LE OPINIONI

IL COMMENTO Vita da sfollati, vi racconto un film già visto

Sarà una Pasqua senza casa per gli sfollati di Ischia che dopo la frana del 26 novembre scorso sono alloggiati negli hotel dell’Isola. Cosi come è stato Natale, l’Epifania ed il Carnevale, la Pasqua reca in se prospettive peggiori. Vi racconto un film già visto. Vi racconto lo sconforto di chi vive con la morte nel cuore e il peso della sciagura. Non saranno giorni di resurrezione, anzi saranno giorni in cerca di alloggio per molti che in vista della Pasqua e dell’avvio della stagione turistica dovranno trovarsi una sistemazione.

La frana ha lasciato dietro di se 12 vittime e nella terra solchi profondi 75 metri, un versante,sempre quello, resta ad alto rischio di tutto (ce lo siamo detti già) e neppure prima di Pasqua si potrà forse sapere in quanti potranno tornare alle proprie abitazioni. Il piano degli interventi urgenti, la mitigazione del rischio, il rischio residuo, restano frasi fatte nel post frana. Una costante.Di concreto nulla.E il dolore per quelle morti che hanno pagato, tanto, troppo, per tutti, si fa più intenso. 400 sfollati ospitati negli hotel che non si sa quando potranno rientrare nelle loro case. La riperimetrazione promessa dal delegato Giovanni Legnini, resta una dichiarazione di intenti. La riapertura dell’area critica di Piazza Bagni, ad oggi, è fallita e con quella missione sono finite a carte quarantotto le programmazioni di riapertura turistica di molte strutture ricettive che avevano assicurato assitenza e alloggio fin qui. Tutto in ordine alla convenzione siglata da Federalberghi e Legnini e con la mutua promessa che gli hotel non sarebbero stati requisiti ma liberati per l’avvio della programmazione turistica.

Per questa promessa mancata, 150 sfollati per la prossima Pasqua sono in cerca di sistemazione, almeno per la settimana di Pasqua, se tutto va bene per tre giorni, salvo poter sperare in un nuovo alloggio temporaneo dopo la Pasqua, ma solo fino al 28 maggio. Cosi dinanzi a questo ennesimo dramma, si è alla spasmodica ricerca di case, o di stanze negli hotel che già ospitano gli sfollati e che non hanno prospettive di fare turismo o spietate clienti in vacanza. Altri si accontentano per la Pasqua di trascorrere i giorni da parenti o amici. Della vicenda è stato interessato il commissariato all’emergenza Legnini,ma anche il Commissario Straordinario Simonetta Calcaterra. ”Non possiamo requisire gli hotel “ ci ha spiegato Legnini. E noi, caro Commissario, non possiamo vivere di Cronoprogramma falliti.“Troveremo una soluzione” ha provato ad abbozzare materna la Calcaterra, ma in cuor suo sa, che quella soluzione non c’è. E come sempre il peso di tutte queste mancanze ricadrà sulla gente.

80 mila tonnellate di terreno argilloso e detriti da smaltire. La difesa dell’ambiente, del riuso dei materiali, dell’economicità e della tutela della concorrenza, il ripascimento delle coste e per le attività legate alla messa in sicurezza del territorio e all’edilizia, gli alvei, i canaloni, i tombati. Per togliere da case, piazze e strade l’enorme frana servono comunque siti di stoccaggio temporanei sull’isola e l’installazione di un impianto di vagliatura mobile del materiale franato.

E questi siti, tutti i canovacci e gli schemini, restano tali. Da mesi continuiamo a raschiare il mare con un cucchiaino.

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Costretti nelle stanze degli hotel, nei monolocali presi in fitto (i proprietari di casa non vogliono proprio sentir parlare di sfollati, alluvionati, terremotati e neppure dei promessi sgravi fiscali. Legnini dixit) in luoghi stranieri, mentre le istituzioni e gli enti preposti girano a vuoto. Il popolo di Casamicciola nasce e muore lontano dalla sua terra.Muore aspettando giorni e sicurezze con non arriveranno. Una comunità  sospesa tra gli hotel e provvedimenti istituzionali(concreti) che non ci sono.Sono chiacchiere e giri istituzionali a vuoto. La narrazione di quanto accade, le impressioni e le sensazioni che abbiamo voluto trasmettere al lettoreanche sulla base di una esperienza personale, in attesa di ascoltare altre persone che questo dramma lo vive sulla propria pelle. 

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