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Il Comune metta in ordine il suo patrimonio immobiliare

Alla Reggia di Caserta, lo stakanovista neo direttore Mauro Felicori ( ex dirigente del Comune di Bologna, settore cultura) è deciso a risolvere il problema di 13 appartamenti,dati in fitto irrisorio ai discendenti di custodi e dipendenti della reggia. Al Comune di Cortina viene a galla una nuova affittopoli di molteplici appartamenti comunali, dati in fitto irrisorio o a titolo gratuito a sindacati, altre istituzioni pubbliche,associazioni. Senza voler riprendere i ben noti e macroscopici scandali di affittopoli a Roma ed anche a Napoli. Ma, al Comune d’Ischia, che pure vanta un consistente patrimonio immobiliare, come vanno le cose? C’è una giusta valorizzazione? C’è una rendita proporzionata al valore degli immobili? C’è un ritorno tale da coprire le spese di straordinaria manutenzione? Cerchiamo di dare qualche risposta. Come si sa, in ogni bilancio di previsione bisogna indicare, in allegato, l’intero patrimonio immobiliare e il Piano delle alienazioni e valorizzazione immobiliari ( Legge 133/2008). Molti Comuni italiani hanno elaborato un vero e proprio Regolamento per stabilire le modalità di dismissione e alienazione dei Beni comunali. Il Comune d’Ischia, invece, ha ritenuto sufficiente tracciare le linee guida con la delibera consiliare 26 del 10/10/2014, che prevede il Bilancio di previsione pluriennale 2014-2016, nonché con la delibera di giunta 119 del 20/11/2014, che prevede il Piano esecutivo di gestione. Precisamente il punto 9 di tale direttiva prevede fasi e caratteristiche della valorizzazione e/o alienazione dei beni comunali. Preme sottolineare che la delibera 119 del 20/11/2014 prevede anche la fissazione delle Aree di responsabilità e degli obiettivi che ciascuna area debba raggiungere. Una corretta trasparenza amministrativa dovrebbe consentire ai cittadini di conoscere se ciascuna Area di competenza individuata abbia performato secondo gli obiettivi fissati. Anche in questi giorni si polemizza molto nei riguardi di questo o quel dirigente ,ad opera di consiglieri della maggioranza ( riportati dalla stampa locale), ma mai che qualcuno si sognasse di “ misurare” l’effettiva aderenza del comportamento dirigenziale ad obiettivi fissati. Si improvvisa sull’improvvisazione! Spesso insorgono polemiche contro dirigenti, quadri ed impiegati comunali sulla correttezza della loro procedura di nomina, sul livello retributivo, ma quasi mai – purtroppo – si pretende di controllare che abbiano ricevuto degli obiettivi da raggiungere e che la performance sia stata soddisfacente. Comunque, rispetto a questo canovaccio, disegnato dall’Amministrazione stessa, non sembra esserci linearità di comportamento. Capita spesso che l’Amministrazione comunale di Ischia, in occasione dell’approvazione dei bilanci di previsione, indichi potenziali introiti da dismissione, per far figurare  maggiori entrate e minori costi di manutenzione. Si fingono bandi ( con caratteristiche che rendono poco appetibile l’acquisto di terzi) che si ripetono più volte, modificando il prezzo a base d’asta, solo per giustificare poste di bilancio in entrata. Il Comune d’Ischia, nell’arco degli ultimi anni, ha più volte utilizzato questo espediente, ma nessun bene è stato effettivamente venduto. A volte, come è il caso dei locali sottostanti il Polifunzionale, senza uno straccio di Regolamento, che ne disciplini l’uso, si utilizzano tali locali per assegnarli ( o semplicemente promettere ) a fini elettoralistici e clientelari, in modo del tutto discrezionale ad Associazioni, gruppi, a titolo gratuito. Solo per il Teatro esiste un preciso Regolamento. A volte è capitato di utilizzare un bene ( appartamento) lasciato  da cittadini in donazione al Comune, per uno scambio con altro bene ( terreno per il parcheggio di S.Alessandro). Operazione giuridicamente lecita, economicamente forse anche, ma eticamente discutibile, nei riguardi di chi ha donato alla collettività un bene affinché se ne facesse un uso collettivo. Lo scambio con un parcheggio non sembra eseguire la volontà del donatore e l’aver rimesso l’appartamento nel circuito del mercato privato tradisce il mandato del donatore. La verità è che di fronte ad operazioni che riguardano il destino di beni del patrimonio immobiliare comunale e che coinvolgono da vicino quartieri, comunità di cittadini, sarebbe cosa ammirevole e democratica se venissero discussi in “ débat public” alla francese, istituto previsto anche dalla nuova Legge sugli Appalti, predisposta dallo staff di Renzi ( Cantone in testa).

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