LE OPINIONI

IL COMMENTO Un altro venerdì santo senza Processione: quale futuro?

Se qualcuno, una ventina o una decina di anni addietro, ma anche solo qualche anno fa, mi avesse detto che a Procida la Processione del Venerdì Santo non si sarebbe tenuta per due anni consecutivi gli avrei riso in faccia. E con la massima convinzione. Come puoi immaginare una cosa del genere, gli avrei risposto, se questa manifestazione ha quattrocento anni di vita sulla groppa e neanche due guerre mondiali sono riuscite a fermarla? Ed è tutto vero: i Procidani erano talmente convinti dell’eternità della Processione che avrebbero dato del matto a chi osava fare una profezia del genere. Tra questi ci potrei essere anch’io. Ma qualcosa ha interrotto il sogno di una Processione inattaccabile e resistente a qualsiasi disavventura potesse capitare: il covid 19! Sembra impossibile, ma è così. Se però mi fermo un poco a riflettere su tutta la “questione Processione” giungo alla conclusione che questo è solo l’ultimoattentato a questa manifestazione,e forse il più pericoloso, ma non il primo in ordine di tempo. Certo l’attuale pandemia ha tutte le caratteristiche di una piaga biblica, forse frutto di una maledizione divina, di una terribile punizione per il genere umano, colpevole di orrendi crimini contro i suoi simili e contro Dio. Sono convinto che questa mia ultima affermazione faccia arricciare il naso a molta gente: Come?- sento già che dicono – nel terzo millennio si fanno ancora questi discorsi da Medio Evo?

Giacomo Retaggio

Io non sono in grado di stabilire la verità, ma l’andamento di questa pandemia mi richiama tanto le epidemie di peste del ‘300, del ‘600. Non è cambiato nulla da quei tempi ad oggi. Se vi fermate a guardare un operatore sanitario anti covid vi renderete conto che tra questi ed un medico del ‘500 in assetto anti peste non c’è quasi nessuna differenza. Ritornando alla Processione di Venerdì Santo non si può fare a meno di fare alcune considerazioni. Per prima cosa la pandemia che impedisce il suo svolgimento è una sorta di causa occasionale che si sovrappone ad altre cause più profonde e a motivazioni che vanno indietro nel tempo. Già da più di qualche anno la Processione aveva subito delle trasformazioni non solo di forma, ma anche di sostanza. Se, ad esempio, si prendono in esame solo le dimensioni dei “Misteri”, ci si rende conto che esse sono aumentate di molto, al punto che mentre per gli anni scorsi essi entravano in tutte le chiese di Procida, oggi non sarebbe più possibile.Sono convinto che nella sopravvivenza della Processione negli ultimi vent’anni hanno giocato un ruolo fondamentale i costruttori dei Misteri, vale a dire le due associazioni, “I ragazzi dei Misteri” e l’”Isola dei Misteri”. Questi con la loro passione e soprattutto con la loro bravura, erede dell’abilità degli antichi “mastri d’ascia” procidani, hanno costruito dei manufatti molto belli, artistici ed opulenti come a sottolineare la derivazione spagnola della Processione. Ma nella metamorfosi della manifestazione ha un ruolo di gran lunga preminente il mutato atteggiamento degli isolani nei suoi riguardi.

Fino ad alcuni anni fa non c’era nessun Procidano che non uscisse di casa in quel giorno per assistere alla Processione. Oggi non è più così: sempre più gente rimane in casaintenta alle proprie faccende non curandosi di essa. Certo all’interno della popolazione isolana rimane uno zoccolo duro che mai e poi mai farebbe a meno di seguire la Processione, ma è in costante diminuzione. La folla ai lati delle strade si assottiglia sempre di più per quanto riguarda i Procidani, mentre, in compenso, aumenta il numero di persone forestiere. Altro aspetto negativo è la scarsità dei portatori dei cosiddetti “Misteri Fissi”, vale a dire le statue di S. Pietro ed il gallo, della Veronica, di S. Giovanni ed altre che, ormai sono parecchi anni che non escono per mancanza di portatori. Anche la famosa “Torciata”, vale a dire le file dei confratelli che portano la candela accesa procedendo davanti alla statua del Cristo morto, un tempo molto numerosi, di anno in anno si assottiglia sempre di più. Tutti questi piccoli segnali, che un occhio esperto non può fare a meno di notare, danno la misura della trasformazione in negativo della Processione. Ma l’aspetto più triste, perché è quello che colpisce maggiormente l’immaginazione, è la diminuzione del numero dei portatori del Cristo morto. Qualche anno addietro bisognava fare dei turni tra gli aspiranti per non scontentare nessuno, mentre oggi si stenta a trovarne un numero sufficiente per l’alternanza, dal momento che la statua è molto pesante. Questi sono alcuni degli aspetti negativi, da qualcuno ritenuti ininfluenti, che non fanno ben sperare per la prosecuzione nel futuro di questa funzione ultracentenaria. Ora se a queste motivazioni di carattere generale se ne aggiunge anche un’altra di carattere più particolare come il “fermo”percovid , e per ben due anni, ci si rende conto che la situazione diventa ancora più complessa. Infatti tutti i bambini cresciuti in questi due anni senza Processione non sono entrati nel clima del Venerdì Santo come fu per noi alla loro età. I genitori non li hanno vestiti da “angioletti”, non hanno loro preparato la crocetta da portare sulla spalla, non hanno attaccato loro al collo il vassoio con i trenta denari.

E’ tutta la liturgia di questo giorno che è venuta meno. Questi bambini, da adulti, non potranno avere, per forza di cose, nei riguardi della Processione del Venerdì Santo lo stesso atteggiamento nostro e provare le stesse emozioni che abbiamo provato noi nella nostra vita. Circa due anni fa, dopo il Venerdì Santo 2019, scrissi una lettera a tutte le autorità civili e religiose di Procida, a tutti dirigenti scolastici, a padre Tufo della curia di Napoli, manifestando i miei dubbi e le mie perplessità sulla“salute” della Processione. Pensavo (Ingenuo!) di suscitare una qualche discussione, di richiamare l’interesse delle autorità, di cercare di mettere a fuoco il problema. Ebbene, non ci crederete voi che mi leggete, non ha risposto nessuno! Anzi sono stato accusato di essere una Cassandra. Ecco perché traggo questa conclusione: va bene che la Processione non si può fare per via del covid, ma essa aveva già in sé i germi di un malessere ingravescente. Peccato, però!

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