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Il fascino della Via Crucis nella cornice del Castello Aragonese

DI ANTONIO LUBANO

Foto di Giovan Giuseppe Lubrano

Don Carlo Candido nella scia di Don Agostino Iovene, il Vescovo Mons. Pietro Lagnese nel solco iniziato dal suo predecessore  il Vescovo Mons. Antonio Pagano, negli anni ‘80. La storia della Via Crucis diocesana, dalla vecchia Cattedrale del Borgo di Celsa all’antica Cattedrale dell’Assunta sul Castello d’Ischia, passa per questi nomi e personaggi, e rilancia un evento religioso che ancora una  volta coinvolge il popolo devoto di Ischia Ponte che mai ha smesso di amare la tradizione che nei suoi aspetti più significativi, gli rafforza oltremodo la fede in Cristo Gesù e nei santi patroni a cui nella loro vita di santità si sono ispirati. La Via Crucis che ieri sera è stata celebrata con spirito penitente nell’atmosfera, per incanto diventata mistica e nello stesso tempo cupa di Ischia Ponte,per il tragicus actus della morte del Cristo,ha richiamato i valori cristiani di una cultura dell’appartenenza religiosa che rende forti chiunque si lascia coinvolgere, ed apre porte sante di speranza  e di misericordia come i messaggi del Giubileo della Misericordia  in corso indicano. Quindi ancora una volta il Centro storico di Ischia Ponte, ha vissuto l’esperienza della Via dolorosa, ossia quella Via Crucis che percorrendo il piazzale ed il ponte aragonese ha riproposto le prime stazioni in cui  si è consumato  il dramma di Gesù che spirò dopo sulla Croce. I giovani della pastorale del Vescovo Lagnese con Don Carlo in prima fila, hanno letto i passi sacri del testo di passione,all’aperto, fra le fiaccole accese che hanno fatto ala al corteo penitenziale guidato dal Vescovo lungo il vecchio ponte, sugli storici scalini a distesa del tenebroso tunnel che porta ai resti dell’antica Cattedrale dove la  Via Crucis ha terminato il suo cammino della penitenza e dove si è rievocato il momento dell’ultimo respiro del Cristo condannato dai suoi aguzzini alla morte di Croce. Davanti alla Porta Santa della Cattedrale, un artista dell’antico canto popolare napoletano, ha cantato una vecchia canzone a devozione della Madonna Addolorata.

 

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