Il commercio isolano rialza la testa con prudenza
Sulla scia eccessivamente speranzosa e ottimistica della ripresa, le nuove aperture dei negozi moda sull’isola sono all’ordine del giorno.
I maggiori brand puntano tutto su esperienze d’acquisto all’avanguardia, pop-up store e boutique temporanee, nei luoghi di passeggio più gettonati.
Il motto è ripartire, proprio dallo shopping post coronavirus per soddisfare i bisogni dei consumatori, finalmente liberi di fare acquisti dal vivo e non più solo online.
C’è un’espressione che identifica questo fenomeno.
È in momenti come questi che solitamente si tende a investire più del solito e per varie ragioni, a partire dal bisogno pratico di recuperare spese rimandate in precedenza per arrivare al semplice sfizio.
Ed è proprio il settore moda e lusso quello che traina la tendenza.
I negozi fisici continueranno ad avere un ruolo chiave e una profittabilità soddisfacente solo se sapranno dare ai clienti una cura, una personalizzazione e un’esperienza che dia un vero valore aggiunto.
E infatti a ripartire per prime, sono le boutique dell’isola. Ischia, appena concesse le aperture già si è mobilitata per sorprendere gli ipotetici clienti.
L’anno appena passato è stata una botta tremenda per gli scambi commerciali a livello globale, ma la causa non è solo il Covid-19.
Sicuramente, l’arrivo del nuovo Coronavirus è stata una drammatica spinta verso una fase di crisi acuta, che ha fatto semplicemente degenerare una situazione di debolezza oggettiva del commercio dovuta a diversi fattori.
Il turismo, la ristorazione e anche le nostre piccole attività di commercio, stanno soffrendo perché, a parte qualche attimo in cui sono riemerse per prendere una boccata di ossigeno come la scorsa estate, sono sempre state sommerse dalla crisi.
È chiaro che questi settori vogliono le riaperture nette , perché sono arrivati a una condizione di difficoltà oggettiva notevole.
Bisogna trovare il modo di accompagnarli però verso la fuoriuscita dall’emergenza sanitaria, sapendo che in questo momento è difficile programmare le riprese vere e proprie per via delle incertezze legate agli approvvigionamenti dei vaccini e all’andamento delle loro somministrazioni.
Dobbiamo cercare di recuperare i flussi turistici internazionali e anche qui la campagna vaccinale è cruciale.
Le riattivazioni commerciali possono produrre risultati anche economici significativi solo se vengono mantenute nel tempo.
Bisogna evitare i fuochi di paglia. Non si può riaprire e poi dover chiudere di nuovo dopo due settimane perché i contagi aumentano, altrimenti anche i risultati positivi che stiamo cominciando a vedere rischiano di essere pregiudicati.