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Il decreto Ischia e lo sforzo del governo

DI SABRINA RICCIARDI

Cari ischitani, anzitutto complimenti per la perla del Mediterraneo in cui vivete. Un’isola meravigliosa, verde e azzurra, abitata da gente fantastica. Fantastica anzitutto per la grande dignità con cui ha affrontato una tragedia che ha annientato una comunità. Penso alle tante famiglie dei comuni di Lacco Ameno, Casamicciola Terme e Forio che da un giorno all’altro si sono ritrovati senza casa. Senza un tetto, senza un minimo di sussistenza. Vite cambiate da un giorno all’altro. Non voglio parlare di ciò che non ha fatto il precedente Governo per quest’isola. Non è nel mio stile. Vorrei semplicemente raccontarvi del grande sforzo di questo Governo e della nostra sensibilità nel dedicare un intero capitolo della Legge Genova a Ischia. Non a caso quest’estate avete accolto il nostro Vicepremier Luigi di Maio, il nostro Premier Giuseppe Conte, nonché molti portavoce nazionali e regionali. Ischia sta nel nostro cuore: lo abbiamo dimostrato e lo stiamo dimostrando. Io stessa sono venuta a parlarvi del nostro impegno di Governo a Casamicciola Terme assieme al meetup locale capitanato da Caterina Iacono, ove ho avuto modo anche di conoscere il Sindaco di Lacco Ameno Giuseppe Pascale, che assieme al Sindaco di Forio, del Deo, è venuto al Senato a ringraziare il nostro operato. E certamente i due Sindaci non fanno parte del MoVimento, il che rafforza la bontà della Legge, sottolineando l’onestà istituzionale dei Sindaci, che ringrazio. Ci terrei però a sfatare anche tutte queste inesattezze che stanno gettando fango sulla vostra comunità e sul Movimento 5 Stelle. Anzi, lo grido: IL MOVIMENTO 5 STELLE NON HA FAVORITO ALCUN TIPO DI CONDONO. Chi sostiene questo, mente e cavalca una polemica che non ha ragion d’esistere. E vi spiego perché. Stiamo assistendo ad un teatrino assurdo. Questa norma non riapre i termini del condono: semplicemente prevede la disamina delle pratiche di condono già pendenti all’entrata in vigore della legge.

Il rinvio alla 47/1985 non è un rinvio per allargare le maglie o per eludere i vincoli. Infatti i vincoli sono già istituiti e distinti proprio nella ‘47 del 1985. E più precisamente all’articolo 33 della prima legge definisce quelle che sono le opere non suscettibili di sanatoria, cioè quelle che insistono in area a cosiddetto vincolo assoluto per i quali non si potrà ottenere la sanatoria. L’articolo 32 invece sancisce che il parere è subordinato al rilascia l’autorizzazione (o meglio, dobbiamo parlare di un parere paesaggistico), e dunque l’abilitazione, da parte dell’ente preposto alla tutela del vincolo. Cioè significa che dove esiste il vincolo ambientale e paesaggistico occorre il parere della Soprintendenza di Napoli, ente periferico del Ministero che tutela i beni ambientali. L’articolo 32 della legge 47/1985 testualmente dice: “il rilascio della concessione o della autorizzazione in sanatoria per opere eseguite su aree sottposte al vincolo, ivi comprese quelle ricadenti nei parchi nazionali e regionali è subordinato al parere favorevole delle amministrazioni preposte alla tutela del vincolo stesso. Qualora tale parere non venga reso dalle suddette amministrazioni entro 180 giorni dalla domanda, il richiedente può impugnare il silenzio-rifiuto della relativa amministrazione”.

Tradotto in termini pratici, quando il cittadino trasmettevi la pratica in Soprintendenza e questa in 180 giorni non rendeva il parere, il silenzio si intendeva rifiuto per legge. Invece oggi, con la Legge Madia (e quindi del PD) accade che il silenzio-rifiuto è stato capovolto, tramutandosi in silenzio-assenso. In quanto tempo lo si matura ed in virtù di quale normativa? In materia paesaggistica, lo strumento che detta legge è il D.lgs 42/2004. All’articolo 146 comma 8, si prevede un arco temporale di 45 giorni. La legge Madia dice che nei  45 giorni se non arriva il parere equivale a silenzio-assenso, e questo è previsto dall’articolo 17bis della legge 241 del 1990. Cosa ha fatto invece questo governo? Ha previsto all’articolo 25, tra l’altro, l’istituzione della Conferenza dei servizi, cioè implicitamente sta dicendo alla soprintendenza: “tu vieni in conferenza dei servizi ed esprimi il parere in un arco temporale di 6 mesi”. La norma in esame prevede l’obbligo di definire le istanze di condono presentate ai sensi delle tre leggi (47/1985, primo condono, 724/1994 secondo condono, 326 terzo condono) per gli immobili che ne sono oggetto e che risultino al tempo stesso danneggiati dall’evento sismico dell’agosto del 2017. Il comma1 prevede altresì che per la definizione delle istanze trovano esclusiva applicazione le disposizioni capo quarto e quinto.

Tale norma in effetti presenta un contenuto del tutto analogo a quello dell’articolo 39 comma 1 del secondo condono (cioè del primo condono Berlusconi del 1994), secondo cui le disposizioni del capo quarto e quinto della 47/1985 (e successive modificazioni ed integrazioni) vengono modificate da questo articolo. Dopodichè per ragioni di ordine sistematico il rinvio alla 47/1985 è contenuto anche nella legge dell’ultimo condono 326/2003 e lo si ritrova pari pari all’articolo 32 comma 25 di tale legge alla quale si rinvia (e rinvia alle stesse previsioni). Questo modulo procedimentale che il legislatore ha messo in piedi è anche costituzionalmente orientato, perchè questa procedura è stata ritenuta costituzionalmente legittima ed è insidacabile dalla Corte Costituzionale con sentenza 196 del 2004. Attraverso questa tecnica normativa – consistente nel rinvio alle disposizioni dell’istituto del condono edilizio – si ha un’esplicita saldatura tra il nuovo condono e le prime due leggi precedenti. L’esigenza di formare quindi i procedimenti è dunque espressione di una tecnica legislativa ritenuta insindacabile dalla Corte Costituzionale.

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E’ vero solo una cosa, ovvero che la prima legge di condono non faceva riferimenti a nessun limite volumetrico. Ma questo è superato in questo modulo del Governo perchè alla fine si attua la legge più vicina al momento in cui si definisce. E dove si trovano questi vincoli volumetrici? Esattamente nel primo condono Berlusconi, il 30% delle preesistenze e fine a 750 metri cubi di volumetria. Quindi non è vero nemmeno che si sta usando la prima legge per avere una maglia più larga. Come non è vero che non si può costruire laddove ci sia il vincolo idrogeologico. Il vincolo idrogeologico non è un vincolo assoluto ma un vincolo conformativo che può essere superato con una pratica di svincolo. Come avviene? Il parere lo rende il Comune. Il vincolo idrogeologico è un vincolo che fu istituito  con il regio decreto del 23, dopodichè la Regione negli anni ha delegato la competenza prima alle provincie, poi ai Comuni. Oggi il parere lo rilascia il Comune previo però una autorizzazione che deve necessariamente avere dalla Regione Campania attraverso l’Assessorato all’agricoltura.

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E’ un vincolo conformativo che non pone particolari problemi se non la realizzazione di opere come per esempio il drenaggio delle acque, manutenzione ed installazione di pozzetti e così via. Quindi non è vero affatto che comporta la inedificabilità assoluta dell’area, per cui possono essere realizzati gli interventi, o che non danneggiano e mettono in pericolo i valori ambientali tutelati. Dopodichè bisogna aggiungere che non si ricostruirà al netto del condono: il condono non è preso on esame in quanto tale. Il condono a torto o a ragione il legislatore lo ha previsto solo per dare i requisiti di sanabilità laddove li si potrà ottenere per poter maturare il contributo, e per l’eventuale ricostruzione in sito o per eventuale diritto ad altro alloggio in altra sede qualora dallo studio di microzonazione sismica emergesse che in quell’area non si potrà più ricostruire. Questa ratio non interessa a nessuno, questa è la vera verità di questa norma. L’unica cosa che comunque non si potrà ottenere per silenzio è il parere sul vincolo idrogeologico, ai sensi della legge 28 dicembre 2015, n.221 secondo cui non lo si può maturare per silenzio perché occorre avere quell’autorizzazione regionale di cui abbiamo accennato poc’anzi. Nel ringraziare i lettori per l’attenzione, vorrei anche fare un plauso a Il Golfo per il grande lavoro informativo che porta avanti da tempo. 

* SENATRICE MOVIMENTO 5 STELLE

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