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Il degrado dell’isola ed il letargo dei giovani

 

 

Di Mauro Iovino

Abbiamo letto, nel pezzo della nostra Isabella Puca, dell’accorata lettera dello scultore Giovanni De Angelis affidata al Social Network; “in poche ore sono stati tantissimi quelli che l’hanno condivisa  sottolineandone il dissapore in comune: Ischia è un’isola immersa totalmente nel degrado”. Come dargli torto, come non condividere gran parte del pensiero criticamente attivo di chi conosce bene la nostra terra, i nostri luoghi, ed anche i tanti, troppi, nostri limiti. Le difficoltà legate ad uno sviluppo del territorio che arranca e che non si è mai verificato del tutto, neanche negli “anni d’oro”, nel boom dell’isola, quando ci venivano i divi di “Hollywood” per i film o per le vacanze. Come si fa a non vedere la troppo spesso inconsistente o addirittura dannosa azione politica, quella odierna, o quella  del passato. Macchie indelebili che hanno rovinato, scambiato il Verde della nostra isola. Come si fa a non vedere quanto lontana è la strada per lo “sviluppo” turistico, nonostante gli incoraggianti numeri dell’estate scorsa. Insomma non è difficile accorgersi del degrado, ma sembra che gli unici che su quest’isola abbiamo occhi critici siano pensionati o chi comunque, anagraficamente ha già superato il mezzo secolo di vita. La coscienza critica sembra non appartenere ai nostri giovani, disinteressati dal degrado che c’è intorno, lontani dalla voglia di rivalsa, quello spirito un po’ rivoluzionario che ha contraddistinto le passate generazioni. Oggi, forse, sono troppo distratti dalla realtà virtuale, quella dei social, dei reality o dei talent. Oggi, dove sono i genitori a cercare l’approvazione dei figli e non il contrario, i nostri giovani hanno perso anche quell’anelito di senso civico che era rimasto nella società. Oggi dove le nuove generazioni sono dette del “capo chino” , i giovani camminano con la testa dentro mondi paralleli, dimenticando, o ignorando, quello reale, quello che vivono ogni giorno, che invece però inesorabilmente avanza, cambia, peggiora, si degrada! E in uno strano scambio di ruoli, chi su questa terra ci dovrà stare di meno, visto l’età maggiore, diventa, o prova almeno a diventare attento custode del bello, e strenuo critico del brutto, mentre chi, come i nostri giovani su questa terra dovrà mettere le radici, per provare a far germogliare i fiori del sapere, della valorizzazione dei propri luoghi, troppo spesso decide di andare via, puntando il dito contro un sistema, che però non ha neanche provato a cambiare e che forse non ha mai realmente compreso.

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