LE OPINIONI

IL COMMENTO Un passo indietro per la pace

Non ho molte simpatie per Trump, non per le sue capacità, più per i suoi modi arroganti e presuntuosi, di chi ostenta la sua ricchezza, però c’è anche la supponenza e l’arroganza del presidente dell’Ucraina di volere continuare questa guerra non avendone ne’ la capacità ne’ le risorse a scapito del suo popolo, della sua gente, quanti morti innocenti ancora? Nella guerra vince il più forte, lo dice la storia. Ma sono d’accordo con Trump, quando dice a Zelensky di smettere di giocare a carte, perché si rischia la terza guerra mondiale. L’incontro tra i due presidenti era atteso da settimane e negli ultimi giorni Trump aveva mantenuto un atteggiamento piuttosto ambiguo. Inizialmente aveva criticato Zelensky, definendolo perfino un «dittatore», in effetti senza gli aiuti dagli altri stati , soprattutto dagli Stati Uniti di Biden, la guerra molto probabilmente sarebbe finita già da un pezzo e sapremo anche come. E dopo tre anni di conflitto, una nazione in rovina, non so quante vite innocenti e dopo il coinvolgimento di altri stati, che non si sono sottratti a mandare aiuti in armi, e’ pure ora di sedersi e mettere la parola fine a questo conflitto. E in tutte le guerre c’è chi vince e c’è chi perde, ma prima finisce e meglio è per tutti, la guerra, impoverisce, incattivisce, inasprisce gli animi.

Trump comunque al di là delle sue intenzioni ha aperto alla pace, anche se costa, meglio la pace per tutti. Il presidente ucraino si è presentato alla Casa Bianca con i suoi abiti quasi militari con la scusa che non indosserà altro fino a che la guerra non sarà finita in segno di vicinanza e rispetto al popolo ucraino, in diverse occasioni i consiglieri di Trump gli avevano suggerito di indossare qualcosa altro, forse avrebbe avuto un altro significato, magari avrebbe espresso l’intenzione di sedersi ad un tavolo di pace, cercando la soluzione migliore per il suo popolo e per mettere fine alla guerra. Accogliendo Zelensky, Trump ha detto: «È vestito di tutto punto, oggi», poi nello Studio ovale c’era stato un breve scambio sull’argomento, ma le cose non sono andate come speravamo, alla fine è stato quasi cacciato con l’espressione “Potrà tornare quando sarà pronto per la pace”. E’ stato rimproverato per non avere dimostrato gratitudine per il sostegno statunitense in questi anni di guerra, hanno criticato il modo in cui ha gestito l’esercito, Trump lo ha accusato di «giocare con la vita di milioni di uomini» e di rischiare la «Terza guerra mondiale», nel caso di un mancato accordo, Zelensky ha mantenuto la calma, ma non ha avuto molte possibilità per rispondere e l’incontro è stato chiuso bruscamente da Trump. Pochi minuti dopo, il presidente ucraino ha lasciato la Casa Bianca, senza che venisse ulteriormente discusso e firmato l’accordo sulla risorse minerarie. Un’incontro che ha rasentato lo squallore, la presunzione, l’arroganza, doveva svolgersi in privato, mentre hanno dato spettacolo, ma quello scritto da una brutta sceneggiatura. Ad Ischia, abbiamo una comunità Ucraina abbastanza numerosa, sono venuti in Italia per un futuro migliore, ma non dall’inizio del conflitto, ma da tanto tempo prima, cosa vuol dire? Che nonostante le terre rare, il litio, il titanio, le miniere di carbone, il gas, il petrolio, il popolo ucraino viveva in povertà, tanto da emigrare per una vita migliore, nonostante il suo ricco e fertile «granaio» (come si diceva una volta), l’Ucraina e’ indipendente dal 1991, ma già nel 2014 Putin occupò militarmente la Crimea nella quasi indifferenza dell’Occidente e poco curandosi delle sanzioni decretate dagli USA e dall’Unione europea. Allora fu già chiara la volontà espansionistica del presidente russo, la cui aspirazione è sempre stata la rinascita dell’impero sovietico, e alla luce del fatto che comunque la Russia non rinuncerà a quelli che considera i suoi territori, a che cosa è servito mandare armi in Ucraina in nome della pace, ma come si può sperare nella pace nel mondo inviando bombe. Bombe che hanno reso vedove donne, bombe che hanno reso orfani bambini, bombe che hanno lasciato mamme senza figli. Tutto si può comprare ma non la vita umana, se la pace ha un prezzo, e’ ora di chiedere il conto sceneggiate a parte.

Articoli Correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio
Copy and paste this code into your web page.