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Il giorno del dolore, lacrime e commozione per l’ultimo saluto a Manuel

Un immenso tributo d’affetto ieri mattina nella basilica di Santa Restituta a Lacco Ameno per l’addio al giovane isolano vittima del tragico incidente stradale sulla Litoranea

Impossibile comunicare con le parole la commozione che ieri mattina ha riempito la basilica di Santa Restituta a Lacco Ameno per l’ultimo saluto a Manuel Calise, scomparso alcuni giorni fa nel tragico incidente sulla Litoranea. Una commozione che ha invaso i cuori di centinaia di persone, costrette a dire addio a un ragazzo che nella sua breve esistenza era riuscito a diventare un punto di riferimento per tantissimi, nei vari ambiti della comunità locale, dagli amici alla scuola, alle associazioni sportive. Alcuni striscioni, a testimoniare il dolore inconsolabile provocato dalla tragedia accaduta sulla Litoranea, campeggiavano nella piazza antistante la basilica, dove la folla si era radunata ben prima dell’inizio della liturgia religiosa, cominciata alle 11.00 con il parroco don Gioacchino Castaldi che ha concelebrato insieme a don Carlo Candido. Quest’ultimo, visibilmente commosso e con gli occhi umidi, nella sua omelia ha dato voce agli innumerevoli interrogativi che attanagliano tutti, dalla famiglia di Manuel all’intera comunità isolana: un’accorata invocazione affinché Dio ci dia la forza di capire, di accettare, di superare un dolore così enorme, pensando al dono che è stato Manuel per tutti noi, e che forse non siamo stati capaci di comprendere nella sua interezza.

Don Carlo Candido: «Manuel è stato un grande dono di Dio per noi tutti. Siamo stanchi di piangere la fine di tante giovani vite. Agli amministratori dico: date un senso a queste lacrime»

Manuel, per usare i versi di una canzone, è stato per tutti “un po’ di paradiso quaggiù”, con la sua vivacità, il suo perenne altruismo, la sua empatia, il suo sorriso solare. È stato ed è ancora un amico vero, sincero, generoso, un figlio davvero speciale. Manuel, ha detto don Carlo, ha realizzato il suo sogno, solcare le onde del mare da vero campione: forse era il suo modo di immergersi nell’infinito. E poi, rivolgendosi direttamente lui: «Manuel, sei stato un grande dono di Dio per tutti noi: perdonaci se non abbiamo saputo coglierti in pienezza. Continua a prenderti cura della tua meravigliosa famiglia e di noi, da dietro le quinte, come hai sempre fatto, perché ne abbiamo ancora tanto bisogno». Chi torna al Signore, non esce di casa, e così sarà per Manuel, che continuerà ad essere presente per la sua famiglia e i suoi tanti amici. Don Carlo ha messo in guardia i giovani, soprattutto quando si è alla guida di qualsiasi mezzo, che da semplice veicolo può trasformarsi in strumento capace di spezzare le speranze di futuro di chi è alla guida e chi viene investito. Un monito rivolto anche agli amministratori presenti, affinché venga spezzata la lunga catena dei lutti sulle nostre strade, responsabilizzando tutti coloro che potenzialmente possono innescare situazioni di pericolo: «Siamo stanchi di celebrare funerali di giovani, stanchi di dire le stesse cose, per favore, date un senso alle lacrime».

Giacomo Pascale: «La morte di un ragazzo così giovane è un mistero che forse solo il silenzio è capace di accogliere. Assenza di parole, ma non di sentimenti, che attraverso le lacrime restituiscono l’immagine e il ricordo che ognuno di noi ha di Manuel. Ai giovani dico: siate vigili, non sottovalutate i pericoli della strada. Ve lo chiedo da padre, da amico»

Un altro momento molto toccante è arrivato con la testimonianza di un amico di Manuel: «Ti vogliamo bene. Da amici ce lo siamo detto troppe poche volte, ma per fortuna noi tutti lo abbiamo sempre dimostrato nei fatti, tu più di tutti. Sei sempre stato il più leale, il più gentile, eri il più maturo di tutti. Quanti bei momenti abbiamo passato insieme. Sempre pronto ad aiutare e a preoccuparsi che tutti stessero bene. Non avrei mai voluto scrivere queste parole, ma mentre lo faccio ti sento vicino a me, a tutti noi, come quando parlavamo dei nostri progetti per il futuro. Rimarrai vicino a noi ogni giorno, come hai sempre fatto, noi continueremo a parlarti, a confidarti i nostri problemi, le nostre insicurezze. Ti promettiamo – te lo dobbiamo – di vivere la nostra vita in pienezza, con il senso di responsabilità che tu ci hai insegnato, e di realizzare grandi cose».

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Gli amici: «Manuel, ti vogliamo bene. Sei sempre stato il più leale, il più gentile, il più maturo di tutti. Sempre pronto ad aiutare e a preoccuparsi che tutti stessero bene. Rimarrai vicino a noi ogni giorno, come hai sempre fatto, noi continueremo a parlarti. Ti promettiamo di vivere la nostra vita in pienezza, con il senso di responsabilità che tu ci hai insegnato»

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Anche il sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale, ha espresso tutto il dolore e l’incredulità di una comunità costretta in breve tempo a dover piangere un’altra giovane vita strappata da un incidente. A due anni di distanza dalla scomparsa del giovane Francesco Taliercio, il primo cittadino ha ricordato ciò che disse in quella occasione: «Forse solo il silenzio può diventare una carezza per trovare un percorso di luce anche dentro l’oscurità della morte, perché la morte di ragazzi così giovani rimane un mistero che solo il silenzio è capace di accogliere». Silenzio come assenza di parole, ma non di sentimenti, che attraverso le lacrime restituiscono l’immagine e il ricordo che ognuno ha di Manuel, dei momenti vissuti insieme. Il sindaco, rimarcando il fatto che le scuole isolane stanno organizzando concrete iniziative sulla sicurezza stradale, segno di una crescente sensibilità sul tema, ha fatto quindi appello al senso di responsabilità di ciascuno, ricordando che basta un solo attimo di distrazione per provocare altre tragedie, rivolgendosi a tutti i giovani: «Siate vigili, responsabili, non sottovalutate il pericolo mettendo a rischio la vostra vita e quella degli altri. Ve lo chiedo da padre, da amico». La liturgia è quindi terminata, e una lunga fila di persone ha reso omaggio al feretro stringendosi idealmente intorno alla famiglia di Manuel. All’esterno della chiesa, tanti giovani piangevano abbracciandosi, occhi arrossati che si aggiravano smarriti, quasi a cercare l’amico di sempre, che è stato accompagnato dalla folla sulla collina di Monte Vico, da dove il suo sguardo luminoso abbraccerà per sempre l’orizzonte, il cielo e il mare che tanto amava. E da dove, lo sappiamo, Manuel veglierà sull’intera comunità isolana.

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