CULTURA & SOCIETA'

Enzo Mazzella, il “Gigante” della vecchia politica di casa nostra

Morì 29 anni fa nel giorno di San Pietro, lasciando l'isola incredula

Enzo Mazzella il “gigante” della politica di casa nostra e  non solo, morì il giorno di San Pietro, il 29 giugno (ieri) di 29 anni. L’isola si senti scossa come se avesse subito all’improvviso una…scossa di terremoto. I ventenni e le ventenni di oggi Enzo Mazzella non lo conoscono, i quarant’enni ne hanno sentito parlare. Noi invece di Lui conosciamo vita e…miracoli. E possiamo dire che tutto sommato,  li ha fatti i mircoli per la sua Ischia e per numerosi ischitani. Quando in quella particolare giornata del 29 giugno di ventinove anni fa, si diffuse sull’isola  la notizia della sua morte, l’ impressione di chi seguiva con ammirazione l’attività dell’uomo politico ischitano,  fu percepita come se  si fosse abbattuto un monumento. Tale infatti era la considerazione che si aveva del personaggio, nel bene e anche nel male, caduto sul campo nel pieno fulgore della sua carriera di amministratore della cosa pubblica sull’isola ed in Campania.

In Regione come ad Ischia spadroneggiava con la carica ed il carisma che si riconoscono all’uomo potente, al politico di razza, vincente e senza rivali, al democristiano forte , formatosi negli anni di passione  del primo serio approccio alla politica,  alla scuola di Antonio Gava, Raffaele Russo, Arcangelo Lobianco. Enzo Mazzella è stato personaggio vero della storia vera e moderna di Ischia. La sua prorompente ascesa al potere ebbe inizio con la conquista della poltrona di primo cittadino del Comune Ischia, strappata all’incolpevole Umberto Di Meglio nel mezzo del suo quinquennio amministrativo. Alle evidenti capacità di stratega politico, accoppiava cinismo e determinazione che in politica valgono più di qualsiasi altro sentimento. Era pronto per approdare al Parlamento di Roma. Ma un destino beffardo gli ruppe i piani, sottraendolo alla famiglia, agli onori, agli oneri che sosteneva con coraggio, ed agli ulteriori sogni che egli, se fosse vissuto, sapeva di poterli trasformare in realtà. Dall’altro mondo, Enzo Mazzella in questi 25 anni dalla sua scomparsa,la cui ricorrenza cade proprio oggi,  è rimasto fiero di quello che ci ha lasciato. Lo sono anche quegli ischitani che in omaggio alla sua memoria, ricordano,ora e sempre, la indiscussa opera fattiva del personaggio in favore di Ischia e di chi ne ha saputo poi trarre i vantaggi. Opere pubbliche come l’esproprio delle pinete, lo stadio di Fono Bosso,

Palazzetto dello Sport, il polifunzionale, il riadattamento delle strade Francesco Sogliuzzo e Cristoforo Colombo e tanti altri interventi di bene comune, rimangono la inconfutabile testimonianza di un impegno a tutto campo profuso da Enzo Mazzella come sindaco d’Ischia prima ed assessore regionale dopo, nello spirito di una politica espressa con forti toni e mirata a mantener salde le posizioni conquistate. Enzo  Mazzella, per sintesi di pensiero, e’ stato tutto questo ed anche altro. Chi ha pensato di imitarlo, ha fallito prima di cominciare. Agli albori della sua passione per la politica, un giovane Enzo Mazzella, studente universitario alla facoltà di economia e commercio in Napoli e prossimo alla laurea,  da semplice iscritto alla Democrazia Cristiana  di Pierino De Angelis (segretario) e di Vincenzo Telese Capo carismatico da cui tutti dipendevano, si insinuò fra i due personaggi con la bravura di chi sa  guadagnarsi posizioni di privilegio.

Intelligenza, scaltrezza e ambizione, dapprima moderata, poi senza limiti, furono le risorse personali che dimostrò subito di possedere, tanto che in sezione non gli fu difficile  far prevalere certe sue volontà ed attirare l’attenzione dello stesso Telese, che benevolmente parlando, lo teneva d’occhio. Telese tra il ’65 ed il ’70, già vedeva in lui il suo possibile successore perché pensava che per certi aspetti gli somigliasse. Enzo Mazzella consapevole di tali attenzioni e di tanta fiducia che gli venivano dal Comm. Telese in persona,  “manovrava”  per non  deludere chi lo spingeva verso il futuro.

Infatti tutto è incominciato nell’era-Telese, quando anche il sottoscritto faceva parte del gruppo e seguiva con ammirazione ed anche con un pizzico di umana invidia il vento in poppa che favoriva il giovane Enzo verso la scalata al successo politico che per lui appena iniziava. La sua prima battaglia vinta fu la “conquista” della sezione DC di Ischia con il maggior numero di tessere e tesserati sotto il suo controllo. Enzo da San Michele, “pescava” nel “feudo” di campagna  dei vari Vincenzo Delizia, Salvatore Trani, Raffaele Migliaccio e Rino Cenatiempo suoi storici rivali di zona. In seguito riuscì a portarsi dalla sua parte solo Migliaccio e Cenatiempo. Dopo la morte di Vincenzo Telese, avvenuta in piena campagna elettorale nel maggio del 1970, il sodalizio con Pierino De Angelis si rafforzò oltre modo. I due con un potere immenso fra le mani, gestivano il presente del paese controllando uomini e aziende sottomessi alla loro politica di assistenza e di sviluppo.

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Insomma per sentirsi protetti conveniva stare dalla loro parte.  Enzo Mazzella cresce in questo tipo di cultura del potere, trasmettendo messaggi innovativi nella rivoluzione della imprenditoria locale e nel nuovo sistema di sviluppo del territorio. Nel 1964 entra per la prima volta nel Consiglio Comunale di Ischia con Umberto Di Meglio Sindaco. Si conferma nelle elezioni successive del ’70 con Vincenzo Romolo Sindaco che sostituisce il defunto Telese in quella particolare tornata elettorale. Romolo vinse contro lo stesso Umberto Di Meglio sceso in campo con una sua lista contro la DC capeggiata da Telese con cui aveva rotto i rapporti. Gli anni ‘70 e ’80 videro Enzo Mazzella protagonista e sempre più vincente su diversi fronti: rapporti col Partito a Ischia ed a Napoli, Comune, Regione, partecipate e incidenza autorevole nel paese. Tornato nella DC Umberto Di Meglio nelle elezioni del ’75, Enzo Mazzella lo tallona nel numero delle preferenze e gli rende la vita difficile nei primi tre anni di suo ritorno alla carica di Sindaco nella successione a Romolo. Enzo che strizzava l’occhio anche ai suoi amici socialisti in Consiglio Comunale, riuscì ad avere la meglio su Umberto Di Meglio che suo malgrado, fu costretto a cedergli la poltrona di primo cittadino in corso d’opera. Era l’anno 1978. Due anni dopo, nelle elezioni comunali del 1980, il popolo d’Ischia lo riconferma Sindaco del paese e lo consacra leader indiscusso di un’aera politica che sembra non dover avere mai  fine. Eppure, tutto ciò che si comincia ha inevitabilmente una fine.

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Ma per Enzo Mazzella il discorso non si poneva. Si credeva  nella sua “immortalità” politica, frutto di un carisma sempre più forte guadagnato in campo, tra la gente che lo rispetta e lo  teme più di quanto lo ami. Nuova riconferma a Sindaco d’Ischia per Enzo Mazzela, arriva nelle elezioni del 1985 dove avvia la “Politica delle opere” e emulando il suo primo maestro Vincenzo Telese nell’arte della politica del fare e del pensare, crea e lancia lo slogan “Ischia Giardino d’Europa” dopo il coraggioso esproprio delle pinete. Enzo sposta i suoi obiettivi e guarda con interesse sempre più convinto alla politica napoletana, ai pezzi da novanta con cui intavolare nuovi rapporti e programmi. Insomma vede la Regione come suo prossimo traguardo. Nel 1988 scende in competizione e conquista alla grande il seggio nel Consiglio Regionale con oltre 80 mila preferenze. Una vittoria impressionante che Ischia salutò con soddisfazione ed orgoglio. A Ischia da Sindaco, era circondato da uomini validi e di spessore. Pertanto, non gli fu difficile trasferire il suo mandato di sindaco nelle mani del prof. Gianni Balestrieri già suo assessore per dedicarsi meglio alle problematiche regionali e quindi, da una posizione più autorevole, anche alle esigenze dell’isola d’Ischia. Nel Consiglio Comunale vi rimane come Capogruppo.

Quindi un Enzo Mazzella impegnato attivamente sia nel suo Comune che in Regione dove gli viene affidato il  prestigioso mandato di assessore ai Lavori Pubblici. Alle elezioni del 6 e 7 maggio del 1990 è ancora in campo con Giovanni Sorrentino Capolista, a portare il suo gruppo DC alla vittoria. Ignaro di un destino crudele e senza riguardo che da lì a poche settimana lo travolge, Enzo Mazzella rivolge alla sua gente l’ennesimo messaggio, sarà l’ultimo del suo vasto repertorio: “ In questi anni, afferma Enzo, la nostra Comunità ha raggiunto traguardi significativi sul piano economico  e sociale. Forte della fiducia  della maggioranza dei cittadini, continua Mazzella, la Democrazia Cristiana ha potuto avviare  un grande progetto che ha fatto di Ischia  una realtà moderna, economicamente  forte e civilmente progredita. Quel Progetto,  si sviluppa di pari passo con la crescita  del paese e punta a nuovi e più prestigiosi traguardi, Ischia in questi anni è cresciuta, ha infine detto Enzo Mazzella, ma adesso dobbiamo guardare avanti…”. Poco dopo, il 29 di Giugno di quell’anno 1990, giornata festiva di San Pietro e Paolo,proprio come oggi con il sole e con il caldo di una estate tutta ancora da scoprire,  Enzo Mazzella il guerriero, il combattente, l’uomo forte, il politico che invitava a “guardare avanti”  a soli 53 anni gettava la spugna, deponeva le armi per volare in un’altra direzione. Per essere accolto in cielo dagli Angeli e dai  Santi.

                                                                                                                              antoniolubrano1941@gmail.com

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