«Secondo me la questione non è essere o meno favorevole alla didattica in presenza, ma di valutare con obiettività la situazione epidemiologica e di tirare le giuste conclusioni. È un momento critico, dove la curva dei contagi cresce, anche sulla nostra Isola, e non possiamo permetterci il lusso di sbagliare e per non sbagliare dobbiamo evitare qualsiasi potenziale possibilità di contagio. Consapevole dell’importanza della didattica in presenza, per ragioni che è superfluo precisare, e delle difficoltà di molti genitori che, per motivi lavorativi, hanno difficoltà a gestire i bambini a casa, a mio avviso l’anno scolastico è partito male e ciò ha creato focolai importanti in parecchi istituti scolastici, soprattutto nella scuola dell’infanzia con conseguenti pericolosi cluster familiari. Alla luce del sovraffollamento delle strutture ospedaliere e delle enormi difficoltà dei sanitari, non posso che auspicare una chiusura delle scuole perchè non è consentito rischiare in questo momento e poi sarebbe inutile aprire fino a Natale. È preferibile lasciarle chiuse e organizzarsi al meglio, da gennaio, in attesa che arrivi presto il vaccino».
