CRONACA

Il covid? E’ il colpo di grazia per l’economia isolana

L’analisi amara (ma purtroppo realistica) dello stato dell’arte soprattutto per quanto riguarda un settore già in crisi come il commercio

L’emergenza Covid colpisce l’economia campana con un calo stimato del Pil nel 2020 pari a 7 %. In tutta Italia il calo è del 12,8% rispetto all’anno precedente. Ma è soprattutto nel fatturato del commercio e dei servizi, che la nostra bella isola soffre di più. Circa un terzo delle imprese artigiane campane denuncia continuamente problemi di liquidità. Le chiusure forzate hanno colpito soprattutto il commercio che avverte anche le maggiori difficoltà organizzative. Oltre il 70% delle imprese dell’industria e dell’artigianato ha fatto ricorso ad ammortizzatori sociali, attorno al 60% per commercio e servizi. Hanno poi di conseguenza ridotto l’organico; le imprese hanno preferito rinviare le assunzioni previste o in misura minore non rinnovare i contratti in essere.

L’emergenza purtroppo ha scatenato una crisi senza pari cancellando gli sforzi dell’ultimo decennio. Ad oggi l’economia isolana è sospesa pericolosamente tra i danni senza precedenti provocati dalla pandemia e il difficile ritorno alla crescita. I turisti mancano all’appello e la crisi economica pesa sui consumi degli imprenditori isolani. Così le vie del centro storico dell’isola si sono svuotate e con loro anche numerosi negozi e alberghi. A pagare il prezzo più alto, oltre alle attività commerciali, ci sono ristoranti e hotel. Le saracinesche abbassate hanno già fatto la scelta più dura, quella di chiudere per sempre l’attività. Le vendite promozionali iniziate già da fine giugno in molti esercizi, e i saldi posticipati, non sono serviti a risollevare il fatturato generale.

La crisi amara cesserà di esistere? Si tornerà alla piena normalità? L’obiettivo dei commercianti è quello di non cedere al fallimento. Il quadro è drammatico ma l’ottimismo degli ischitani è sempre presente, cercando di affrontare il processo di cambiamento in maniera combattiva e mostrando una correlazione positiva dell’andamento delle vendite. Siamo comunque di fronte a una situazione di tale emergenza capace di mettere a rischio anche il mercato isolano della moda. Lo stato di emergenza, dovuto al Coronavirus, induce gli imprenditori a riformulare i tempi del sistema moda, dilatando la proposta, nonché la richiesta e il consumo.

Possiamo allora ipotizzare una limitazione dei rilasci di nuovi articoli e collezioni nel mercato e una drastica riduzione delle capsule collection, nonché la scelta di utilizzare capi invenduti o tessuti non ancora tagliati per una moda sicuramente più sostenibile. Ma l’isola come sempre, tende ad essere ambiziosa e sorridente, reinventando proposte commerciali adatte anche al consumatore medio, con la speranza di vedere presto lo stop concreto di questo mostro infettivo che non ci da pace.

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