LE OPINIONI

IL COMMENTO Una ricostruzione a macchia di Leopardo

Si dice “a macchia di leopardo – scrive il dizionario De Mauro – “di un fenomeno sociale, politico e similari, che si manifesta irregolarmente in un territorio”. Ho usato questa espressione per definire la ricostruzione dei territori di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio dopo il terremoto del 21 agosto 2017 nel mio articolo apparso sia su Il Golfo sia sul Roma del 15 ottobre 2022 con rilievo di prima pagina e con il titolo “Legnini, lo straniero della ricostruzione”. Ho scritto che “Credo che sia molto semplice il gioco o l’azione del Commissario Straordinario di Governo per la Ricostruzione dei territori di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio colpiti dal terremoto del 21 agosto 2017, on. Giovanni Legnini, nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, prof. Mario Draghi,del 24 gennaio 2022. Terzo della serie con tre diversi Premier e quattro Governi della Repubblica in 5 anni. Pur ringraziando – in modo rituale – il suo predecessore, dottor Carlo Schilardi, ex prefetto in quiescenza che ha retto il Commissariato per circa tre anni con un bilancio che fallimentare è utilizzare un eufemismo, Giovanni Legnini – uomo di Legge e di Governo e già vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura – è partito da capo per la Ricostruzione come se nulla fosse stato fatto o impostato nei quattro anni precedenti oltre all’ immediata emergenza ed all’istituzione permanente del CAS (Contributo Autonoma Sistemazione).

Legnini prima di tutto ha voluto presentare un quadro giuridico proponendo un “censimento dei fabbricati interessati alla Ricostruzione” stilando quindi una “ordinanza” dove chiede ai cittadini interessati di presentare domanda per ricostruire la propria casa con richiesta di contributi finanziari allo Stato entro il 20 agosto prima, spostato il termine al 30 settembre. Le domande sono 850 su un primo bilancio di edifici danneggiati di 1060 immobili, 640 case completamente inagibili, 2405 sfollati, 8 edifici pubblici inagibili, 1254 ordinanze di sgombero per la sola Casamicciola. Non avendo i tre Comuni uno strumento urbanistico in vigore – come un PRG – i progetti di ricostruzione dovranno essere approvati da una Conferenza di Servizi, l’ istituto previsto dalla legge 241/90, e naturalmente sono inerenti solo agli edifici in regola e sanati urbanisticamente. I due Commissari – Schilardi e Legnini – sono ambedue uomini di Stato, attenti al rispetto delle norme fino al cavillo, ma estranei all’isola di cui conoscono soltanto il relax o l’ospitalità in un albergo a cinque stelle. Non conoscono la vivibilità degli isolani. Hanno visto le macerie solo per pochi minuti nelle brevi visite di ricognizione ma non sanno come vivono la vita quotidianamente i cittadini di Casamicciola e Lacco Ameno che sono costretti quasi ogni giorno a passare per via Spezieria inferrata con lamiere, tubi e pali e col semaforo lampeggiante al verde ed al rosso che permette di ammirare, nella sosta, lo stato dell’ex pensione Daniele e l’inferrato palazzo Parisio Iacono ex sindaco che occupa un terzo dell’ex-Piazza Majo. Via Spezieria è poco più di una ex-mulattiera con case cadenti a destra ed a sinistra puntellate con pali di legno e tubi di ferro dove cresce la sterpaglia e pascolano i topi. Poi c’è la casa crollata sulla strada sulla Borbonica da oltre cinque anni vista da tutti e sopportata da tutti ma nessuno interviene per liberare la carreggiata dalle macerie pericolose mentre la Città Metropolitana cura la manutenzione ordinaria di tutta la storica strada che da Piazza Majo conduce a Monterone attraversando tre Comuni e per entrare nelle macerie della frazione Fango l’altro semaforo con le case intubate in attesa di non so che cosa o del prossimo terremoto atteso (quello della forza del 1883) o della prossima alluvione (del 1910). Solo chi vive qui e passa per lavoro o per necessità quei luoghi nel traffico delle macerie può capire ed avvertire l’assenza dello Stato nella Ricostruzione con il crollo di ogni minima speranza di futuro.

Una Ricostruzione seria doveva partire dalla ricostruzione delle strade, delle piazze, dei muri e dal ripristino dei sentieri secolari che erano vie di fuga non solo collegamenti dell’ economia agraria del tempo, al Majo, La Rita, il Fango nell’area delle “Pantane” il cui nome indica più di ogni altro studio sismico la natura di quel luogo. Doveva partire dalla Ricostruzione degli edifici scolastici a Casamicciola e Lacco Ameno. I due più importanti edifici di Casamicciola debbono essere abbattuti secondo due autorevoli relazioni tecniche. Ma quando lo saranno? E dove saranno ricostruiti? C’ è una ricostruzione pubblica di scuole, municipio, giardini, parchi pubblici cioè opere infrastrutturali necessarie che è completamente assente e di cui Legnini non ha parlato in otto mesi. E Legnini non ha nemmeno detto una sola parola sul recupero del complesso e dell’ area del Pio Monte della Misericordia pur essendo accecante come il pieno sole e chiaro come la luna quando la luna è chiara che il cuore infrastrutturale della nuova Casamicciola, la terza nella storia dei terremoti deve ritornare a battere da lì. Non altrove. Come ha dettagliatamente esposto Gino Barbieri con la sua ampia documentazione e con un progetto esecutivo disegnato da un architetto. Il vero è che non c’è un disegno di Paese. Una idea stessa di Comunità. Non è stato aperto un cantiere, uno solo, Il gioco o l’azione di Legnini è tutta impostata sulla ricostruzione privata ed il 31 dicembre come un minuzioso ragioniere il Commissario presenterà al Governo la richiesta finanziaria da sottoporre all’approvazione del Parlamento nella Legge di Bilancio. Poi aggiungerà le altre spese con un preventivo di massima per la ricostruzione pubblica. E’ un compito notarile. Un compito di un contabile.

Dall’ altro lato spetta alla Regione Campania fare un Piano di Ricostruzione secondo la legge emendata del decreto Genova nel 2019 e l’assessore regionale all’Urbanistica rimanda sempre l’annuncio del Piano. Il 22 agosto Legnini e Discepolo hanno annunciato che “entro settembre il piano sarebbe stato consegnato ai Comuni ed ottobre approvato in Giunta”. Siamo già al 6 ottobre e non si è visto nulla. E’ un piano delle meraviglie o delle fantasie e stupisce che con un Commissario straordinario per la civile pianificazione si ritorni all’ordinario. Insomma quello che si doveva fare in sei mesi dal terremoto con poteri straordinari si farà, se si farà, in 60 anni, con poteri ordinari e con un Ente Regione che in 52 anni – dalla sua istituzione – non ha mai dato uno strumento di pianificazione all’isola d’Ischia cambiando decine di assessori all’ urbanistica. Stupisce che associazioni di tecnici ingegneri ed architetti, con l’avallo degli Ordini Professionali, abbiano dato il loro avallo e la loro partecipazione ad un metodo del genere che realizzerà una ricostruzione a macchia di leopardo favorendo i proprietari di fabbricati in aree a mitigazione sismica accertata e non quelli più colpiti. Un interesse professionale ai “Bonus” governativi piuttosto che ad un assetto del territorio. Stupisce ancora che i sindaci di Lacco Ameno, Pascale, e di Forio, Del Deo, i soli in carica perché Casamicciola è commissariata (in tutto: al Comune, al sisma, al depuratore, destinata ad avere più Commissari che abitanti !) esprimono apprezzamenti per questo modo di procedere senza essere contestati fortemente dai consiglieri comunali dei loro Comuni e dalla rispettive cittadinanze. Così va l’Italia.

1 – CONTINUA

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