CRONACA

IL CONVEGNO Eutanasia occupazionale, da Ischia l’allarme dei Commercialisti Ancal

Un Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili forte ed autorevole, in grado di dialogare con la politica e le istituzioni ed attento alle problematiche degli iscritti e degli Ordini, dai più piccoli ai più grandi. È questo di cui abbiamo bisogno «ed è ciò che tutti i colleghi che sto incontrando chiedono a gran voce». Lo ha detto, a margine del Forum sulle politiche attive del lavoro promosso dall’Ancal (Associazione Nazionale Commercialisti Area Lavoro) nella sala della Curia Vescovile di Ischia, Elbano de Nuccio, Presidente dell’Odcec di Bari e candidato alla presidenza dei commercialisti italiani.

«Per ottenere un risultato così è necessario un lavoro di squadra, per questo motivo, con i presidenti di Milano, Torino e molti altri ordini, abbiamo lavorato su un modello di democrazia partecipativa che si contrapponga al vecchio sistema di accaparramento delle poltrone. Siamo stati in silenzio in questi mesi – ha aggiunto il numero uno dei commercialisti baresi – per rispetto dei ruoli, nella convinzione che protagonisti dei prossimi quattro anni debbano essere i nuovi consiglieri degli enti territoriali ed anche per constatare se esistevano le condizioni per individuare un percorso basato su una unità di intenti». Dall’isola verde è partita anche la sfida di Gian Piero Gogliettino, segretario generale Ancal, sulle tematiche del lavoro: «Una delle priorità per la ripartenza dell’occupazione nel nostro Paese è quella di favorire il matching tra imprese, formazione e lavoratori. In questo senso ai commercialisti spetta un ruolo di primo piano tra gli operatori dei servizi per il lavoro. Bisogna sfruttare la competenza e l’esperienza maturata nell’ambito della gestione e della consulenza del lavoro al fianco delle aziende senza dimenticare, tuttavia, che non ci può essere occupazione senza impresa. Servono investimenti per favorire la ripartenza dell’impresa pubblica e privata, in particolare quella industriale, accanto a misure per una politica fiscale di vantaggio che alimenti un circuito virtuoso tra sviluppo, aumento dei consumi e lavoro», sottolineando, appunto, che «il Covid ha messo a dura prova non solo il sistema sanitario ma anche la tenuta dei livelli occupazionali».

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