LE OPINIONI

IL COMMENTO Una razza di umanità

DI LUIGI DELLA MONICA

Negli ultimi giorni si odono e si osservano atti di brutalità inaudita, di egoismi fra i popoli della Terra, ma narrare del salvataggio di una razza agonizzante che è riuscita a partorire il suo piccolo, ci ricorda che apparteniamo ancora alla “razza” umana. Sotto l’ombra del nostro amato “Castello Aragonese”, Vittoria Colonna, donna di coraggio e di virtù, ha fatto aleggiare la sua anima candida, impedendo che nemmeno una razza trovasse la morte certa. Un tempo i bambini portati per mano dei nonni ascoltavano fiabe poetiche di sirenette, di grifoni, di delfini e del dio Poseidone, che governava il mare e le sue creature.
Al tempo d’oggi, non mi stancherò mai di urlarlo, i ragazzi sono immersi in quegli schermi dei cellulari e si annoiano facilmente e sono irritabili, avendo perso quel senso di umanità e di amore per la natura. Non voglio cadere in noiosi luoghi comuni, ma i giovani sono sempre più disorientati in assenza di valori in cui riconoscersi e riflettersi.

Fortunatamente “la rabbia e l’orgoglio” del nostro meraviglioso popolo ha ricordato che lo sport è una occasione per verificare concretamente che i sacrifici effettuati per un faticoso allenamento possono condurre ad una medaglia olimpica. In tempi di pandemia, senza comunicazioni fisiche fra le persone, spesso gli atleti si sono astratti dalla realtà per allenarsi ed hanno confermato con i fatti che, partecipando con amore ed adrenalina, senza il pensiero di vincere per essere i primi, la fantasia diventa realtà e si diventa primi sul serio. A cosa serve ricordare ai lettori che il gesto di salvare un semplice “pesce”, anche se di mammifero si tratta, rende noi isolani più sereni e migliori? Per una serie svariata di motivi. In primo luogo, posso certificare, senza timore di smentita, che la sollevazione di piazza è avvenuta ad iniziativa di un gruppetto di ospiti napoletani, sia nel caso degli attori del salvataggio, sia nel caso della dura reprimenda che ha subito l’autore della “temeraria” predazione della razza.

Va ricordato che la pesca nella Baia di Cartaromana è vietata, ma la cosa più paradossale è che il nostro subacqueo dilettante aveva scambiato la malcapitata razza per un pesce rombo! Ora io non sono un esperto di ittiologia, ma credo che a mezzo metro di pelo d’acqua siano catturabili solo cefali cerini, saraghi oppure qualche spigola, ma il rombo nuota in mari più profondi. Cosa sia saltato in mente di rischiare anche lui stesso la propria incolumità, perché quella specie di razza ha un terminale di coda abbastanza nocivo per l’uomo, non oso immaginarlo. Forse in lui è emerso lo spirito del cavernicolo che tramortiva la cacciagione, prima che fosse inventato l’arco e le freccie, con la clava, che egli ha trasformato in una forchetta. In secondo luogo, gli isolani potranno essere piu sereni e migliori, perché all’ombra dell’Insula Minor, si è sviluppato un singolare fenomeno di coscienza collettiva, nel senso che amare il creato e l’armonia della natura è bello e non è demodè. Contribuire ad evitare che un inutile essere possa soffrire crudeltà inaudite ci rende un attimino diversi, senza vivere con quel senso di indifferenza e di egoismo che l’opulenza del benessere ci impone tutti i giorni.

Invece che trascorrere una giornata ad immortalare le proprie grazie in selfie sui cellulari ed attendere noiosamente la sera per rimpinzarsi in questo o in quel ristorante, anche senza motivo se non quello di ostentare agli altri, accanto al piccolo scivolo delle barche ai piedi del Castello Aragonese le persone, fra queste lo chef e poeta comproprietario di Ciro al Vicoletto in Ischia Ponte, si sono adoperate sia per il rispetto della legalità, per rimarcare all’autore del gesto che in quell’area è vietata la pesca, sia per evitare che la bestiola incontrasse morte certa con strazianti sofferenze. Non possiamo sapere scientificamente se essa patisse oppure se sia riuscita a sopravvivere, ma i bagnanti in quella mattina di qualche giorno fa hanno ricordato alla razza, quella umana, che esiste un diritto alla vita per ogni creatura nel nostro Mondo. Al di là della catena alimentare, per cui il pesce piccolo è mangiato da pesce grande, quel gruppetto di persone ai piedi del castello hanno ricordato che vale la pena di non adeguarsi al marciume di tutti i giorni ed al grigiore del cercare a tutti i costi i like su “tik tok”, su fb e su instagram…

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Il mondo degli influencers mi sembra una sorta di fenomeno mistificatorio del feudalesimo: ognuno di loro ha una piattaforma di followers da esibire e da ostentare, quale strumento di potere nella dimensione economico finanziaria, per arricchire solo se stessi, strumentalizzando come un gregge acefalo tutti i loro sostenitori. Se una persona normale compie un gesto normale, per adeguarsi al senso di appartenenza alla razza umana, viene passato sotto silenzio; se il gesto normale viene pubblicizzato da un influencer esso assume il significato di un atto eroico o prodigioso, a cui tutti i followers, soprattutto di giovane età, tendono al fattore emulativo. In pratica il caro Zukenberg è il proprietario della piattaforma telematica, il sovrano ed a lui fanno capo i feudatari influencers ed i vassalli e valvassori followers… Se questo è il Mondo che piace ai giovani contemporanei, si accomodino pure, ma nel piccolo paradiso di Ischia Ponte, per mano di ospiti napoletani, si è verificato un miracolo di civiltà, nel senso di educazione alla legalità e di atto effettivo di recupero delle conseguenze dannose del gesto brutale. Non dobbiamo mai rassegnarci al conformismo, ma dobbiamo insistere giorno per giorno a cambiare la crudeltà e le assurdità. Io preferisco, come diceva Troisi, vivere 50 giorni da orsacchiotto, ma non bisogna mai tacere di fronte alle ingiustizie e se per ristabilire l’armonia della pace bisogna declamare un pensiero scorretto e poco condiviso, compiere gesti noiosi o impopolari, si deve perseverare senza riserve ed inibizioni a tale scopo.

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