CRONACAPRIMO PIANO

Il malaffare non abita a Ischia, così parlò la relazione della DIA

Il rapporto trasmesso al Ministero dell’Interno evidenzia ancora una volta l’assenza di fenomeni camorristici e delinquenziali sulla nostra isola, così come nella vicina Procida. Ma crescono i timori per la crisi economica generata dal covid

Probabilmente non sarà più l’isola felice di un tempo, magari starà rosicando perché Procida è diventata capitale della cultura, forse il low cost ha raggiunto vette inimmaginabili e ad agosto fatichiamo a liberarci dall’invasione eccessiva di “mazzamma”, ma quanto meno qualcosa con cui consolarci c’è ancora: la nostra isola continua a non essere caratterizzata da fenomeni camorristici o di criminalità organizzata. Sarà poco, ma l’impressione è che Ischia di questi tempi debba accontentarsi, punto e basta. La lieta novella arriva dal rapporto semestrale della DIA trasmesso come da prassi al Ministero dell’Interno e che racconta la “mappa” della delinquenza disseminata lungo lo stivale. Un rapporto dettagliatissimo e che non lascia nulla al caso e che dedica al solito anche sezione anche all’area flegrea ed alle isole del Golfo nella quale si legge testualmente quanto segue: “Nella provincia occidentale il panorama criminale che negli ultimi anni è stato connotato da stabili equilibri evidenzierebbe recentemente una situazione di significativa effervescenza favorita da un vuoto di potere per l’assenza di figure di particolare carisma. Ciò starebbe favorendo spinte autonomistiche di giovani leve che cercano di affermarsi sul territorio. Sul territorio di Pozzuoli e a Quarto risulterebbe tuttora attivo il clan LONGOBARDI-BENEDUCE nonostante i suoi affiliati ed elementi di vertice siano stati colpiti negli anni da numerosi provvedimenti cautelari. Il sodalizio infatti continuerebbe ad esercitare una forte pressione estorsiva in danno di piccoli imprenditori e commercianti dell’area flegrea68 gestendo, altresì, lo spaccio di stupefacenti soprattutto nel Rione Toiano e Monteruscello (Pozzuoli). Recenti attività info-investigative registrano fibrillazioni legate al tentativo di un nuovo gruppo composto da fuoriusciti del clan di conquistare l’egemonia sul territorio soprattutto per il controllo dello spaccio di stupefacenti e del racket. In tale ottica potrebbe inquadrarsi il ferimento con colpi di arma da fuoco di un pregiudicato avvenuto ad opera di ignoti il 25 giugno 2021. Nei comuni di Bacoli e Monte di Procida non si registrano elementi di novità rispetto al semestre precedente”. Insomma, Ischia – così come la vicina Procida e Capri – non viene nemmeno citata nella relazione della DIA e la cosa non può che far tirare un giusto sospiro di sollievo. Anche se in casi del genere non bisogna mai abbassare la guardia.

“La crisi di liquidità acuita dalla pandemia rappresenta un’emergenza che colpisce, tra gli altri, i commercianti spingendoli probabilmente a chiedere prestiti a tassi usurai a soggetti legati alla criminalità organizzata per la difficoltà a finanziarsi attraverso il sistema creditizio ordinario”

Il rapporto che gli investigatori hanno indirizzato al Viminale analizza anche la situazione su scala regionale con un quadro della situazione che diventa evidentemente più a tinte fosche. “La lettura degli eventi che nel 2021 hanno riguardato la Campania restituisce il quadro di un fenomeno mafioso caratterizzato da stabili equilibri criminali consolidatisi nel tempo anche in ragione dei contesti sociali interessati. Il complesso sistema criminale della camorra ammette la polarizzazione di gruppi criminali minori che, tuttavia, operano sempre in una condizione di coordinata coabitazione con i principali grandi cartelli. Al riguardo appare opportuno richiamare le recenti dichiarazioni del Procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni MELILLO, che hanno evidenziato le connotazioni strutturali della camorra. L’alto Magistrato ha sottolineato come sia ‘sempre stato un grave errore dell’azione di contrasto della criminalità camorristica aver sottovalutato la capacità di coordinazione gestionale che le organizzazioni camorristiche hanno attorno agli obiettivi comuni […] Questa sottovalutazione ha a lungo impedito di scorgere quale dimensione avessero raggiunto i cartelli criminali che per oltre un ventennio hanno controllato larga parte dell’area nolana, vesuviana e salernitana, o che addirittura letteralmente dominavano nell’area casertana’”.

Attenzione però a un allarme che è di carattere generale ma che come abbiamo più volte sottolineato certo non può non riguardare anche la nostra isola, dal momento che le conseguenze prodotte dal covid al sistema economico di famiglie e soprattutto imprese sono stati devastanti. Gli esperti della DIA sottolineano: “La crisi di liquidità acuita dalla pandemia rappresenta un’emergenza che colpisce, tra gli altri, i commercianti spingendoli probabilmente a chiedere prestiti a tassi usurai a soggetti legati alla criminalità organizzata per la difficoltà a finanziarsi attraverso il sistema creditizio ordinario. Il fenomeno è stata esaminato ed affrontato in seno ai tavoli tecnici delle Prefetture allo scopo di monitorarlo e ricercare strumenti di tutela. In tale contesto un ruolo determinante è affidato ai Gruppi Interforze Antimafia coordinati dagli Uffici territoriali di Governo per fronteggiare i tentativi della camorra di infiltrarsi nell’economia legale condizionandone le dinamiche di libero mercato. In questo momento storico l’attenzione va indirizzata in particolare agli appalti per la realizzazione e il potenziamento di servizi connessi con l’attività legata al turismo, alla ristorazione, all’intera filiera agro-alimentare e ai cicli della sanità e dei rifiuti”. Nel passaggio successivo si rammenta che “nel semestre la sola Prefettura di Napoli ha emesso 41 provvedimenti interdittivi antimafia nei confronti di imprese operanti in vari settori e considerate riconducibili ai clan di camorra o comunque a rischio infiltrazione. I provvedimenti antimafia emessi dalle Prefetture campane confermerebbero la patologica infiltrazione di imprese riconducibili alla camorra non solo nel campo alberghiero, della ristorazione, delle pulizie ma anche nella gestione di stabilimenti balneari, nella raccolta e smaltimento dei rifiuti, nella realizzazione di lavori edili in generale, nei servizi cimiteriali e di onoranze funebri, di vigilanza, custodia e di trasporto”. Quanto basta, insomma, per ritenersi ancora fortunati e lontani da certi fenomeni.

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