CRONACAPOLITICA

Il congedo di Bondavalli: «Scrivere la storia è stato bellissimo»

In una intervista a Il Golfo il patron del New Valentino spiega le motivazioni che lo hanno indotto a lasciare lo storico locale di intrattenimento isolano. Il ringraziamento a tutti, l’album dei ricordi con in testa il fratello Luciano e l’Ecstasy che continuerà sotto la guida della figlia Ludovica

Come si fa a sintetizzare oltre quarant’anni di attività e dunque un ampio album dei ricordi in maniera davvero sintetica?

Marcello Bondavalli

«Beh, in una battuta la cosa mi riesce davvero complicata. Posso soltanto dire che è stata una bellissima avventura durata 45 anni, che ovviamente ha caratterizzato tutta la mia vita e l’ha anche condizionata ma mi ha regalato davvero tante soddisfazioni».

Quanto è stato difficile maturare una decisione del genere? Immagino che ci avrai riflettuto non poco…

«I due anni di pandemia, caratterizzati da lockdown prima e restrizioni di varia natura poi, mi hanno lasciato un bel po’ di tempo per pensare: a questo aggiungici anche la scomparsa di mio fratello Luciano con il quale avevo condiviso questo lungo percorso e anche l’età che non è più quella di un giovanotto. Insomma, una serie di fattori mi avevano già fatto balenare l’idea di abbandonare il mondo del by night. A febbraio avevo trovato un accordo con la proprietà dell’immobile dove è sito il New Valentino e così ho deciso di fare l’ultima estate prima di chiudere come poi ho effettivamente fatto».

«Perché ho detto basta? I due anni di pandemia tra lockdown e restrizioni, la scomparsa di mio fratello e l’età che non è più “verde” hanno avuto il loro peso. A febbraio avevo trovato un accordo con la proprietà dell’immobile e ho deciso di fare l’ultima estate prima di chiudere. Avevo già deciso in primavera…»

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Insomma, la decisione era già stata maturata da tempo.

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Il compianto Luciano Bondavalli

«Sì, avevo già deciso tutto in primavera, a settembre non ho dovuto fare altro che confermare e mettere in atto quanto già preventivato».

Soprattutto in questo ultimo lasso temporale, c’è stato anche un solo momento nel quale hai pensato di poter cambiare idea?

«In certi momenti era ovvio fare determinati pensieri: non nascondo che ho anche meditato di cambiare idea, perché poi la passione per il lavoro ed il voler rimanere attivo ti danno sempre l’adrenalina giusta per continuare a vivere le serate. Però l’atmosfera settembrina con la sua ritrovata calma mi hanno riportato alla mia decisione che tra l’altro già maturavo all’epoca con mio fratello. Di smettere avevamo iniziato a parlarne negli ultimi periodi, quando lui era ancora in vita. Poi consentimi un’altra considerazione…».

«Vedere Luciano spegnersi in pochi mesi mi ha profondamente scosso e di conseguenza indotto anche a fare tanti pensieri. Il primo è che la vita non può essere tutta interamente dedicata al lavoro e al sacrificio e poi ho quasi settant’anni: credo fosse arrivato il momento di andare in pensione»

Prego.

«Vedere la morte di Luciano in un arco temporale così breve, di appena due o tre mesi, è un qualcosa che mi ha profondamente scosso e di conseguenza indotto anche a fare tanti pensieri. Il primo è che la vita non può essere tutta interamente dedicata al lavoro e al sacrificio e poi ho quasi settant’anni: credo fosse arrivato il momento di andare in pensione».

Qual è stato il momento più bello di questi 45 anni (anche se forse sceglierne uno solo non è semplice)?

«La fase più bella ed esaltante è stata senza dubbio il primo periodo in cui prese forma il New Valentino. Venivamo da un locale molto piccolo e con spazi ristretti, ne mettemmo su uno decisamente più ampio che poi era il Valentino a metà, quello che divideva l’area con il Charly. Quel periodo mi resterà per sempre impresso nella mente, c’era una gioventù napoletana di assoluta qualità, composta da persone che oggi occupano ruoli importanti nella società partenopea. Insomma, tutta la cosiddetta Napoli Bene nei fine settimana di giugno e luglio frequentava il Valentino. Tra l’altro tutti loro mi hanno tributato una manifestazione di affetto sui social nel momento in cui è venuta fuori la notizia che mi ha sinceramente stupito. Non avrei mai pensato che tanti affermati professionisti potessero dedicarmi un pensiero, sono rimasto davvero colpito e ancora adesso non riesco a nascondere l’emozione».

«Sono cambiati usi e costumi della movida agostana. In tanti non seguono la famiglia in vacanza ma si spostano a Ibiza, Formentera, Mykonos: una volta non si sarebbe concepito di prendere un volo aereo per trascorrere un fine settimana in una di queste località, oggi è tranquillamente alla portata di tutti»

Com’è cambiata la movida in questi 40 anni? E soprattutto è vero che quella agostana è decisamente scaduta di livello?

«Inutile negarlo, la movida nel mese di agosto è scaduta e pure parecchio rispetto al passato. Ma il fatto è che la gioventù napoletana che frequentava Ischia oggi ha cambiato le sue abitudini. In tanti non seguono la famiglia in vacanza ma si spostano a Ibiza, Formentera, Mykonos. Sono cambiati usi e costumi, una volta non si sarebbe concepito di prendere un volo aereo per trascorrere un fine settimana in una di queste località, oggi è tranquillamente alla portata di tutti».

L’Ecstasy resterà aperto, giusto?

«Con l’Ecstasy resterò aperto anche se penso di cambiare qualcosa: poi lo affiderò a mia figlia Ludovica che porterà avanti la mia opera. Però vorrei apportare delle modifiche e ammodernare la struttura, avrò tempo per pensarci».

Posso chiederti un saluto e un pensiero per tutti coloro che ti hanno accompagnato in questi lunghissimi anni?

«Innanzitutto li voglio ringraziare perché ho avuto modo di constatare che il ricordo di mio fratello Luciano è ancora impresso nei loro cuori. Tutti gli vogliono ancora bene e ricordano momenti di allegria e spensieratezza trascorsi insieme al New Valentino. Questo mi ha fatto piacere più di ogni altra cosa».

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