LE OPINIONI

IL COMMENTO Cosa si nasconde dietro la movida “malata”

Che cos’è la “movida”? Una parola che abbiamo preso in prestito dalla Spagna e deriva dal verbo “mover”, e significa muovere. Tra le tante sfumature del vocabolo, noi abbiamo adottato quella che s’intende per la vita serale e notturna molto movimentata. Esplose in Spagna subito dopo la dittatura di Francisco Franco, per esprimere la libertà al divertimento inteso anche come cultura del bello, dell’arte, della cultura, una rinascita da una società rigida che li aveva repressi in tutto, e dilagava la voglia del divertimento inteso anche come inno alla vita. Ma la nostra movida ischitana soprattutto dopo il lockdown si sta spostando sempre più verso espressioni di violenza, non di divertimento, ma di prepotenza verso il debole e che sfocia in comportamenti rabbiosi, senza motivo per il solo gusto di esibirsi e mettersi in mostra. Ma cosa spinge i nostri giovani a questo tipo di comportamento? Da dove scaturisce questa rabbia che esplode anche per futili motivi? Il divertimento dovrebbe essere altro e non associarlo solamente al “bere altrimenti non mi diverto oppure all’essere violento per mettermi in mostra”.

Ma cerchiamo di capire meglio cosa si nasconde dietro questi comportamenti che alienano sempre più i ragazzi e non sanno condividere più una sana serata tra amici. Ne ho parlato con lo psicologo Raffaele De Siano: «I videogiochi, così come i like sui social, sono stati inventati dalla psicologia comportamentale, che consiste nel condizionare un comportamento dandogli una ricompensa, a cominciare dall’addestramento di un animale ad azionare una leva per ottenere cibo. Il cibo che si ottiene vincendo al videogioco violento, quando si ammazza qualcuno, o altro, o con i like, è dovuto alla produzione di un po’ di endorfina da parte del cervello, la soddisfazione. Ma il problema è che se ne diventa dipendenti, come da una droga, ed è per questo che non se ne può fare a meno. E per avere quel tipo di droga, si può rischiare di perpetrare nella realtà quella soddisfazione nei modi che si sono appresi da videogiochi, like, film horror, o con effetti speciali sempre più catastrofici, perché il bisogno di quella droga aumenta in progressione geometrica. Alcuni libri: “Psicologia dei videogiochi”, “Iperconnessi”, “10 ragioni per cancellare subito i tuoi account social”, questo scritto da un programmatore di Google! La psicologia comportamentale è usata dalla pubblicità, dai dittatori, e da coloro che addestrano i torturatori, ed è un arma formidabile di propaganda. Ma soprattutto è una terribile arma contro la capacità e la libertà di pensare, di conseguenza contro la democrazia, visto che è vincente solo la violenza. Va bene al business, ma è contro ogni tipo di umanità ed empatia. E’ la società dei rintanati, degli esclusi, dei senza genitori…..di quelli che vogliono scoprire la vita senza la conoscenza. Tutto è colpa di assenza e di rapporti sociali azzerati….pochi i sani che partecipano a feste e viaggi troppi chiusi in camera con fortnite o a masturbarsi e vivere di fantasie senza relazioni reali….poi una volta in gruppo solo scompenso. Essendo psicologo li conosco bene».

Ed entriamo in un mondo sconosciuto dove la responsabilità è tutta di noi adulti per non prestare la dovuta attenzione ai nostri figli, scaricandoli davanti a computer e tablet per non dedicargli attenzioni e tempo, e non li educhiamo ad essere liberi con la mente ma ad essere prigionieri di un sistema. «Prima dei videogiochi arrivano i film violenti, i telegiornali violenti , i cartoni animati violenti, i fumetti violenti e la vita di tutti i giorni che volenti o nolenti contiene violenza di tutti i gradi a tutti i livelli: dai bimbi che litigano al nido per un giocattolo, gli adulti per un parcheggio, i cani in strada ringhiano e fratelli e sorelle un pò giocano e un pò si azzuffano in salotto. Secondo me la chiave è essere sempre disponibili a dare le giuste spiegazioni, ripetute a iosa, edulcorando il giusto ma senza raccontare troppe mezze bugie che tanto bimbi e ragazzi le sgamano subito proprio perché nella vita reale ne vedono gi° di tutti i colori. Al mio paziente bimbo di 4 anni ricordo spesso che quello che vede nei cartoni sono belle storie ma che non sono reali, che power ranger, gormiti, george e pigiamini non esistono, che il potere del fuoco esiste solo in tv mentre il potere dei nanetti lo fa scompisciare dal ridere, che la sorellina che lo morde è vera e che il dolore che sente è lo stesso che sentono anche i suoi amichetti quando ci litiga». E se lo afferma Raffaele De Siano che ha una lunga esperienza come psicologo nelle carceri minorili, sempre affianco ai ragazzi disadattati e con problematiche, dovremo veramente riflettere e ripensare all’educazione dei nostri figli, e a ribellarci a questa modernità che ci opprime, che ci rende ottusi e a non saper reggere il confronto. La rabbia aumenta e si tramuta sempre più in violenza senza intermediazioni, seguendo il comportamento del branco. Eppure abbiamo una gioventù bellissima ed intelligente, un vero patrimonio da custodire e da tutelare, si riempiono di ciò che gli offriamo, meritano attenzioni, dedizione, i nostri ragazzi sono preziosi, non sono sbagliati loro, è sbagliato lasciarli soli.

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