LE OPINIONI

IL COMMENTO La diseducazione al bello

Quando ho pensato di confezionare questo articolo, con il titolo che appare, non era stato ancora pubblicato il commento di Raffaele Mirelli “La liberazione, ossia rieducazione alla bellezza” apparso martedì 31 agosto. Sono stato sorpreso dalla coincidenza e dal comune sentire, anche se ormai conosco bene il giovane filosofo. Sottoscrivo tutto quello che lui ha scritto, a cui aggiungo alcune riflessioni di carattere amministrativo. Strana isola, Ischia. Ci sono bravissimi fotografi che immortalano vedute fantastiche e poi non ci si accorge di brutture che, giorno per giorno, degradano il nostro paesaggio. Tutti danno giudizi estetici (ed etici) sulla plebe napoletana che invade Ischia in agosto, importando sull’isola stilemi dei quartieri cittadini più problematici o di periferie estreme, ma viene steso un velo pietoso sulle continue deturpazioni perpetrate da noi ischitani ai danni di un paesaggio urbanistico che la Natura e la mano artistica dell’uomo hanno creato. A che cosa è dovuto questo? Certo, ad una cultura malata e inficiata dal consumismo e dal Dio Danaro e ha ragione Mirelli quando dice che dobbiamo “sottrarre” piuttosto che “aggiungere” qualcosa nello sviluppo sostenibile dell’isola. Meno quantità di turisti, più qualità. Meno auto e moto, meno velocità, intesa sia come procedere delle auto che modus vivendi frenetico, ma inconcludente, degli isolani. Ma il degrado è dovuto anche al lassismo dei pubblici amministratori che, dato il sistema elettorale perverso, non ha alcun interesse a “reprimere” gli attentati al bello. La “repressione” non produce voti, li sottrae. Ecco, allora, che ipocritamente, si fanno leggi e regolamenti ma non si fa assolutamente nulla per farli rispettare. La Magistratura, dal canto suo, è forte con i deboli e debole con i forti. Decreta abbattimenti di case (abusive sì) ma che, non compromettendo contesti ambientali pregiati e costituendo per lo più abitazione unica per nucleo familiare insediatosi da tempo, potrebbe essere “sanata” in modo meno traumatico dell’abbattimento. Alla Magistratura non interessa la baracca abusiva, la recinzione non consentita, le antenne televisive che disturbano il panorama. Né tanto meno la Magistratura tocca gli abusi di personaggi altolocati.

A Ischia è mai capitato un abbattimento ai danni di un grande imprenditore, di un magistrato stesso, di noti politici? A questo punto farò qualche eloquente esempio, relativo al Comune d’Ischia, ove risiedo, ma avviene lo stesso anche negli altri Comuni dell’isola, da cui emergerà quanta distanza esiste tra “norma” ed “applicazione della norma”. Prima però dobbiamo liberarci da un pregiudizio da cui ci facciamo condizionare: l’errore cioè che ci siano isole felici sottratte ad ogni dissipazione del paesaggio. Spesso, parlando con Clementina Petroni, donna combattiva, colta, con vena artistica, mi fa notare che anche nei casi in cui meno te lo aspetti, come può essere il Castello Aragonese, vanto di tutti gli ischitani, ci sono trascuratezze e carenze paesaggistiche che rischiano di compromettere un Patrimonio che, unitamente all’intero Borgo di Ischia Ponte, ambisce a diventare (anche formalmente) bene Unesco dell’Umanità, al cui progetto sta lavorando un Comitato sollecitato da Luciano Venia. Ha ragione Clementina, non dobbiamo farci frenare dalla circostanza che siamo tutti grati alla famiglia Mattera (di tutti i suoi componenti, mogli, figli). Anche sul Castello ci sono disattenzioni sulla gestione, sulla manutenzione del verde e su altri aspetti. Si consideri anche la non trascurabile circostanza che il Maschio è sotto confisca dello Stato per questioni tributarie e finanziarie della società proprietaria (i Mattera non c’entrano) . E’ ovvio che sorge l’interrogativo su chi si preoccupa della manutenzione di quel bene. Trovo – tra l’altro – che sia insufficiente la collaborazione tra privato ed ente pubblico comunale. Faccio un esempio: è da tempo inibito l’uso dell’ascensore per le visite, in quanto la proprietà teme fortemente insidie della pandemia, Ma possibile che, in un’Italia che alla fine ha consentito tutto, non si possano, con l’ausilio dell’ente comunale e dell’Asl, adottare misure e protocolli tali da attivare (magari contingentando gli accessi) l’uso dell’ascensore? Pensiamo ai visitatori anziani, con problemi di mobilità, a cui viene sottratto questo godimento del bello!

“Godimento del bello” è questa la locuzione magica sulla quale dobbiamo soffermarci. Pensate che in Paesi come la Svezia e la Finlandia esiste, sancito da antico diritto, la norma del godimento pubblico inalienabile del paesaggio, per cui ogni cittadino può liberamente accedere anche in proprietà, boschi e parchi privati per godere del bello della Natura, a patto – ovviamente – che non vi arrechi danno. In Svezia tale diritto si chiama “allemansratt”, in Finlandia è un po’ più impronunciabile “joka miehenoikeus”. In Italia non esiste nulla di simile. Per mettere insieme una normativa che tuteli le bellezze naturali bisogna tener conto dei Piani Regolatori, del Codice Nazionale dei Beni Culturali, dei Piani Paesistici Territoriali, dei Regolamenti comunali di estetica cittadina e di altre norme sparse. Sembriamo iperprotetti ma, in realtà, siamo del tutto “scoperti”. E’ facile mettere in evidenza come tra il “dire” e il “fare”, tra la norma e l’applicazione della norma ci sia una distanza abissale. Farò qualche esempio: prendete il P.T.P Isola d’Ischia varato nel dicembre 1995 e confermato il 23 aprile 1999. Trattasi di un Piano sovraordinato rispetto a normative di altri livelli decisionali quali Pian Regolatori o Regolamenti comunali. L’art. 6 punto 5 di detto Piano Paesistico recita: “Tutte le vedute panoramiche residuali tra gli edifici esistenti e godibili da luoghi accessibili al pubblico, sono oggetto di tutela”. Vi sembra che nell’isola venga rispettata questa norma? O che – al contrario – cannucciate, sterpaglie fatte crescere a bella posta ed altre barriere visive ci impediscano questo godimento? Punto 8 dell’art 6: “Per tutti gli edifici le antenne televisive di qualunque tipo devono essere unificate per edifici o gruppi di edifici, in modo da non impedire le visuali panoramiche”. Viene rispettato questo? Punto 9 art.6: “E’ vietato l’uso di alluminio anodizzato”. E quanto ce n’è in giro? Art.8 punto 1: “Sul litorale marino sono consentite esclusivamente interventi volti alla difesa e alla ricostituzione dei requisiti ecologici dell’habitat costiero e marino; alla riqualificazione e reperimento delle spiagge e preservazione delle coste rocciose e tufacee”. Sul mare ci sono vere e proprie baraccopoli!

Come è stato possibile, nel corso degli anni, che stabilimenti balneari si siano ingigantiti fino a coprire la visuale di panorami fantastici, quando il punto 2 art. 8 dice testualmente: “Per gli stabilimenti balneari autorizzati dovrà essere verificata la compatibilità delle opere esistenti con i valori paesistici, ambientali e archeologici dell’area; sono consentiti solo adeguamenti igienici e tecnologici senza incrementi delle volumetrie esistenti”? E’ solo un piccolo campionario che evidenzia uno stridente contrasto tra “norma” ed “applicazione della norma”. Possiamo ancora citare, per quanto riguarda il Comune d’Ischia, che a maggio del 2007, governato dal Commissario prefettizio Fiamma Spena, decise di affidare il coordinamento scientifico della redazione del Regolamento di Estetica Cittadina al prof. Francesco Rispoli e all’Arch. Ernesto Ramon Rispoli. Allo stato non viene rispettato nessuno dei vincoli fissati con grande precisione in tale Regolamento. Cito un solo aspetto per tutti: “Nei giardini e negli spazi interni dell’abitato o, comunque, adiacente a strade o piazze pubbliche, è fatto assoluto divieto di tenere baracche, manufatti precari, gabbie, cumuli di materiale di qualsiasi genere, carcasse di autoveicoli, lamiere zincate o in materiale plastico a recinzione di proprietà o quant’altro possa essere in contrasto con il decoro dell’ambiente cittadino”. C’è mai stato un qualche intervento di un vigile urbano a seguito del mancato rispetto di questa norma? Vado oltre: è mai stato dato incarico a qualche vigile di porre attenzione al rispetto del Piano Territoriale Paesistico e del Regolamento per l’Estetica Cittadina? E’ mai stato fatto un corso di formazione dei vigili urbani su queste normative? Poi ci lamentiamo di chi, in estate, non rispetta le norme di decenza e di estetica. Prima di impartire lezioni a chicchessia, incominciamo ad andare a lezione noi o, in mancanza di adeguati “maestri”, sforziamoci di essere diligenti autodidatti o autodidatte.

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