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IL MONUMENTO AL REDENTORE RECLAMA IL “SALTO DI QUALITA’”

l’argomento è di stretta attualità. Statua del Redentore  e banchina di Portosalvo sono da qualche tempo vittime di un assurdo destino per il superficiale senso di responsabilità degli amministratori pubblici e forse per la loro incapacità di vedere oltre il proprio naso. In tutto questo tempo, il Re Redentore.  ingabbiato com’è,  con lo sguardo diretto al mare e non solo, ne ha visto di tutti i colori, di cotte e di crude, sopportando attacchi alla sua veneranda età (115 anni), manomissioni pacchiane e soprattutto indifferenza storica e culturale. Tutto ciò, per dire e per prendere coscienza che ormai quello storico monumento nel posto dove ha visto la sua prima luce nel 1903,  non è più adatto al suo imperituro riposo, visto che nessuno più se ne cura. Stretto ancora  nella morsa di quelle brutte biglietterie che ne offendono la sua regale e storica erezione, appare più opportuno che gli si conferisca una nuova collocazione. L’idea  è questa, che vado proponendo da oltre un ventennio purtroppo per ora ancora senza riscontro: spostare il monumento  sulla Rotonda in mezzo al porto. Già un’altra  volta, da queste colonne ho rilanciato la proposta di spostarlo sul vecchio tondo nel mezzo del Porto, ma nessuno capì l’importanza di quanto andavo suggerendo.. Oggi su pressione di amici e turisti che amano Ischia, la stessa proposta la rilancio e con maggiore convinzione, con la viva speranza che colpisca il segno, nel senso che tocchi lq sensibilità e la lungimiranza del sindaco Enzo Ferrandinio  e  chi altro di dovere che sia in grado di  valutare in positivo ciò che si va sostenendo. Qualcuno storcerà il muso,  altri approveranno. Comunque vada, credo che la mia  idea non è campata in aria. Con lo spostamento del monumento del Redentore sulla Rotonda al centro del Porto, si otterrebbe che la rotonda stessa esca dal suo stato fatiscente e d’abbandono in cui  da anni versa, e che infine, potesse fungere da solido e rilanciato piedistallo su cui poggiare il monumento del Redentore restaurato. Bisogna fare scelte coraggiose per  migliorare il paese. Il Cristo Redentore in mezzo al Porto d’Ischia  fa pensare alla statua di San Gennaro svettante  all’ingresso del porto di Napoli alla estremità del molo principale, e per vederla più in grande, al Cristo Redentore di Rio del Janeiro in Brasile, alla statua della Libertà nel Porto di New  York, al Colosso di Rodi. L’impresa, come si dice, varrà la spesa. Quindi la proposta è indirizzata principalmente al sindaco Enzo  Ferrandino che può cogliere l’occasione di ascrivere a sé  l’iniziativa e passare alla storia Si tratta di  una decisione di portata epocale qualora Enzo  avesse il coraggio di assumerla. Per quanto mi riguarda, non mi fermo qui. Insisterò dimostrandomi  pronto e determinato per coinvolgere anche i cittadini in questa che, manco a dirlo, voglio chiamare “crociata” nei rispetto dei nostri grandi monumenti e della loro storia.

Il Monumento del Redentore è un importante pezzo di storia che il Vescovo di Ischia  del tempo Mons. Mario Palladino seppe utilizzare con cristiana maestria come straordinario riferimento di tangibile cattolicità del popolo ossequiente isclano. Per vederlo svettare sulla banchina del porto, allora sgombra e poco trafficata, si improvvisò padre tenace dell’iniziativa. Ottenne l’appoggio incondizionato di tutto il Clero locale, i cui parroci delle proprie realtà parrocchiali determinavano a piene mani sulla massa dei fedeli, varò per l’occasione una significativa pubblicazione in cui pubblicò testimonianze di consenso e di elogi di Cardinali, Vescovi, scrittori, artisti e  perfino di due Papi, Leone XIII e Pio X, il primo, che  magnificò prima di morire l’opera in programma ed il secondo, che la benedisse a pochi giorni dalla sua elezione a nuovo Pontefice. Siamo nei primissimi anni del 1900. L’iter per giungere alla installazione  del Monumento al Redentore durò qualche anno. Il 1 marzo del 1903 avvenne la cerimonia della posa della prima pietra. L’8 novembre dello stesso anno 1903  ebbe luogo l’attesa cerimonia di inaugurazione in forma solenne alla presenza di migliaia di persone, di prelati, autorità civili e militari dell’isola e del Continente. Insomma Mons. Palladino (Vescovo ad Ischia dal 1901 al 1913) fece le cose davvero in grande. Ora, quell’imponente (per quei tempi) monumento svetta da 115 anni sulla banchina davanti al borbonico colonnato della Chiesa Reale di Portosalvo sul  Porto d’Ischia. Può quella location continuare ad essere la sua sede fissa, visto che  dopo  oltre un secolo la  banchina non è più la stessa? Che oggi è stravolta da posticce strutture  che riducono lo storico monumento ad un evidente ingombro, che non gode più dell’attenzione e del rispetto degli ischitani e fra le altre cose subisce anche l’indifferenza del forestiero. Poichè le cose stanno così, diventa doveroso pensare e proporre soluzioni alternative per salvare una importante testimonianza della nostra storia che quando fu realizzata rappresentò per gli ischitani che la vissero, un’esperienza straordinaria da essere ricordata per sempre. Ecco quindi la mia idea che mai nessuno in precedenza aveva immaginato, se non altro, solo per  dare una diversa funzione  all’antico isolotto al centro del porto. Al riguardo  va detto che  l’architetto Sandro  Petti per la valorizzazione del vecchio tondo in condizioni fatiscenti, redisse un progetto che prevedeva la realizzazione sulla superficie della rotonda di un’artistica fontana con tanto di zampillo d’acqua proveniente dal funzionamento di un impianto di pompaggio  sottomarino. C è stato anche chi ha pensato di trasformare il tondo in una pedana in mezzo al porto per la esibizione di complessi rock che producessero una o più volte alla settimana nel periodo estivo musica scatenante da stadio per giovani altrettanto scatenati, assiepati su tutto il perimetro della banchina che cinge il porto. Una sorta di spettacolo surreale fra luci e colori da megadiscoteca all’aperto senza controllo. Insomma un Tondo così detto di Marc’Aurelio, preso di mira da progetti di rilancio a dir poco discutibili. Ecco perché, il Tondo rilanciato come si deve, con un ruolo diverso da quello ricoperto finora, può consegnarsi alle nuove generazioni con un proprio nuovo capitolo di storia, in cui apparirà protagonista insieme al Re Redentore  al centro di un porto dove sarà impossibile essere ignorato, di giorno e di notte, dalle migliaia di persone che vi arriveranno e che patrono.

 

                                                                                              antoniolubrano1941@gmail.com

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