Il gruppo Pelosi d’Ischia a lavoro per gli animali dell’isola
Dopo aver ottenuto i permessi accudiscono circa 270 gatti delle colonie feline, sospese le adozioni, ma attenzione: gli animali non trasmettono il virus
In questi giorni che sembrano essere ormai infiniti c’è chi lavora con costanza per non far mancare nulla agli animali abbandonati. Dai tanti gatti delle colonie sparse nei sei comuni dell’isola ai cani randagi, pochi per fortuna. E’ raddoppiato l’impegno del gruppo dei volontari de i pelosi d’Ischia che operano per conto dell’associazione LAAI. Sospese, purtroppo le adozioni, dopo aver ottenuto i permessi, si recano nelle varie colonie a dar da mangiare ai gatti. “Ad oggi – ci spiega Gilda – sono circa 270 i gatti che assistiamo nelle varie colonia. Con molta fatica siamo riusciti ad avere i permessi per spostarci e portar loro da mangiare. Dalla terraferma ci sono arrivate tante segnalazioni di abbandoni, ma per fortuna non a Ischia dove ci sono solo più cani del solito, liberi per strada”.
Diversi i cani che dalla terraferma avevano trovato un padrone proprio qui sull’isola, ma la nuova famiglia dovrà aspettare la fine di questa emergenza. Non è il caso di Gin, una femmina di un anno dalla taglia medio piccola e 13 kg di dolcezza che aspetta di essere adottata. “Speriamo che alla fine di questa emergenza riusciamo ad ottenere i permessi per riaprire il canile di Panza. In un’emergenza come questa sarebbe molto più semplice gestire il tutto”. Il loro lavoro continua, dunque, nonostante il Coronavirus, ma ciascuno di noi può dar loro un aiuto con una donazione per gestire al meglio queste numerose colonie. (Nunzia 3664607106). Tra le tante notizie false che si stanno rincorrendo in questi giorni una riguarda proprio i piccoli amici dell’uomo. E’ doveroso chiarire, infatti, che al momento non esistono prove che dimostrino che animali come cani o gatti possano essere infettati dal SARS-CoV-2, né che possano essere una fonte di infezione per l’uomo. A confermarlo è stato Umberto Agrimi, direttore del Dipartimento sicurezza alimentare, nutrizione e sanità pubblica veterinaria dell’Istituto Superiore di Sanità in merito alla notizia del 28 febbraio, in cui le autorità di Hong Kong (Hong Kong Agriculture, Fisheries and Conservation Department – AFCD), hanno segnalato che sulla mucosa orale e nasale di un cane appartenente ad una donna colpita dal SARS-CoV-2, sono state trovate tracce dello stesso virus. Il cane non presenta sintomi di malattia e, come comunicato dall’OMS, si sta lavorando per capire se la debole positività al test diagnostico riscontrata nel cane fosse dovuta ad una reale infezione ovvero ad una contaminazione occasionale.
Non si può escludere che all’origine della positività del cane, parliamo sempre dell’unico caso cinese, ci sia la malattia della proprietaria. Infatti, a scopo puramente precauzionale, il Centro per il controllo delle malattie degli Stati Uniti, suggerisce alle persone contagiate da SARS-CoV-2 di limitare il contatto con gli animali, analogamente a quanto si fa con le altre persone del nucleo familiare, evitando, ad esempio baci o condivisione del cibo. Se poi il cane viene a contatto con le zampe con secrezioni respiratorie espulse a terra da persone infette è teoricamente possibile che possa trasportare il virus anche se non vi sono al momento evidenze di contagi avvenuti in questo modo. Quindi, si tratta di osservare l’igiene accurata delle superfici e delle mani lavando i pavimenti con soluzioni a base di cloro all’0.1% (la comune candeggina o varechina), le altre superfici con soluzioni a base di cloro allo 0,5% e le mani con acqua e sapone per oltre 20 secondi o con soluzioni/gel a base alcolica, per uccidere i virus. E’ possibile al rientro a casa lavare le zampe del cane con acqua e sapone, analogamente a quanto facciamo con le nostre mani, avendo cura di asciugarle bene e comunque è opportuno evitare di farlo salire con le zampe su superfici con le quali veniamo a contatto (ad esempio su letti o divani).