LE OPINIONI

IL COMMENTO Vi auguro la Democrazia

Adesso che il mondo, l’Italia in particolare, nei cui confini fisici è situato il Vaticano, ha perso Papa Francesco, ci aggrappiamo a un’altra delle poche figure di statisti, in grado di indicare la rotta ai giovani: Sergio Mattarella. Papa Francesco è stato un modello di comportamento evangelico e cristiano; più che la teoria (ma anche la teoria dei suoi libri “La speranza non delude mai”, “La vita lunga – Lezioni sulla vecchiaia”, “Ti voglio bene-Per una gioia condivisa”, “Il vero bene comune-Economia e Democrazia” e soprattutto l’Enciclica “Laudato sì”) per Bergoglio ha contato la pratica di una vita semplice e virtuosa, insistendo molto sulla ricerca della felicità, che è un diritto dell’uomo. All’amico filosofo Raffaele Mirelli toccherà, nel prossimo festival filosofico incentrato sulla Felicità, tenere a mente i libri di Francesco dedicati al tema: “Ti voglio felice”, “Siate felici”. Il festival di Mirelli, del prossimo settembre, ha – per titolo – “Felicità. Happiness- Essere o Avere?”. E Francesco non ha avuto dubbi, per lui la felicità è < essere> non <avere>. Ma, come dicevamo, morto Francesco, ci rimane Sergio Mattarella, che è riuscito a mantenere dritta la barra dell’equilibrio, della saggezza, della democrazia nel nostro Paese, nonostante condizioni esterne avverse, parafrasando il linguaggio dei meteorologi. Confermando l’importanza della coniugazione teoria-pratica, Mattarella ha scritto un libro molto significativo “Vi auguro la democrazia” con la prefazione di Corrado Augias, un altro grande vecchio della cultura e saggezza. Augias ha voluto omaggiare il Presidente per il suo decimo anno al Quirinale. “Se un merito sopra tutti gli altri – scrive Augias – si deve riconoscere all’operato del Presidente Mattarella, è quello di avere sempre esercitato i suoi poteri con la calma autorevolezza del saggio, ovvero esercitando al meglio un altro potere che non è facile precisare e che però esiste sotto il nome di < moral suasion>, cioè persuasione morale”.

Quanto lontano è tale ritratto dal ritratto che possiamo fare di pirotecnici leader mondiali come Trump (che randella, poi tira indietro il bastone e offre la carota, e poi di nuovo randella) o come leader guerrafondai alla Putin o Netanyahu. Quale funesto messaggio possono mai trasmettere questi leader ai giovani del proprio Paese e del mondo? Quello della prepotenza e della sopraffazione, della legge del più forte, da un punto di vista militare, economico, del metodo autocratico. E vediamo invece quale tipo di messaggio ha saputo trasmettere Mattarella ai giovani. Proprio nel mese di aprile, alla premiazione del concorso “dalla Resistenza alla cittadinanza attiva” ha detto: “La democrazia, ragazzi, non è una conquista definitiva, va continuamente realizzata, vissuta, consolidata e interpretata, perché i tempi mutano, mutano le forme della comunicazione, come meglio di chiunque altro voi sapete. La democrazia va ogni volta, in ogni tempo, inverata, perché sia autentica nei suoi valori, nelle modalità che cambiano di stagione in stagione”. E nel libro già citato di Mattarella < Vi auguro la democrazia> scrive: “la democrazia vive di impegno nel presente, ma si alimenta di memoria e di visione del futuro. Occorre preparare il domani. Interpretare e comprendere le cose nuove. La velocità delle innovazioni è incalzante, e ci conduce in una nuova era, che già cominciamo a vivere. Un’era che pone anche interrogativi sul rapporto tra l’uomo, lo sviluppo e la natura. Basti pensare alle conseguenze dei mutamenti climatici, come la siccità, la limitata disponibilità di acqua, gli incendi devastanti”. E pensare che c’è chi vuole riformare il Paese, depotenziando i poteri del Presidente della Repubblica riversandone di più sul Presidente del Consiglio! Quello che il Presidente raccomanda ai giovani lo faccio mio anche da vecchio, m’aspettasse anche un futuro breve. Anche per me e per gli altri vecchi vale l’affermazione che “La democrazia vive di impegno nel presente, ma si alimenta di memoria e di visione del futuro”. E’ vero che il futuro davanti è breve, per i vecchi, ma è compensato da memoria ed esperienza più lunga e ricca. A cavallo tra il 25 aprile e il primo maggio, auguro ai giovani e ai vecchi: la democrazia!

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