Il monito del direttore generale del gruppo Leohotels Mario Leonessa: «Aprire subito con cautela e sicurezza»

Abbiamo ascoltato l’albergatore Mario Leonessa che si è detto molto indignato per l’ennesima diatriba tra le regioni: «Ci stiamo letteralmente buttando la zappa sui piedi. Non possiamo lamentarci se paesi come Grecia, Svizzera e Austria ci chiudono le porte in faccia dal momento che siamo capaci di fare solo polemiche in casa nostra. Stiamo perdendo credibilità e gli altri paesi ci guardano come un paese disunito negli obiettivi da percorrere in questa fase di rilancio». Leonessa ha continuato: «Per entrare nella questione credo che lo scontro Sala-Solinas/regioni del sud abbia davvero dell’incredibile in questo momento. La Sardegna, che basa la propria economia principalmente sul turismo e che ha tantissimi clienti lombardi, ha tutti gli interessi per riaprire il più presto possibile. In quest’ottica ritengo davvero incomprensibili le dichiarazioni del governatore Solinas che pretende questa fantomatica certificazione di negatività o ‘patente sanitaria’ per entrare nell’isola. Non è questo il momento di fare protagonismi perché qui al sud non possiamo permettercelo. Molti di noi vivono di un’economia di tipo stagionale e quest’anno per via del coronavirus rischia di saltare se non siamo bravi a fare un piano di riavvio del settore». Il direttore del gruppo Leohotels ha poi chiosato: «Ci tengo a precisare che la tutela della salute viene al primo posto e che andranno fatti tutti i controlli necessari, ma questa certificazione sanitaria mi sembra eccessiva. Vorrei fare anche una considerazione circa la programmazione di questi mesi. Deve essere a lungo termine, non si può pensare alla giornata. Si deve dare la possibilità agli operatori turistici di organizzarsi al meglio. In questo senso credo che le regioni non si siano mosse bene, vedo infatti delle comunicazioni che arrivano, o che sono arrivate, in ritardo. A livello politico si è perso il senso dello stato che ormai non svolge più il proprio compito e che ha delegato le decisioni alle regioni».