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Il passaggio di testimone nelle imprese alberghiere

Al MUDIS, presso il Palazzo Vescovile in Via Seminario, si è tenuto l’incontro “Passaggio Generazionale: Affari di Famiglia”, organizzato da Federalberghi Ischia & Procida, in collaborazione con l’EBTC

Giunge a termine il ciclo di incontri targati #iloveischiaLab, fortemente voluti da Federalberghi Ischia & Procida con la collaborazione dell’EBTC (Ente Bilaterale Turismo Campania). È stato un trittico di eventi formativi che hanno toccato varie tematiche come l’intelligenza artificiale a servizio del mondo alberghiero e le nuove tecniche di marketing per intercettare sempre nuove fette di mercato. Luca D’Ambra, Presidente di Federalberghi Ischia & Procida, ha voluto riepilogare i risultati dei primi due eventi, introducendo il tema quello della giornata: «La risposta dei nostri associati è stata molto positiva, così come quella del pubblico. Il nostro obiettivo, fin dall’inizio, era quello di offrire ad albergatori, manager e addetti ai lavori un pacchetto di incontri al fine di aggiornare le competenze di tutti noi. Anche io ho appreso moltissime nozioni durante questi convegni e ringrazio i relatori e gli organizzatori che hanno reso possibile tutto questo, in primis Maria Monte per l’impegno profuso in questi mesi. Per quanto concerne il tema di oggi posso dire che è di fondamentale importanza per un tessuto imprenditoriale come quello di Ischia. Il passaggio generazionale, infatti, è un punto cruciale sul quale ci siamo sempre confrontati perché sulla nostra isola gran parte degli alberghi sono a conduzione familiare. Molto spesso questo passaggio di testimone non è immediato e semplice da gestire, ragion per cui bisogna parlare in famiglia e avviare un dialogo che ponga le basi per il futuro. L’evento di oggi vedrà protagonista Michele Sambaldi, hotel manager per tanti anni del gruppo Pellicano Hotels e oggi consulente per le aziende familiari. Con lui ragioneremo su varie dinamiche e cercheremo di avere un approccio molto umano perché le emozioni giocano sempre un ruolo fondamentale nel rapporto tra genitori e figli». E, in effetti, l’intervento di Michele Sambaldi è stato di grande interesse per capire determinate situazioni: «Vorrei partire con qualche numero per delineare il fenomeno delle imprese a conduzione familiare il cui numero in Italia, come vedremo, è davvero elevato. La successione in azienda è un passaggio complesso e delicato che interessa la stragrande maggioranza delle imprese italiane dato che circa l’85% di esse possono essere considerate ‘Family Business’. In media solo il 30% di esse sopravvive con la seconda generazione, solo il 12% con la terza ed appena il 3% continua ad operare con la quarta generazione. Sono dati dell’Osservatorio Nazionale sulle Aziende Familiari Italiane che fotografano una situazione molto chiara ed evidente del nostro paese. Il passaggio generazionale, però, non è sempre preciso, lineare, scontato e, soprattutto, non è un qualcosa di immediato che si verifica da un giorno all’altro. Anzi, il più delle volte, piuttosto che occuparsi direttamente di passaggio, sarebbe necessario parlare prima di coesistenza generazionale. Quest’ultima, infatti, stimola un approccio più collaborativo e inclusivo che enfatizza la convivenza e la collaborazione tra le generazioni all’interno dell’azienda di famiglia per un limitato periodo di tempo. Tuttavia con questo approccio entrano in campo le emozioni e la loro gestione non sempre è facile. Ci sono contesti in cui fila tutto liscio e altri in cui è necessario affidarsi a una persona esterna che possa fare da ponte e da mediatore. Infatti, può capitare che ci siano delle naturali incomprensioni tra la vecchia e la nuova generazione perché il modo di vedere il mondo è diverso e il rischio è quello di non trovare punti in comune». Michele Sambaldi, a proposito di questo aspetto, ha continuato parlando della figura del consulente per le aziende familiari: «In realtà in cui la coesistenza non è idilliaca ci si può rivolgere a un consulente, noto anche come armonizzatore. È una figura professionale che ha il compito di abbattere le distanze tra i predecessori e successori in modo da rendere più fluido possibile il dialogo tra i genitori e i figli all’interno dell’azienda. I compiti dell’armonizzatore sono molteplici e di solito si fa un incontro preliminare con le parti per conoscere il contesto, una sorta kick-of con tutti i componenti della famiglia al tavolo se le parti sono d’accordo. Si procede con un dialogo in cui si stabilisce ‘chi fa cosa’ tra i predecessori e solo in un secondo momento si passa alla valutazione delle competenze dei successori. L’armonizzatore, una volta entrato nel contesto dell’azienda familiare, deve supportare il business pianificando le azioni da mettere in campo nel presente e nel futuro, sia a breve che a lungo termine. Oltre a entrare in sintonia con i membri della famiglia per cui è stato chiamato, deve anche dialogare con i professionisti incaricati di seguire gli aspetti formali come fiscalisti, commercialisti e avvocati. Inoltre, deve aggiornare periodicamente il gruppo di lavoro sull’andamento del lavoro in corso e sulle eventuali criticità della coesistenza. È un lavoro di grande diplomazia che solo col tempo può dare i suoi frutti». L’incontro si è concluso con un dibattito al quale hanno preso parte gli albergatori presenti in sala che hanno portato la loro testimonianza sul passaggio generazionale, mentre altri hanno posto delle domande al relatore Michele Sambaldi.

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