«Il gruppo a cinque? Ci sto lavorando, Enzo impari che da solo non va da nessuna parte»
Lunga intervista al segretario del circolo Pd di Ischia, Lello Pilato, che conferma le indiscrezioni riportate domenica dal nostro giornale e si “avventura” anche in altre considerazioni. Come al solito, mai banali
Partiamo per una volta da lontano, o almeno lontano dai ristretti confini isolani. Mi riferisco all’assemblea nazionale del Pd, che ti ha visto tra i presenti.
«E’ stata una bella esperienza, ho trovato uno spirito molto rinnovato e una partecipazione davvero sentita. Insomma, si respirava aria di rinnovamento. Il risultato dei gazebo è stato straordinario, ma soprattutto l’entusiasmo che si sta registrando attorno alla figura di Zingaretti è un qualcosa di veramente considerevole. Sembra di essere davanti a un buon inizio».
Eppure dopo l’esito delle elezioni in Basilicata alcuni giornali hanno ripreso a parlare di fronde interne e spaccature.
«Io credo che certe cose possano essere definite buone e giuste, però devo dire che a Roma l’unica voce fuori dal coro era oggettivamente quella di Giachetti. L’atteggiamento di Martina mi è parso impeccabile, non a caso era seduto accanto a Zingaretti. Piuttosto lo stesso Giachetti già in un’intervista rilasciata poco prima che iniziassero i lavori aveva annunciato la sua linea dura ed opposizione interna e questo credo sia poco edificante e nel contempo banale, soprattutto se si considera che parliamo di una propaggine di Matteo Renzi. La politica, non c’è dubbio, è l’arte del possibile: resto però convinto che Martina e i suoi uomini saranno fedeli al nuovo corso. Renzi? Per una volta farebbe bene a mettersi all’ultimo banco e ad essere collaborativo».
Cosa può significare il fatto che sull’isola, dove il leader del Pd è l’europarlamentare Giosi Ferrandino, le primarie siano state stravinte da Martina?
«Non credo sia una criticità o rappresenti qualcosa di particolare, immagino che bisognerebbe essere tutti orgogliosi di presentare un figlio di Ischia alla prossima consultazione europea, ancorché uscente. Non penso possa o debba rappresentare un minus il fatto che Giosi abbia appoggiato Martina piuttosto che Zingaretti. Ferrandino sta lavorando molto bene anche nelle altre regioni, auspico che pure Ischia possa rispondere positivamente. Con un pizzico d’orgoglio, daremo tutti il nostro contributo…».
Hai un euro da scommettere, punti su Giosi che si candida anche a Casamicciola o che punta soltanto a confermarsi all’Europarlamento?
«Io credo che Giosi Ferrandino stia puntando molto alle Europee, a Casamicciola è tutto un work in progress: è noto che lui non ami perdere, quindi vanno valutate con attenzione le chances che eventualmente si può giocare».
Torniamo ai fatti ischitani e a quanto rivelato domenica dal nostro giornale. Proprio a proposito di Pd si parla di possibili rimescolamenti. Secondo alcuni Maurizio De Luise potrebbe fare fronte comune (o meglio, Orizzonte Comune…) con Ottorino Mattera ma qualcuno ha anche avanzato l’ipotesi di un gruppo consiliare a cinque con lo stesso Mattera e i quattro di Vivere Ischia. Prospettiva che, peraltro, pare non ti dispiacerebbe affatto.
«Non è assolutamente fantapolitica, io sto lavorando a questo progetto e il mio vuole essere un tentativo per il quale non lesinerò l’impegno. La verità è che noi a Ischia siamo troppo abituati alla virtualità della politica, non ho motivo nemmeno di nascondere i miei fallimenti nel primo mandato da segretario del circolo Pd a Ischia. Resto convinto che occorra partecipazione, un singolo da solo non può andare da nessuna parte. Mi piacerebbe il gruppo a cinque, soprattutto perché potrebbe ricostruire il partito. Personalmente dall’elezione di Zingaretti ho ricevuto una notevole iniezione di fiducia, sono convinto che a Ischia esistano le premesse per vedere rinascere alla grande il Pd».
Insomma, azzeccare il pokerissimo ti ripagherebbe anche di qualche delusione o fallimenti, come li hai definiti.
«Io credo che uno scenario del genere, laddove si concretizzasse, potrebbe soltanto far bene a questa amministrazione e mi riferisco anche all’agire sotto l’egida di un partito che si sta rinnovando e lo sta facendo bene. Ripeto, sull’isola siamo abituati a vivere in uno “status” di calma piatta e di politica assistita piuttosto che di politica propositiva e da protagonisti: aspettiamo sempre che qualcuno si faccia avanti per fare qualcosa e poi saliamo sul carro del vincitore. Penso che invece sia dalla base che bisogna cominciare, soprattutto con lo spirito del vecchio Ulivo: non è un caso che siano tornati sulla scena con rinnovato entusiasmo personaggi come Prodi e Veltroni. Ecco, credo che anche a Ischia l’entusiasmo non dovrebbe mancare, anzi dovremmo cogliere l’occasione per cominciare a porre un freno a questa deriva di destra e sovranismo. Ormai abbiamo un imperatore che a suo piacimento concede e toglie le cittadinanze. Credo che se abbiamo un pizzico di sensibilità ci rendiamo conto che il problema può essere anche nostro. L’isola è da sempre una comunità molto accogliente, dunque può svolgere un ruolo tutt’altro che marginale in questo contesto».
Per tornare ad essere più pratici, la trattativa a che punto è?
«Stiamo scambiando delle idee e delle opinioni, vedo che c’è interesse: naturalmente esistono anche delle perplessità, perché immagino che qualcuno pensi che questa operazione possa essere legata esclusivamente a un momento elettorale, visto che si stanno approssimando le europee».
A pensar male, diceva un tale…
«E’ legittimo che possa esistere un tale retro pensiero. Io invece credo che – e questo lo dico anche in nome e per conto di Giosi Ferrandino, col quale mi sono sentito a più riprese – il partito ed il gruppo consiliare ad esso collegato possa essere costituito anche dopo le elezioni europee, laddove esistano queste perplessità. Resto dell’idea che all’appuntamento con le urne del 26 maggio dobbiamo arrivarci forti e soprattutto compatti ma questo soprattutto con l’intento di dare un senso alla politica a Ischia Ripeto, spesso ci facciamo scivolare tutto addosso, perché in fondo siamo provincia in tutto e per tutto e perdiamo sempre il treno per essere protagonisti. Ne vorrei dire una per tutte».
Prego.
«C’è assenza di valori culturali e faccio un esempio: c’è stato un movimento a livello mondiale, e mi riferisco alla ragazzina Greta, che sull’isola è passato completamente inosservato. Per me questo è un dato allucinante ed è soprattutto a quella fetta di giovani che intendo rivolgermi. Loro sono la generazione che ha un futuro anche all’interno del Partito Democratico, soprattutto vista l’aria di rinnovamento che tira».
E’ sempre perché siamo provincialotti che in molti sostengono che il gruppo consiliare a cinque potrebbe rappresentare un’insidia in più per il sindaco Enzo Ferrandino?
«Parto da un presupposto, o meglio da un concetto che ci siamo detti anche in un’altra circostanza: io credo ancora in quest’amministrazione. Spero che Enzo non veda di cattivo occhio questa cosa, lui la deve guardare semplicemente come un momento di crescita e di aiuto alla compagine che governa il paese. Ribadisco il concetto: un uomo al comando non mi piace, nel modo più assoluto. C’è bisogno di confronto e coinvolgimento dei consiglieri comunali, e soprattutto in questo momento serve un grande Partito Democratico che possa sostenere un sindaco che a dire la verità non so dove stia guardando in questo momento».
Insomma, l’unica cosa che vedi in questo momento è l’uomo solo al comando, o sbaglio?
«L’augurio che faccio ad Enzo, e lo faccio ancora con affetto, è quello di riuscire a correggere un tantino il tiro cominciando a coinvolgere un po’ tutti».
Altrimenti ci arrabbiamo, come diceva Bud Spencer?
«Non lo so. Altrimenti… di certo potrebbe venirmi meno lo stimolo. Sarebbe un peccato, perché sono davvero molto motivato alla collaborazione che, mi piace sottolineare, è completamente gratuita».