LE OPINIONI

IL COMMENTO Terme, teatro, piscina: quando i “gioielli” sono in stand by

DI BENEDETTO MANNA

“Mens sana in corpore sana” è una frase latina ben nota a tutti che sta ad indicare, piuttosto che la modalità per avere sane le virtù dell’anima e del corpo, l’esercizio necessario per rendereuna persona virtuosa, cioè dotata di virtù morali, coltivando nella propria vita quotidiana sia il fisico che lo spirito congiuntamente. La civiltà romana è stata un esempio di luoghi e strutture ove poter praticare tale sana abitudine. Sia nelle piscine delle domus private, sia nelle terme per tutti,sia nei teatri all’aperto, venivatenuto nella giusta considerazione il sano svago del fisico con quello della menteper il bene del cittadino romano (“SPQR” Senatus PopulusQue Romanus – Il Senato E il Popolo Romano).Il nostro presente, trovandosi nel solco tracciata da una delle più grandi civiltà della storia,vede tramandati significativi segni culturali e civili di quel passato aulico. Pertanto vanno sempre individuati, mantenuti vivi gli aspetti che contraddistinguono la nostra civiltà,per una questione semplicemente identitaria, quindi culturale. Ciò vale soprattutto nei periodi più critici dove si rischia di trascurarei momenti della nostra esistenza, che risultano invecei più qualificanti del proprio modus vivendi. Essere consapevoli delle proprie tradizioni e costumi di vita per preservarli, al di là di ogni problematica, è indispensabile per qualsiasi prospettiva di progresso civile e sociale.Riconoscersi in una comunità onesta con sé stessa, è la premessa corretta per aspirare a situazioni migliori nella propria realtà. Fattori che possonofardeviare da tale presupposto per ragionamenti il più delle volte strumentali, fini a sé stessi, condizionati anche a volte da opportunismi vari, rappresentano un ostacolo per ilraggiungimento del bene comune. Si rischia che esso non venga colto dai più, per un deficit di condivisione democratica, che invece è il motore per l’avanzamento di ogni società civile.

Di conseguenza non si può fare a meno di non fare un confronto con il nostro odierno quotidiano, in merito alla possibilità di vedere salvaguardatii “sani principi” (parafrasando “mens sana in corpore sana”)del vivere civile nei contesti sociali organizzati per il bene della comunità. Orbene la riflessione porta a domandarsi, per esempio, per la realtà ischitana, ove è strutturata ancora tale possibilità. Fino ad alcuni anni fa per moltiischitani vi è stata la consuetudine di beneficiare di determinate strutture nell’ambito del proprio comune. Purtroppo dal covid in poi, man mano, alcune strutture importanti comunali sono entrate in crisi, provocando per alcune di esse l’interruzione della loro funzione aggregatrice, inclusiva, di riconoscimento identitario all’interno della comunità.Esse a tutt’oggi rimangono interdette al cittadino,lasciandolo in assenza di luoghi specifici per lo svolgimento di attività fisiche curative e sportive e di luoghi, non occasionali, per appuntamenti culturali programmati. Si spera solo che identica sorte non possano subire in seguito altri complessi del patrimonio pubblico. A questo punto non si può non fare un cenno al caso dellestrutture comunali Terme, Teatro e Piscina. Nel 2025 ci troviamo a cinque annidi chiusura per il Teatro e a due anni di chiusura per la Piscina, mentre per le Terme si è prossimi a una chiusura in assenza di accordi già scaduti. Si confida in un punto d’incontro tra amministrazione comunale e ente gestore,per valutare reali intenzioni di proseguire le attività termali comunque, anche considerando nuovi subentri di gestione. Tutti i lavori finanziati previsti per il Teatro sono in via di compimento tanto da essere stato previsto tempo fa il possibile avvio della stagione teatrale 2024 – 25, che fino ad oggi non è avvenuto. Per la Piscina siamo ancora alle battute iniziali (vedere commento di sabato 25 gennaio u.s.), perché dopo tutti gli accertamenti, che sanciscono un rifacimento in toto di tutte le parti strutturali, si è proceduto con la presentazione dei vari elaborati progettuali per la relativa copertura economica finanziaria di alcuni milioni di euro e con la relativa nomina (oltre quella del responsabile unico del procedimento) del progettista (per la fase di esecuzione e direzione lavori) e del coordinatore della sicurezza, rimanendoin attesa della pubblicazione del bando (sperando senza prevedere il subappalto). Situazioni e tempi che una comunità,perché si dica tale, non può fare finta diignorare per sentirsi giustamente in diritto di chiedere punti di riferimento certi e invitare, nelle circostanze più indeterminate, a trovare rimedi possibili alle problematiche evidenziatesi.In ogni emergenza bisogna saper rappresentare il luogo delle soluzioni utili ad assicurare comunque al suo interno un livello di vitaaccettabile per i propri cittadini.

Le terme romane di Diocleziano

È necessario preservare l’aspetto culturaledelle proprie abitudini civili radicate, anchese si è in presenza di interventi pronosticati urgentia finianche migliorativi.Limitandoci ad analizzare il caso delle tre strutture testé menzionate, non può non essere escluso per esempio il ricorso urgente ad una struttura privata alternativa per rendere fruibile una piscina localein sostituzione di quella pubblica, per la quale rimane indefinito il tempo di riapertura. Non si può pensare di escludere tale possibilità, senza prevedere di intraprendere le dovute iniziative. Per tanto tempo la piscina comunale ha rappresentato una risorsa preziosa e deve continuare ad essere tale, meritando la giusta considerazione, soprattutto preservando e mantenendo viva la sua tradizione sportiva, a tutti i livelli, tramandata alle diverse generazioni di ischitani. La qual cosa può continuare ad essere rispettata, in virtù del fatto che sull’isola ciò che non manca sono proprio le piscine (termali e non) idonee alcune anche per lo sport del nuoto. Sarebbe il caso di incominciare a pensare di fare tesoro di tale opportunità, promuovendo un bando aperto ai soggetti privati dell’isola interessati a rendere disponibile, in un periodo dell’anno, una piscina della propria struttura per lo svolgimento delle attività di nuoto. Tale iniziativa andrebbe messa in pratica già da questo anno per dare segno di voler tenere viva comunque, sotto altra forma,una struttura considerata dalla propria comunità come un “gioiello di famiglia”. Parimenti dovrebbe essere affrontata la questione delle Terme Comunali, nel novero della tradizione ischitana,come le Antiche Terme Comunali stanno a dimostrare, legata alla nascita e allo sviluppo del termalismo sull’isola per merito del protomedico Francesco Buonocore. Per fare un inciso, che rimanda anche al discorso introduttivo, non si può ignorare che la tradizione di terme curative sulla nostra isola risale a più di 2000 anni fa, come testimoniano rilievi votivi e altarini romani ritrovati alla Fonte delle Ninfe Nitrodi, note già nel I sec. a. C. in tutto l’impero romano per i loro poteri taumaturgici. Oggi la Fonte di Nitrodinon a caso è considerata la SPA più antica al mondo, ove rimane praticato il termalismo per i fruitori di oggi, così come lo è stato per quelli di ieri.Quando si parla di dare una prospettiva di turismo per gran parte dell’anno sull’isola, uno dei cardini sul quale puntare è basato proprio sull’attività termale. Pertanto non si comprende come non potenziare tale attività all’interno della struttura comunale esistente, definendo senza ombra di dubbio, al più presto, la forma di gestionepiù appropriata per assicurare il suo funzionamentoin modo quasi ininterrotto, tenendo conto del ritorno economico che potrebbe essere raggiunto sul territorio. Ciò servirebbe a garantire, oltre la stabilità lavorativa dei suoi addetti di provata esperienza professionale (che diventerebbe sacrilego disperdere),l’apertura,nei periodi stagionali nei quali l’isola rimane meno frequentata e ricettiva, delle strutture alberghiere prive di cure termali. I loro ospiti potrebbero effettuare proprio all’interno della struttura comunale tali cure,determinandocosì un’opportunità economica vantaggiosa per l’isola, che tornerebbe ad essere ospitale anche in altri mesi dell’anno. Sarebbe impensabile immaginare un altro “gioiello di famigliaischitano perso per strada, a meno di essere diventati insensibili per le sorti del territorio, cosa che difficilmente si presterà ad essere inosservata. Ci si augura solo che si possa assistere a breve all’apertura della nuova stagione teatrale con uno spettacolo di una delle tante compagnie teatrali dialettali locali, nel solco anch’esse della tradizione isolana, per poter riprendere a rivivere corrette emozioni e sentimenti nel proprio stato d’animo, già messo a dura prova dai tempi correnti. “Mala tempora cucurrunt”, con la licenza di tralasciare il seguito del testo, per pura vena ottimistica, che per i curiosi in parentesi si riporta (“sed peiora parantur” – trad. “ma se ne preparano di peggiori”).

* INGEGNERE

Ads

Ads

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Più vecchio
Più recente Più Votato
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex