POLITICAPRIMO PIANO

Il monito di Del Deo: «l’isola rialzi la testa altrimenti affogherà»

In occasione della Pasqua, che segna anche l’inizio di una stagione turistica finalmente (si spera) senza restrizioni, “microfono” al sindaco di Forio e presidente dell’ANCIM. Che si sofferma soprattutto sul sistema Ischia e sul suo stato di salute, senza nascondere qualche preoccupazione e indicando la “ricetta”

Partiamo da una considerazione. Con la Pasqua si apre la prima stagione turistica, dopo due anni tormentati, che dovrebbe essere vivibile senza frenate e restrizioni di sorta. E non c’è dubbio che, per un’economia come la nostra che ha pesantemente pagato dazio in questo periodo, si tratti di una buona notizia. Anzi, della migliore delle notizie.

«Ripeto le frasi che ascoltai una volta non ricordo da chi pronunciati: dalla tua bocca all’orecchio di Dio. Intendo dire… speriamo che da questo momento in poi si possa lavorare e tanto. Le restrizioni ci hanno penalizzato parecchio, lo hanno fatto da un punto di vista economico e sociale. A perdere tanto sono stati soprattutto i giovani, perché due anni di gioventù ed adolescenza sono importanti, se non addirittura fondamentali. Il fatto stesso che in questo lasso di tempo tra loro non ci sia potuto essere confronto significa che la maturazione dell’individuo ha subito un chiaro rallentamento. E c’è anche un’altra cosa che mi preoccupa…».

Cioè?

«Mi riferisco allo smart working. Sono sincero, la mia preoccupazione è che una serie di aziende che operano in determinati settori e in questo periodo pandemico lo hanno sperimentato, possano convincersi che seguendo tale strada possano raggiungere una riduzione dei costi in termini di fitto delle sedi, energia elettrica, gas e tributi vari (Imu e Tari) e questo produrrebbe un notevole anno all’economia a tutto tondo. L’economia stessa peraltro si muove anche quando chi lavora si allontana dall’ufficio per consumare un caffè, questo non va ignorato o dimenticato. E poi ci sono scambi di idee che rappresentano sempre un’occasione di confronto e reciproca crescita. Io ho notato che dopo la fase più acuta del covid è come se ci fosse stato un addormentamento dell’individuo, una sorta di assuefazione alla rassegnazione. Insomma, bisogna muoversi per invertire la tendenza e riprendere la vita di tutti i giorni. Ma devo anche dire che noi siamo stati danneggiati da scelte non proprio condivisibili».

«Molte aziende devono fare i conti con esposizioni bancarie alle quali non riescono più a fare fronte. E allora, per tenersi a galla, decidono che incassare poco e subito è la strada più facile per non affondare. Ma questo ovviamente ha portato ad una guerra interna e fratricida che si è concretizzata in un abbassamento delle tariffe»

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In che senso?

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«Mentre molti paesi hanno eliminato l’obbligo di green pass per i turisti ed altre restrizioni in anticipo e in tempi non sospetti, noi abbiamo dovuto rinunciare a molte richieste di prenotazioni già prima che iniziasse la primavera. Ma il clima di incertezza non ha consentito agli imprenditori di dare risposte chiare e questo ha finito con il dirottare flussi turistici in altri lidi e parliamo sia di cittadini italiani che europei. Abbiamo perso una fetta di mercato importante, e credo che questo sia testimoniato dal fatto che molti alberghi non hanno riaperto i battenti per la festività pasquali».

«La prossima amministrazione sarà nel segno della continuità e il nuovo sindaco di Forio espressione di questa maggioranza, che ha lavorato per due mandati risollevando il paese dalle secche nel quale era precipitato. E’ davanti agli occhi di tutti, e il cittadino quando si reca alle urne sa sempre come scegliere»

A proposito di Pasqua, aziende e turismo, sull’isola il dibattito continua ad essere attualissimo. L’impressione è che noi continuiamo a vendere camere ed a farlo a un prezzo stracciato, mentre altrove si agisca in maniera diversa, al passo coi tempi. Ma dobbiamo davvero rassegnarci al peggio?

«Io sarò ripetitivo fino alla noia, ma credo che di recente sull’isola ci sia stato un esempio evidente del fatto che le cose non stanno affatto così. Faccio tranquillamente il nome, mi riferisco all’Albergo Mezzatorre. Gli Sciò sono riusciti a raddoppiare il fatturato della struttura – che già era notevole – nel primo anno di permanenza sull’isola, senza conoscere bene per ovvi motivi il territorio e il sistema Ischia in tutte le sue sfaccettature. E’ la dimostrazione che se si ha intenzione puntare sulla qualità Ischia ha tutte le frecce al proprio arco, è soltanto una questione di volontà. Insomma, io credo che per voltare pagina e riprendere un “retto cammino” serva più che altro una rivoluzione culturale».

Non voglio essere cattivo né mancare di rispetto a nessuno ma certo un sospetto pian piano ci sta venendo: magari in alcuni casi è una questione di volontà, ma è lecito a questo punto iniziare anche a mettere in dubbio le effettive capacità di determinati operatori del settore turistico?

«E’ possibile che qualche imprenditore non abbia le necessarie competenze per affrontare le nuove sfide che impone il mercato dell’ospitalità, ma per il resto non me la sento di condividere la tua considerazione. Ritengo che la classe imprenditoriale isolana non sia affatto incapace o impreparata, tutt’altro, è che forse ci si porta dietro una serie di contraddizioni e “paletti” figli di una serie di errori commessi in passato a fronte dei quali adesso ci viene presentato il conto. Che, ahinoi, si rivela abbastanza salato».

«Il mio operato all’Ancim? Il riconoscimento delle isole minori quale 73esima area interna è un risultato straordinario che apre nuovi scenari per lo sviluppo dei territori e per la realizzazione di una serie di interventi che dovranno colmare il gap attualmente esistenti tra le realtà insulare e la terraferma»

Puoi fare qualche esempio?

«Sulla nostra isola c’è un rapporto clamorosamente sbilanciato tra quella che è la domanda e l’offerta. Una proporzione che inevitabilmente fa pendere la bilancia verso la necessità di dover vendere camere a tutti i posti, e ovviamente per riuscirci non resta altro da fare che deprezzare il prodotto, con quello che ne consegue che peraltro ormai è davanti agli occhi di tutti. Paghiamo una serie dannata di errori, in primis quello di aver pensato sempre e soltanto a costruire camere senza mai dotare il territorio di servizi e infrastrutture. Altra scelta scellerata, senza dubbio, è stata quella che ha guidato il marketing turistico per un certo periodo. Noi avevamo ed abbiamo una ricchezza, che sono acque termali che ci vengono invidiate in ogni angolo del pianeta. Ebbene, siamo stati capaci di far pagare la camera al turista (bene di cui dispongono tutti) e di regalare invece le terme che rappresentano una nostra unicità e prerogativa, finendo così col togliere valore a quello che invece è un vero e proprio “tesoro”. Abbiamo percorso sentieri sbagliati che ci hanno portato a finire fuori strada, ma se vogliamo essere sinceri e guardare in faccia alla realtà, ci sono anche altre motivazioni dietro determinate scelte aziendali».

«Non so cosa sarebbe stata la mia vita senza il mare. Mi viene in mente una frase celebre di Baudelaire: “Uomo libero, sempre tu amerai il mare. Il mare è il tuo specchio: tu miri, nello svolgersi infinito delle sue onde, la tua anima. Il tuo spirito non è abisso meno amaro”. Ancora oggi una passeggiata in riva al mare me la concedo sempre, così come quando posso un’uscita in barca con gli amici…»

E quali sarebbero?

International certificate of vaccination. European Green Pass

«Molte aziende devono fare i conti con esposizioni bancarie alle quali non riescono più a fare fronte. E allora, per riuscire a tenersi a galla, decidono che incassare e fare movimentazione è la strada più facile per sopravvivere. Ma questo ovviamente ha portato ad una guerra interna al territorio – e fratricida – che si è caratterizzata e concretizzata in un abbassamento delle tariffe. Ma questa alla fine non si è rivelata una strada virtuosa, ma credo lo sapessero già i diretti interessati. C’è un’altra spia che deve però preoccuparci, quella delle strutture alberghiere che sono tuttora all’asta: secondo le informazioni in mio possesso sul territorio isolano sarebbero circa una trentina, un numero spaventoso, che appena vent’anni fa sarebbe sembrato un qualcosa di assolutamente inimmaginabile. In questo caso bisogna fare i conti con due problemi: il primo sono i tempi spesso biblici con le quali si procede all’acquisizione da parte di terzi delle stesse, il secondo il rischio di possibili infiltrazioni malavitose. E’ chiaro che soggetti che dispongono di liquidità da investire possano vedere nella nostra isola un “bocconcino succulento”. Insomma, c’è da tenere la guardia alta».

A giugno si vota a Ischia e Barano, ma anche qui a Forio le elezioni non sono poi così lontane. Non riesco a pensare che da buon democristiano non abbia già le idee chiare in prospettiva futura.

«Ogni volta mi fai sempre la stessa domanda, cerca di essere più preciso».

Va bene, vado al sodo: cosa succederà nel dopo Del Deo?

«Nulla di quanto vado ripetendo da tempo, la prossima amministrazione sarà nel segno della continuità e il nuovo sindaco di Forio espressione di questa maggioranza, che ha lavorato per due mandati risollevando il paese dalle secche nel quale era precipitato. E’ davanti agli occhi di tutti, e il cittadino quando si reca alle urne sa sempre come scegliere. E poi, mi piace sottolineare un altro aspetto. Chi perde una volta – e sulla nostra isola lo dice la statistica – perde sempre, non riesce più a scrollarsi di dosso quell’etichetta. Senza tirare in ballo storie del tipo “sconfitta di misura” e simili, a vivere una parabola discendente in politica è stato anche chi ha perso per un solo misero voto. E poi…».

E poi?

«E poi credo che anche il ruolo di minoranza vada esercitato con senso di responsabilità e spirito di servizio nei confronti del paese. Non basta dire che certe cose non funzionano, bisogna anche proporre soluzioni alternative, altrimenti è facile e soprattutto demagogico sparare nel mucchio. Faccio un esempio lampante: ultimamente, per ovvi motivi, si parla tanto di PNRR e di progetti da sottoporre al vaglio delle istituzioni competenti per poter accedere a determinati finanziamenti. Ebbene, i contestatori sono sempre pronti a mettere paletti e a sottolineare quello che non si può fare e dove non è possibile arrivare, ma mai che li vedessi proporre qualcosa di fattivo e concreto per il paese. Ma come volete che l’elettorato possa mai pensare di premiare un atteggiamento del genere?».

«Pasqua è il momento nel quale celebriamo la Resurrezione di Nostro Signore. Ecco, allora spero che questo possa essere anche un momento di ripartenza e rinascita per la nostra comunità, fortemente provata dalla pandemia. E magari anche un punto di partenza per voltare pagina e rendere la nostra isola ancora più bella e vivibile»

L’Ancim sotto la presidenza Del Deo sta ottenendo riscontri che in passato non si erano registrati, e questo appare un dato oggettivo.

«Mi piace ricordare una frase di mio padre, che mi diceva sempre di non pensare di essere bravo né tantomeno di dirlo a qualcuno, ma di aspettare che fossero gli altri eventualmente ad attribuirmi questo pregio. Ho sempre tratto insegnamento da quel consiglio e non verrò certamente meno in questa occasione. Ciò detto, però, mi piace sottolineare che il riconoscimento delle isole minori quale 73esima area interna è un risultato straordinario che apre nuovi scenari per lo sviluppo dei territori e per la realizzazione di una serie di interventi che dovranno colmare il gap attualmente esistente tra le realtà insulari e la terraferma».

Hai sempre avuto un legame viscerale con il mare. Chi e cosa sarebbe stato Francesco Del Deo se non avesse potuto viverne in simbiosi?

«Non trovo una risposta, semplicemente perché non ho mai pensato nemmeno per un istante a cosa sarebbe stata la mia vita senza il mare. Mi viene in mente una frase celebre di Baudelaire: “Uomo libero, sempre tu amerai il mare. Il mare è il tuo specchio: tu miri, nello svolgersi infinito delle sue onde, la tua anima. Il tuo spirito non è abisso meno amaro”. Ho tanti ricordi e aneddoti che mi legano al mare, partendo da quando ci andavo di buon’ora con mio fratello per non rientrare a casa troppo tardi. Ancora oggi una passeggiata in riva al mare me la concedo sempre, così come quando posso un’uscita in barca con gli amici. Certo, è strano: credevo che andando avanti con gli anni avrei avuto più tempo che coltivare questa mia passione, invece sta succedendo il contrario…».

L’augurio di Pasqua ai cittadini foriani e isolani.

«Pasqua è il momento nel quale celebriamo la Resurrezione di Nostro Signore. Ecco, allora spero che questo possa essere anche un momento di ripartenza e rinascita per la nostra comunità, fortemente provata dalla pandemia. E magari anche un punto di partenza per voltare pagina e rendere la nostra isola ancora più bella e vivibile per tutti. Sì, per tutti, perché continuo a sognare una terra in cui i giovani possano costruirsi il loro futuro senza aver bisogno di andarlo a cercare altrove. Auguri a tutti, dal più profondo del cuore».

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