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Il Paese che vorrei con Tilde Trofa

DI GIOVANNI TROFA ***

Manca poco al completamento della lista civica “Il Paese che vorrei con Tilde” che riconfermerà la candidatura a Sindaco di Tilde Trofa. Una candidatura che trova ampi consensi per lo spessore del candidato da sempre impegnata nel sociale. Sarebbe la prima volta che i serraresi avrebbero un Sindaco donna, se fosse eletta. Sarebbe un bel riscatto per tutte le donne del Comune, che sono state sempre tenute lontano
dalla carica di primo cittadino. Sarà questa la volta buona? Staremo a vedere. Il confronto si annuncia difficile ma la voglia di ridare fiato alla democrazia a Serrara Fontana, di liberare il Comune da chi lo intende come occasione di lavoro e cogliere l’occasione per dimostrare che anche a Serrara Fontana le donne contano, è
tanta. Un candidato sindaco per passione e non per professione. Nella composizione de “Il Paese che vorrei con Tilde” le quote rosa avranno una rappresentanza di non poco conto. Intanto si diffondono le prime indiscrezioni sul programma. Al centro ci sono i giovani, c’è la persona, una risorsa preziosa per sé e per gli altri, per la comunità e soprattutto intesa come parità di genere. Ogni istituzione trova la sua giustificazione nella tutela e nella promozione della persona che, estendendosi ad altre persone, configura l’interesse generale o bene comune. Solo questo fine legittima l’azione politica e deve essere il criterio di giudizio, non un luogo per trovare lavoro ma per creare le condizioni per dare un futuro ai giovani, alle famiglie ed alle persone che hanno bisogno. Ma la persona non è solo il fine dell’azione politica, deve essere anche il soggetto protagonista, nell’esercizio dei diritti di cittadinanza. Per realizzare questo secondo obiettivo si
vogliano realizzare le condizioni per promuovere un’autentica partecipazione dei cittadini, delle associazioni economiche, sociali e culturali alla definizione delle scelte dell’Amministrazione comunale. L’idea di Serrara Fontana e delle sue frazioni che si vuole realizzare è quella di una comunità unita, solidale, che guarda con fiducia al futuro. Una comunità che: deve conservare la propria identità, valorizzando la sua storia e le sue tradizioni; – deve anche rinnovarsi, vincere le sue paure e diventare protagonista in ambito provinciale e regionale; – deve rispondere alle esigenze di una democrazia partecipativa; – è solidale verso le persone più deboli; – è accogliente con i turisti; – deve garantire qualità della vita: ovvero sicurezza, senso civico,
partecipazione, servizi, vivibilità, sviluppo delle opportunità di incontro; – deve essere in definitiva, una comunità a misura di persona. Queste sono le prime indiscrezioni. Dall’altra parte si assiste al fallimento
del servizio rifiuti che nonostante sia stato appaltato a costi maggiorati offre una servizio di pessimo ordine con la peggiore raccolta differenziata in tutta la regione. A questo non può non sottacersi il fallimento della
società partecipata La Torre ed a breve sarà di pubblico dominio tutta la sua malagestio. Un comune al collasso finanziario e sociale con poco lavoro, aziende in vendita e tante difficoltà per le famiglie ed i giovani.
* PORTAVOCE DE “IL PAESE CHE VORREI CON TILDE”

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