IL COMMENTO Un tribunale da salvare, ecco perché

DI LUIGI DELLA MONICA
Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, nella seduta del 18 marzo, ha proclamato l’astensione dalle udienze civili e penali per il giorno 3 aprile con contestuale convocazione dell’assemblea degli iscritti per denunciare le gravi disfunzioni della giustizia. “Quotidianamente registriamo attacchi alla giustizia, con intollerabili ripercussioni sulla tutela dei diritti dei cittadini, causati dalle carenze del personale (amministrativo e giudicante) oltre quelle strutturali, che portano ad aberranti provvedimenti amministrativi. Gli ultimi colpi inferti alla giustizia del Distretto di Napoli, in particolare quella di prossimità, sono la chiusura dell’ufficio…la “deportazione” delle udienze penali della Sezione Distaccata di Ischia. – estratto del comunicato stampa dell’Ufficio di Presidenza COA. Sta di fatto che le parole non sono state vacue ed il mandato è stato conferito al brillante amministrativista isolano Avv. Alessandro Barbieri. Mi cospargo il capo di cenere, circa due settimane fa nel mio precedente editoriale, avevo sperato di smuovere le coscienze della cittadinanza ischitana, ma mi sono ritrovato – perdonate la indegna metafora – come Michelangelo che martellava il ginocchio della “Pietà”, chiedendole: – “perché non parli!”. L’unico subbuglio di coscienze è avvenuto nelle stanze della intellighentia bipartisan che sta coordinando i sei Comuni isolani per coadiuvare le battaglie nelle sedi istituzionali.
Gli ischitani stanno reagendo circa la soppressione del sito di via Michele Mazzella, né più e né meno, come il popolo russo che non si schiera o non manifesta alcun pensiero in pubblico, con la differenza che là si rischia carcere e deportazioni in Siberia; “Canne al vento” Sardegna, 1913, Grazia Deledda, in attesa delle decisioni di palazzo. Nella trascorsa settimana, come accadimento della mia vita professionale, cito alla comunità una frase della dott.ssa Immacolata Cozzolino, che ha servito lo Stato nel nostro territorio isolano, nella Sezione Civile, la quale affermava in pubblica udienza: “nelle carte, nei fascicoli, ci sono le vite delle persone”: posso certificare, insieme alla mia Collega della controparte, che è stato un discorso ben accetto dai Clienti e che gli stessi sono tornati sereni e felici dell’esito del provvedimento di Giustizia. Ecco cosa sta commettendo parte della Magistratura, specificamente quella che ha disposto la soppressione delle udienze penali su Ischia e progressivamente quelle civili, sta assestando un pugno in pieno stomaco alle vite degli ischitani, ai loro destini, alle loro identità. Vivere in mezzo al mare, per quanto poco distanti dalla polveriera dei Campi Flegrei, significa con questo provvedimento afflittivo essere condannati all’emarginazione ed all’oblio. L’aumento dei prezzi al consumo che non è compensato da una agevolazione normativa idonea a colmare i mesi di scarsa produttività per condizioni meteo avverse, ha cagionato l’impoverimento della popolazione e la scarsità del livello della preparazione professionale, aggravati dalla carenza di scambi costanti per trasporti marittimi insufficienti ed obsoleti; discriminazioni fra un versante e l’altro dell’isola, in base alla distanza effettiva del proprio domicilio rispetto all’hub portuale e della diffusione non capillare di trasporti pubblici terrestri. Un’isola sempre più riservata ai ricchi, che ha dimenticato la piena occupazione di tutti gli abitanti e la felicità opulenta degli anni ’80.
Nell’immediato futuro si appresta a vedersi strappato il Tribunale, il suo sito rappresentativo di legalità, Stato e patto sociale: tutto a Napoli, quasi come se potesse ardire di pensare, “vivete pure a Ischia, ma qui sono presenti i vostri involucri di carbonio, i vostri sterili corpi, l’anima, la coscienza, l’esplicazione della democrazia appartiene a Napoli”! Ischia è isola marcatamente greco-latina, questo non sono io a dirlo, per cui la parola “città di Ischia” verrà per sempre proiettata in una semantica priva di significato: una città greco-romana, priva del foro (agorà) è come una spiaggia senza mare, un apparato di circolazione sanguinea senza il cuore. Ribadisco di essere consapevole di stare parlando per pochi addetti ai lavori, ma imploro i lettori di cercare di comprendere la sciagura che si sta approssimando alla vita dell’isola. Capire, comprendere, confrontarsi non solo con avvocati, ma anche con filosofi, politologi, sociologhi per conseguire l’intellegibilità del reale problema di Ischia deprivata del suo Tribunale. Spesso mi chiedevo, sui libri di storia, del perché fossero quasi sempre gli avvocati a guidare le rivoluzioni culturali e rispondo non certo perché sono più intelligenti degli altri, anche se vi confesso che io amo irrazionalmente il mio lavoro, ma perché sono ammaestrati prima degli altri nella società a percepire quei cambiamenti positivi delle coscienze e del progresso sociale. Un soggetto che difende un altro rispetto al palazzo di Giustizia deve saper conoscere o almeno intuire il pensiero del Magistrato, del proprio cliente e degli avversari, elaborando una sintesi logica che spesso lo conduce a vedere talune criticità del sistema prima degli altri.


Pertanto, cercando di spiegare ai lettori perché noi avvocati isolani abbiamo tanto a cuore la permanenza del sito di Via Michele Mazzella, non essendo una guerra di privilegio feudale, ma una lotta di civiltà giuridica, mi auguro che qualche sensibilizzazione a livello della comunità, in seno alle associazioni culturali, a quelle di categoria professionale, ai sindacati e financo alle parrocchie possa intravedersi. Non è tollerabile subire l’ennesimo strappo alla nostra dignità di abitanti dell’isola, il quali agli occhi di alcuni, pochi per carità di Dio, magistrati, non disponibili ad affrontare il mare in inverno per espletare una Pubblica Funzione, siamo soltanto dei servi proni e infingardi che devono apprestare le bellezze del territorio per accoglierli in estate, con tutti gli onori, e poi essere calpestati istituzionalmente come i peggiori galeotti. Vi prego cari cittadini, mobilitatevi culturalmente, perché Ischia non merita di perdere il Tribunale.
* AVVOCATO