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“Il Giornale” pubblica il Mein Kampf di Adolf Hitler: è polemica

di Francesco Castaldi

ISCHIA – Negli ultimi giorni sta facendo molto discutere la controversa decisione de “Il Giornale” che, all’edizione di sabato 11 giugno, ha allegato una copia del “Mein Kampf”, il celeberrimo saggio autobiografico (dato alle stampe nel 1925) nel quale il dittatore tedesco Adolf Hitler espose il proprio pensiero politico e delineò i punti salienti del programma del partito nazista da lui fondato cinque anni prima. Una scelta, quella del direttore Alessandro Sallusti, che ha alimentato anche sui social un impressionante vespaio di polemiche, acuite anche dalle considerazioni di esponenti del mondo politico, intellettuale e religioso.

Non ha affatto digerito la trovata del quotidiano di via Gaetano Negri il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna che, bollando come «squallida» la distribuzione dello scritto del Führer da parte de “Il Giornale”, ha affermato: «È lontano anni luce da qualsiasi logica di studio e approfondimento della Shoah e dei diversi fattori che portarono l’umanità intera a sprofondare in un baratro senza fine di odio, morte e violenza. Bisogna dirlo con chiarezza: l’operazione de “Il Giornale” è indecente. E bisogna soprattutto che a dirlo sia chi è chiamato a vigilare e a intervenire sul comportamento deontologico dei giornalisti italiani».

In seguito al monito di Gattegna, sullo spinoso tema è intervenuto negli scorsi giorni anche il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino, che ha bacchettato con la sua solita morigeratezza dialettica il direttore responsabile del quotidiano di Paolo Berlusconi. «Difficile considerare la distribuzione gratuita del “Mein Kampf” un arricchimento culturale. Va maneggiato con cura e non letto sotto l’ombrellone. Sono contro il rogo dei libri – puntualizza Iacopino –  quali che siano e quale che sia l’argomento trattato. Ma penso che alcune tematiche debbano essere contestualizzate e affrontate in maniera tale che l’ultimo che ne venga a contatto abbia tutti, ma proprio tutti, gli elementi utili a farsi un’idea completa».

Nonostante le numerose e feroci critiche che gli sono piovute addosso, nelle ore successive alla divulgazione della notizia riguardante la scelta di regalare il testo del “Mein Kampf”, Alessandro Sallusti ha spiegato le ragioni che lo hanno condotto ad assumere una decisione che ha fatto storcere il naso a moltissime persone, tra cui diversi ischitani, che ci hanno offerto il proprio punto di vista su questa specifica tematica. «Il 31 dicembre 2015 – esordisce Sallusti – sono scaduti i diritti d’autore sul testo, diritti che erano stati affidati al governatorato della Baviera, che per settant’anni ne aveva vietato la pubblicazione. A gennaio l’Istituto di storia contemporanea di Monaco ha deciso di ripubblicare il testo a fini storici in una edizione commentata con l’avallo del presidente delle comunità ebraiche tedesche. In questi giorni si sta discutendo se adottare questo testo nei piani di studio delle scuole superiori».

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«Abbiamo deciso di ripetere l’operazione per l’Italia – prosegue il direttore de “Il Giornale” – rieditando il testo originale stampato dalla Bompiani nel 1938 […]. La sola notizia di questa pubblicazione ha già suscitato polemiche, la maggior parte delle quali legittime e comprensibili, e le preoccupazioni degli amici della comunità ebraica italiana, che ci ha sempre visto e sempre ci vedrà al suo fianco senza se e senza ma, meritano tutto il nostro rispetto. Escludo però che ad alcuno possa anche solo sfiorare l’idea che si tratti di un’operazione apologetica o anche solo furba. Non si gioca su una simile tragedia. Semmai il contrario. Perché, con certi venticelli che soffiano qua e là per l’Europa e in Medioriente serve capire dove si può annidare il male e non ripetere un errore fatale. Studiare il male per evitare che ritorni, magari sotto nuove e mentite spoglie. Questo è il senso vero e unico di ciò che abbiamo fatto».

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«Ho letto che Renzi ha definito l’iniziativa “squallida”. Evidentemente – ironizza Sallusti – il premier in gioventù ha letto tanti fumetti, ma pochi libri, di certo non “Se questo è un uomo” di Primo Levi, dove è affermato che “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”. Renzi è anche ignorante, non sa che il “Mein Kampf” è disponibile in qualunque libreria. E non sa che la nostra è un’edizione commentata con una guida alla lettura fatta da un grande storico, il professor Perfetti, il quale spiega che se i Renzi dell’epoca avessero letto il “Mein Kampf”, probabilmente si sarebbero potute prendere delle contromisure per impedire che il nazismo attecchisse. Poi, se Renzi vuole farsi paladino della Comunità Ebraica, avrebbe fatto meglio a non coprire le statue classiche in segno di rispetto al leader iraniano che vuole cancellare Israele con le bombe atomiche. Renzi – conclude Alessandro Sallusti – non ci può dare lezioni sullo squallore».

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