IL COMMENTO Terremoto e bradisismo, il ruolo dell’informazione

L’emergenza bradisismo, le continue scosse di terremoto, la paura di una eruzione, il panico che potrebbe scaturire da una eventuale situazione di allerta nell’area dei Campi Flegrei, stanno riproponendo in queste settimane un tema assai delicato. La comunicazione, il ruolo dell’informazione, la preparazione dei giornalisti, l’onestà intellettuale di chi è tenuto a diffondere notizie e non fake news, al solo scopo di conquistare qualche click in più su blog o siti online. I titoli a sensazione sono comodi da fare ma il più delle volte fuorvianti e ingannevoli. Diventano anche pericolosi se il tema in discussione è quello del bradisismo, argomento che in un modo o nell’altro, interessa milioni di persone e che spaventa, da molti decenni, i residenti di un’ampia area del territorio a ridosso della cosiddetta caldera. La questione è stata al centro di molte polemiche nel corso degli ultimi mesi del 2023. Alcune dichiarazioni, forse un po’ avventate, rilasciate dal ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, crearono una reazione immediata da parte dei sindaci della zona flegrea. L’allarmismo non fa bene al territorio, meno che mai a quelle aree che vivono di turismo. Ecco perché il solo parlare di “rischio evacuazione”, suscitò scalpore e alimentò parecchie polemiche. Ci sono stati confronti e riunioni, precisazioni e chiarimenti. E la situazione si è in qualche modo placata, anche grazie ad un attenuamento del fenomeno, con la riduzione progressiva delle scosse sismiche.
Da qualche settimana, però, la terra ha ripreso a tremare, in maniera anche decisamente importante. Torna la paura e torna anche la necessità di essere chiari sull’argomento. Perché è giusto che le persone vadano informate, senza alimentare eccessiva preoccupazione. Senza mai trascurare il fatto che, rispetto a terremoti e bradisismo, l’unica difesa è la prevenzione, vista l’impossibilità da parte degli studiosi, di fare previsioni. Il problema riguarda l’area flegrea così come l’isola d’Ischia, isola vulcanica e recentemente interessata da fenomeni sismici che hanno provocato danni enormi e ripercussioni pesantissime, come accaduto sull’andamento turistico delle stagioni successive al terremoto del 2017. Ischia e la caldera dei Campi flegrei, così come Procida, fanno parte di un sistema connesso ma i fenomeni che si sono sviluppati nel corso della storia non hanno grandi similitudini. Fanno tutte parte di un motore unico, legato alla dinamica dei vulcani ma si differenziano tra loro e non c’è alcuna relazione tra le attività sismiche che vengono registrate. Non è un dettaglio da trascurare, perché qualche volta il racconto giornalistico degli eventi, tende a mischiare le cose a confondere le idee. In un recente forum organizzato presso la sede della Protezione Civile regionale, a Napoli, esperti e studiosi hanno illustrato ad una platea di giornalisti le differenze tra le varie realtà territoriali e la maniera corretta in cui i vari fenomeni andrebbero esaminati e raccontati ai cittadini. Spiegare in maniera adeguata, ad esempio, la differenza tra bradisismo e terremoto, senza confondere le cose, sarebbe già un bel passo avanti. Il primo è un processo di sollevamento del suolo, con deformazione della crosta terrestre. Il secondo è un fenomeno sismico che si verifica all’interno del bradisismo stesso.
Altra differenza da sottolineare, senza fare confusione, a detta degli esperti, è tra il concetto di “pericolo” e quello di “rischio”. Il primo legato al fenomeno sismico in atto, l’altro, quello più rilevante, che fa riferimento alla vulnerabilità di cose e persone, in una determinata area colpita e la reazione di edifici e infrastrutture ad una sollecitazione sismica. In tal senso il ruolo della stampa può essere di fondamentale importanza, se è capace di puntare sull’essenzialità delle notizie più che sulla estemporaneità di un titolo ad effetto. Definire “fortissimo” un terremoto di quarto grado, ad esempio, avvertito dalla popolazione perché molto superficiale, non è corretto. Si tratta di sismi a bassa energia, per nulla paragonabili a quelli registrati in altre zone del mondo, Giappone e Turchia ad esempio o anche in Italia, nel recente passato. E attenzione anche a parlare di “rischio eruzione”. Perchè se è vero che una caldera vulcanica attiva, prima o poi, erutta, essendo questa circostanza “ineluttabile”, va anche detto che non tutte le crisi bradisismiche sono sfociate in una eruzione e che l’unico tasto sul quale puntare, istituzioni e mondo dell’informazione, è quello della realizzazione di un piano operativo in grado di poter fronteggiare eventuali situazioni di emergenza e capace di mettere in sicurezza la popolazione. Senza allarmismi, senza titoloni, soltanto facendo una corretta informazione.
“…le cose, sarebbe già un bel passo avanti. Il primo è un processo di sollevamento del suolo, con deformazione della crosta terrestre. Il secondo è un fenomeno sismico che si verifica all’interno del bradisismo stesso.”
Il secondo a cui vi riferite è il bradisismo.
Quanta confusione avete creato. Non si capisce niente!