto alto, nonostante la ripresa delle attività scolastiche nel 2021, rispetto al 2020 quando rappresentava l’unico collegamento con la scuola. Ora però i genitori dovranno reinsegnare ai propri figli le buone abitudini, impostare dei limiti di utilizzo per recuperare tempo sulla vita reale. Un dato importante è la comparsa di paure in particolare del buio e di incontrare altre persone. La scuola è mancata ai bambini, il ritorno in Dad è stato preso con tristezza e lo confermano i dati con il 55/% dei piccoli ed il 64% dei grandi. Il non poter giocare è stata la limitazione che è pesata maggiormente in tutte le fasce d’età, la mancanza di socialità ha influito molto sul benessere psicologico di tutti i ragazzi. Come sarà ritornare nei banchi di scuola? Dopo un anno dalle restrizioni, imposte dalla pandemia, la persistenza di alcuni comportamenti, testimoniano il malessere e la fragilità della salute, mentale e fisica dei bambini, la stanchezza emotiva dei genitori, il clima di incertezza, sono segnali da non sottovalutare. I ragazzi e le famiglie hanno dimostrato ancora una volta una forza e una capacità di “resilienza sistemica”, i cambiamenti comportamentali però hanno inciso negativamente sulla qualità della vita, soprattutto in quelle famiglie che vivono in una condizione di fragilità economica, sociale e culturale. La pandemia ha interessato tutti ma gli effetti non sono stati uguali, speriamo che i vaccini, le nuove terapie funzionino per evitare nuove chiusure e che anche se a piccoli passi, ci riprendiamo quello che abbiamo perso e riempiamo i vuoti che questo maledetto virus ha lasciato. Quanto ci è mancato il suono della campanella, il rumore delle sedie che si spostano e perché no, il timore delle interrogazioni, le sgridate dei professori e quegli sguardi furtivi tra ragazzi che spesso hanno significato un motivo in più per andare a scuola.

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