IL COMMENTO Una giustizia incisiva, pregnante ed efficiente
DI LUIGI DELLA MONICA
Il Pres. Prof. Avv. Alessandra Sardu, congiuntamente al Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Avv. Carmine Foreste ha diretto i lavori della 1a “Conferenza annuale della Camera Arbitrale” lo scorso 22 novembre, il mattino dalle ore 09.00 sino alla pausa pranzo nella Sala Arengario, Palazzo Di Giustizia “A. Criscuolo” Piazza Coperta. Vi è stato l’autorevole intervento del Prof. Avv. Marcello D’Aponte, Università Federico II, quale membro della Camera Arbitrale Camera di Commercio di Napoli ha manifestato l’ampio gradimento e disponibilità a cooperare al progetto con il COA di Napoli e la chiosa del Prof. Eriberto d’Ippolito della Università Vanvitelli. Va segnalata la alacre e certosina organizzazione operativa della segretaria della Camera Arbitrale COA di Napoli Avv. Maria Cristina Gaeta; motivo di grande orgoglio per gli organizzatori e prestigio la presenza Avv. Andrea Carlevaris, Presidente Associazione Italiana Arbitrato; la funzione di moderatore è stata egregiamente svolta dal Prof. Avv. Alberto Malatesta, Università Cattaneo LUIC e Presidente Comitato Scientifico Camera Arbitrale COA Napoli.
Purtroppo una tempesta di libeccio non ha consentito una piena e serena partecipazione ai colleghi isolani, non essendo prevista la piattaforma telematica a distanza, ciò non di meno va dato risalto storico all’iniziativa. “Sono soddisfatta dell’entusiasmo dimostrato dai colleghi durante questa prima conferenza. L’avvocatura e’ chiamata ad essere protagonista e a contribuire al miglioramento del sistema giustizia. In questo contesto l’arbitrato e’ uno strumento efficace, in grado di garantire tutte le tutele del giusto processo, anche grazie alla supervisione esercitata dalla Camera Arbitrale del COA Napoli sull’intero procedimento”: queste la parole della Presidente Avv. Alessandra Sardu. Un messaggio chiaro ed inequivocabile, proveniente anche dal vertice dell’Avvocatura napoletana Carmine Foreste, al fine di rimodulare l’accesso al servizio giustizia anche attraverso l’arbitrato. La chiave di lettura è rilanciare l’istituto codicistico, siccome rinvigorito di significato anche dalla riforma “Cartabia”, come mezzo di risoluzione delle liti, sia stragiudiziali, che, su istanza di entrambe le parti, giudiziali. Proprio questo è stato il forte richiamo all’art. 1 del Dl. 132\2014 “Trasferimento alla sede arbitrale di procedimenti pendenti dinanzi all’autorita’ giudiziaria 1. Nelle cause civili dinanzi al tribunale o in grado d’appello pendenti alla data di entrata in vigore del presente decreto, che non hanno ad oggetto diritti indisponibili e che non vertono in materia di lavoro, previdenza e assistenza sociale, nelle quali la causa non e’ stata assunta in decisione, le parti, con istanza congiunta, possono richiedere di promuovere un procedimento arbitrale a norma delle disposizioni contenute nel titolo VIII del libro IV del codice di procedura civile”, che ha operato la Prof.ssa Lucilla Gatt Direttore ReCEPL Università degli Studi Suor Orsola Benincasa e membro del Direttivo della Camera arbitrale, ma con un significato di alta specializzazione degli arbitri.
Il COA di Napoli, come ha precisato il Presidente Carmine Foreste, intende “amministrare” cioè monitorare la formazione e l’alta competenza dei soggetti, i quali richiederanno l’iscrizione nell’elenco degli arbitri, presso la Camera appositamente istituita nello scorso maggio 2024. A gennaio 2025 verrà istituito un apposito corso formativo per gli tutti gli avvocati aspiranti arbitri della durata di 40 ore, distribuito in 10 moduli da 4 ore ciascuno. L’obiettivo è realizzare una partnership qualitativa e quantitativa con il Distretto della Corte d’Appello di Napoli per rivendicare l’alta funzione sociale ed istituzionale dell’Avvocatura, napoletana in particolare, nel perseguimento degli standard imposti dal P.N.R.R. La giustizia veloce ed adesiva alla realtà sostanziale su cui incide è un servizio, anzi un bene fisico e morale, il quale contribuisce alla crescita dell’economia e del progresso dell’Europa. A tal uopo, la Presidenza della Corte d’Appello di Napoli e del Tribunale di Napoli, in persona dei loro Rappresentanti, la dott.ssa Covelli e la dott.ssa Garzo, hanno unanimemente plaudito alla iniziativa del COA di Napoli, anzi chiedendone una forte diffusione culturale dell’istituto a livello sociale. Certamente l’isola d’Ischia potrà fare la sua parte, essendo così affamata di Giustizia, tanto da vedere minacciata la permanenza del suo Tribunale da oltre 20 anni, eventualmente approcciandosi a questa opportunità di risolvere le controversie con esperti delle materie, via, via da esaminare. Si badi bene che non si deve confondere l’Arbitrato con un giudizio privo di effettività e di congruità, anzi lo scopo della normativa e della conferenza dello scorso 22 novembre 2024 è quello sì di incrementarne ed incentivarne l’utilizzo, ma anche di manifestarne le virtù taumaturgiche su di un sistema giurisdizionale, che troppo spesso diventa lo specchio imperfetto delle disfunzioni di un intera Nazione, che dietro la insipienza del palazzo del potere romano, non trova soluzioni ad atavici problemi circa il disagio dei collegamenti marittimi, gli alloggi sul territorio insulare e gli incentivi di carriera per il magistrato assegnato alla Sede Distaccata, se non con la paventata soppressione.
I vantaggi tradotti in praticità sono quelli di fruire dell’alta competenza di tecnici in un determinato settore, rispetto alla astrazione normativa di definire il giudice “perito dei periti”, pontefice massimo, onnisciente delegato a decidere del destino patrimoniale o morale di uno dei soggetti del processo, in ambito civilistico. Va da sé che, ad esempio, in ambito della infortunistica navale, per citare il “casus maris” potrebbero insediarsi collegi arbitrali di numero dispari, sempre dispari, composti da due comandanti CLC o direttori di macchina con un presidente proveniente dalla Camera di Napoli: pensate alla tragedia del Baysian, nella cronaca recente, oppure della “Costa Concordia”. Voglio anche ricordare che la giustizia onoraria è in forte sofferenza ed agitazione per la mancanza di organico e nuove nomine, nonché completamente disorientata, di fronte alla implacabile riforma dell’ottobre 2025, a partire dalla quale si proclamerà il giudice di pace, il Magistrato generalista e depositario di una massiccia parte del contenzioso oggi riservato ai soli togati. Valori economici della controversia fino a 50.000 euro, contenziosi condominiali, tutti settori che ricoprono quasi i due terzi se non oltre della vita giudiziaria nazionale, ma anche isolana, per cui l’arbitrato può trovare una sede socio istituzionale di tutto rispetto. L’eccezione pungente, ma anche sensata che potranno ardire i lettori, è quella dell’alto costo riservato a tali meccanismi deflattivi: proprio questo hanno sottolineato i relatori del convegno svoltosi venerdì scorso. Si è verificato con dati statistici alla mano che la giustizia lenta, distante dalla natura settoriale della problematica trattata, è ben più dannosa e diseconomica di un costo di accesso all’arbitrato, il quale dura dai 6 mesi ad un anno. Tanto ha confermato l’Avv. Michael McIlwrath, collegato in FAD dagli Stati Uniti, ed anche l’Avv. Roberto Oliva del Foro di Milano, il quale citava l’esperienza nel Regno Unito e nell’Europa Continentale. Un simposio culturale di elevatissimo profilo, che si auspica possa ripetersi, magari sulla nostra isola il prossimo anno, sfruttando l’immagine di Ischia, la più bella del Mondo, per innalzarla a patria della divulgazione socio istituzionale dell’arbitrato, in ambito nazionale ed internazionale.
* AVVOCATO