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Il covid e l’impennata dei contagi, D’Amore: «Ischia attenta, cosi’ non va»

Ischia per un periodo è stata un’isola a contagio zero. Poi però parliamo di una realtà che da fine maggio ogni fine settimana ha ospitato decine di migliaia di persone. Quanto c’è di statistico nell’aumento dei contagi e quanto invece c’è da essere preoccupati?

«C’è tanto da essere preoccupati. Mi si potrebbe obiettare che allo stato attuale ci sono 270.000 presenze sull’isola e quindi in proporzione un aumento dei contagi come quello che si è registrato negli ultimi giorni tutto sommato ci sta. Però, a questo punto il mio timore è alto, perché noi restiamo un’isola con tutto quello che ne consegue e le faccio un esempio: se noi dovessimo avere la necessità di trasferire un paziente covid positivo per una patologia associata come una peritonite, tenga conto che con le temperature attuali all’interno di una barella di contenimento raggiungeremmo una temperatura tra i cinquanta e i sessanta gradi. Insomma, diventa tutto molto più complicato ed è chiaro che da parte mia c’è preoccupazione. In fondo un grido d’allarme serve a questo: statisticamente i numeri ci possono stare se rapportiamo i positivi alla popolazione stanziale, ma questo non significa che si possa stare tranquilli. Ricordiamoci che Ischia resta pur sempre un’isola».

Che cosa è stato sbagliato nei comportamenti e negli atteggiamenti? L’impressione è che ci sia stato proprio uno “sbracamento”, se mi passa il termine poco ortodosso.

«Io ho cercato in questi giorni di mantenere l’attenzione alta, perché siamo consapevoli che fisiologicamente c’è stato un calo dell’attenzione stessa. Non posso dire cosa è stato sbagliato, piuttosto posso ricordare quello che abbiamo fatto bene. Penso all’azione di prevenzione con la vaccinazione che abbiamo iniziato ad aprile e che di fatto ci ha consentito di lasciare il territorio a contagio zero per oltre un mese e mezzo, se non avessimo fatto questo oggi a Ischia non conteremmo circa 300 positivi ma addirittura il doppio o il triplo. Penso ad altre attività di natura preventiva messe in atto dai sindaci e della forze dell’ordine, ma adesso non bisogna rallentare ed è necessario continuare a insistere con le persone. Ha ragione, questa sensazione di “sbracamento” si avverte eccome: noi siamo portati a colpevolizzare spesso i giovani, eppure io mi pongo due domande. C’è qualcuno che osserva l’ordinanza del presidente De Luca che vieta la vendita da asporto di bevande alcoliche dopo le 22? C’è qualcuno che indossa la mascherina quando cammina per strada? Io ho visto anche foto che mi hanno inviato da Ischia con gente che entra nei negozi senza indossare i dispositivi di protezione individuale. E quindi… ».

«C’è tanto da essere preoccupati. E’ vero, se consideriamo che attualmente ad Ischia si trovano 270.000 persone, percentualmente l’aumento dei contagi può anche starci. Ma il mio timore rimane alto, perché parliamo pur sempre di un’isola con tutto quello che ne consegue»

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E quindi?

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«Non possiamo pensare che ci sia un poliziotto o un vigile urbano per ogni persona che abita o è in vacanza sull’isola».

Posso chiederle, basandomi sul senso pratico di un medico, di cosa deve preoccuparsi l’isola e la sua comunità?

«L’isola deve preoccuparsi se il contagio aumenta in maniera esponenziale, se per necessità siamo costretti a trasformare i posti letto del Rizzoli in posti covid,come purtroppo accadrà. Noi oggi in ospedale abbiamo sette posti covid e sette ricoverati. Da domani (oggi per chi legge, ndr) ne apriremo altri dieci. Dobbiamo stare tranquilli da un lato, ma essere consapevoli che esistono anche altre patologie. Ecco, di questo bisogna preoccuparsi. Guardi, io sono strafelice di questo ritorno dei turisti, ma mi rendo conto che davvero c’è stato troppo… Veda, si è fatto un gran parlare dell’annullamento della Festa di Sant’Anna, ed è una cosa che è dispiaciuta al sindaco, al governatore De Luca e pure al sottoscritto. Ma ci rendiamo conto che qualsiasi fenomeno di aggregazione può trasformarsi nello spazio di dieci giorni in un aumento del contagio? Lo abbiamo visto con la festa senza regola in occasione della vittoria dell’Italia ai campionati europei. Mi rendo conto, dispiace annullare un evento, una manifestazione, una sagra, ma noi dobbiamo dispiacerci soprattutto per le persone che stanno male e per quelle che sono morte e dolerci del fatto che questo virus continua a correre anche per la saccenza di chi insiste nel non volersi vaccinare. E su questo vorrei esporre un dato».

Prego.

«Sui 300 casi di positività al covid che si registrano attualmente sull’isola, ben 190 non sono vaccinati. Credo che i numeri dicano tanto, se non proprio tutto».

A proposito di vaccini, come mai non si è pensato a una campagna vaccinale per i più giovani sui lidi anche in una località molto frequentata come la nostra isola?

«Abbiamo messo in campo questo tipo di iniziative, siamo stati i primi come Asl. Ci siamo recati a Pozzuoli, Licola, Bacoli, Monte di Procida, siamo andati dappertutto. Ma le spiagge di Ischia che avrebbero consentito questo, mi dice quali sono? Mi raccontano che ci sono i vigili sugli arenili che fanno allontanare le persone, mi dicono che non c’è il posto nemmeno per poggiare una sedia o un ombrellone sulla sabbia. Studiamo iniziative nelle piazze, anche se bisogna rendersi conto che la vaccinazione ha un’efficacia sette giorni dopo la seconda dose».

«E’ vero, si avverte una sensazione di “sbracamento”: noi siamo portati a colpevolizzare spesso i giovani, eppure io mi pongo due domande. C’è qualcuno che osserva l’ordinanza del presidente De Luca che vieta la vendita da asporto di bevande alcoliche dopo le 22? C’è qualcuno che indossa la mascherina quando cammina per strada?»

Posso chiederle il governatore De Luca con quale interesse guarda al caso Ischia e più in generale all’aumento dell’indice di contagiosità che si sta registrano in Campania?

«Il governatore è preoccupato, come sempre, io posso solo interpretare le sue manifestazioni e il suo stato d’animo. Posso dire che come unità di crisi abbiamo aumentato i posti letto in Campania perché ci aspettiamo al rientro delle vacanze un aumento dei ricoveri. Le faccio un esempio che credo sia abbastanza indicativo e mi riferisco all’ospedale di Pozzuoli. La struttura dispone di 22 posti che non sono mai stati chiusi ma siamo passati nel giro di dieci giorni da tre ricoverati a ventidue ricoverati. Con questi dati De Luca non può che essere preoccupato, per questo nella sua comunicazione su social e media tiene sempre alta l’attenzione e monitora in maniera particolare il caso Ischia. Anche perché proprio la vaccinazione di massa sull’isola ha dimostrato che il governatore ci ha visto lungo, i vacanzieri sono tornati anche per questo, l’azione è stata eccezionale sia per l’economia che sotto il profilo sanitario. Siamo sinceri, se non ci fosse stata oggi i numeri sarebbero molto diversi».

Da medico come guarda alla ormai prossima riapertura delle scuole, con una variante che circola tanto soprattutto tra i giovani?

«In Campania siamo stati tra le regioni più attente ai fenomeni scolastici. Quando ad esempio si registra un caso di meningite, noi chiudiamo tempestivamente la scuola, la classe e disinfettiamo. Quando si verificano le sindromi influenzali nel periodo invernale, sappiamo benissimo che si trasmettono specialmente in ambiente scolastico. Pensare dunque che un virus con una variante delta che è altamente trasmissibile e contagiosa non possa arrecare preoccupazioni sulle lezioni scolastiche è da ignoranti o da irresponsabili. Ecco perché bisogna fare in modo che l’intero corpo docente sia vaccinato, non ci sono altre strade percorribili».

«L’isola deve preoccuparsi se il contagio aumenta in maniera esponenziale, se per necessità siamo costretti a trasformare i posti letto del Rizzoli in posti covid,come purtroppo accadrà. In ospedale abbiamo sette posti covid e sette ricoverati, ma adesso ne apriremo altri dieci. Dobbiamo stare tranquilli da un lato, ma essere consapevoli che esistono anche altre patologie»

In questo periodo di pandemia è passato poco inosservato il fatto che il Rizzoli ha continuato a garantire una serie di prestazioni e questo non era affatto scontato. E poi a breve inizieranno i lavori, che ospedale diventerà quello di Lacco Ameno?

«Lei sa che ho Ischia nel cuore, sull’isola abbiamo investito risorse ed energie. Innanzitutto mi lasci dire che sono orgogliosissimo dei miei collaboratori, dei livelli assistenziali che abbiamo migliorato e dobbiamo ancora migliorare. Spero che entro la fine dell’anno solare si possa mettere la prima pietra su quello che è l’ampliamento dell’ospedale Rizzoli, ma mi piace poi ricordare che noi in questi anni abbiamo dato servizi che a Ischia in passato non erano mai stati erogati come quelli di oculistica, cataratte, defibrillatori. Insomma, abbiamo messo tanti piccoli tasselli che hanno colmato delle lacune decennali. Ma questo non ci deve far fermare, conosciamo le criticità dell’isola soprattutto sul reperimento del personale. Questa è una battaglia aperta, io ho dimenticato a memoria quanti concorsi ho fatto per l’isola e le posso garantire che comunque infermieri e OSS sono aumentati del 20 per cento, anche se oggettivamente è ancora poco. Ma vorrei aggiungere un’altra cosa».

De Luca segue in maniera particolare il caso Ischia. In fondo la vaccinazione di massa sull’isola ha dimostrato che il governatore ci ha visto lungo, i vacanzieri sono tornati anche per questo, l’azione è stata eccezionale sia per l’economia che sotto il profilo sanitario. Siamo sinceri, se non ci fosse stata oggi i numeri sarebbero molto diversi»

Prego.

«Oltre all’ospedale abbiamo dato un’assistenza completa sul territorio, aprendo la SIR, ridando dignità a patologie che non potevano vantarla. Stiamo per migliorare, e in parte l’abbiamo già fatta l’assistenza territoriale, ma con l’anno della cultura di Procida Capitale ci sarà un fortissimo investimento anche sull’isola. Spero che l’anno prossimo possiamo avere non 270.000 presenze stanziali, ma addirittura 300.000, magari senza covid e con la voglia di portare la nostra isola (e mi lasci passare il termine nostra, perché la sento anche mia per davvero) sempre più in alto a livello nazionale e internazionale, così come merita».

L’ultimo telegrafico appello?

«Vaccinatevi, vaccinatevi, vaccinatevi. E’ l’unica arma che abbiamo per contenere e prima o poi sconfiggere questo nemico invisibile».

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