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Il Pio Monte sarà un albergo, il nuovo indizio: chiesto il cambio di destinazione d’uso

L’ente morale chiede al Comune di Casamicciola la rettifica, indispensabile per la realizzazione del progetto, modificando la classificazione catastale del complesso immobiliare

Il Pio Monte chiede la rettifica del permesso a costruire. Come molti ricorderanno, l’ente morale proprietario dell’omonimo complesso immobiliare sito in corso Manzi a Casamicciola, ha raggiunto un accordo per favorire la rinascita della struttura, ormai caduta in rovina dopo mezzo secolo di abbandono. Il Pio Monte dovrebbe infatti diventare un complesso alberghiero di lusso, ma per arrivare a questo obiettivo, era naturalmente necessario dotarsi di tutti i permessi e le autorizzazioni richieste per una trasformazione di questo tipo.

Proprio per quanto concerne uno di questi provvedimenti, l’ente morale ha chiesto al Comune di Casamicciola una rettifica di quello che viene definito un equivoco di base sorto nel procedimento per il rilascio del permesso di costruire. Un equivoco che, secondo il Pio Monte, potrebbe vanificare ogni iniziativa promossa per recuperare il complesso monumentale e ridare lustro anche all’ambiente circostante. Al momento, infatti, il rilascio del permesso risulta erroneamente condizionato alla conservazione della destinazione d’uso e della classificazione catastale “C5” della struttura, che si tramuta in un vero e proprio vincolo all’utilizzo del compendio, quale “stabilimento di acque curative e balneari senza fine di lucro” (che è appunto la definizione della classificazione C5). Tale vincolo, se dovesse rimanere, renderebbe di fatto impossibile il prosieguo di ogni iniziativa,visti gli altissimi costi realizzativi delle opere programmate, che ammontano a oltre 50 milioni di euro, in previsione di un utilizzo del complesso che sin dal principio è sempre stato indirizzato alla realizzazione di una struttura alberghiera, cioè la categoria “D2”, come tra l’altro si evince chiaramente dal progetto e dal parere favorevole reso dalla Sovrintendenza con la nota del 16 luglio 2019.

Il soddisfacimento della richiesta potrebbe agevolare la risoluzione di alcune “questioni” tuttora aperte, tra l’ente e il Comune del Capricho, relative alla massa debitoria e al contributo di costruzione

Questa condizione è essenziale per consentire a coloro che sopporteranno l’ingente investimento di ottenere una adeguata copertura delle spese di gestione della struttura. Fra l’altro, oltre all’attività alberghiera che verrà svolta dalla società che gestirà il complesso, l’ente Pio Monte ribadisce che gli utili derivanti da tale concessione saranno impiegati per proseguire le attività benefiche che rappresentano lo scopo statutario dell’ente morale. Per inciso, secondo l’articolo 23 ter del Dpr 380/2001 la variazione della destinazione d’uso secondo l’ente deve necessariamente essere ritenuta come mutamento irrilevante, in quanto “interno” alla stessa categoria funzionale prevista dalla norma citata. Ecco qui che il Pino Monte “supplica” il Comune affinché sia rimosso dal procedimento in questione e da tutti gli atti connessi la limitazione relativa al mutamento della destinazione d’uso, riconoscendo e autorizzando esplicitamente che le opere in via di esecuzione di consolidamento, restauro e recupero funzionale del complesso sono finalizzate all’utilizzo della struttura per l’esercizio dell’attività turistico alberghiera, con conseguente variazione della relativa categoria catastale in D2. Il Pio Monte chiede dunque che tale mutamento venga trasmesso alla Soprintendenza, che potrà prenderne atto conformandosi alla decisione del Comune. Tale richiesta potrebbe essere intesa, secondo l’ente morale, come l’occasione per “mettere una pietra sopra” cercando e trovando una bonaria composizione alle vertenze ancora in corso tra il Pio Monte e il Comune di Casamicciola, a partire da quella relativa alla massa debitoria che sarebbe a carico del Capricho, ma anche alla controversia tuttora pendente davanti al Tar che ha ad oggetto la presunta illegittimità della determinazione del contributo di costruzione connesso all’iniziativa di recupero della struttura. Un modo, conveniente per entrambe le parti in gioco, per chiudere i conti e far proseguire l’intesa senza contrasti.

IL PROGETTO. La rinascita della struttura passa per il progetto, che illustrammo su queste colonne in esclusiva, firmato dall’architetto Massimo Pica Ciamarra. Tramite l’affidamento a una cordata d’imprenditori, potrebbe essere in grado di cancellare le ormai cinquantennali rovine e trasformare quella struttura in un resort extralusso. Le fasi e le tempistiche dell’operazione erano state delineate nel corso di un incontro tra i vertici del Pio Monte della Misericordia e dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giovan Battista Castagna, svoltosi quasi due anni, lontano dai riflettori, all’interno di una saletta dell’Hotel Cristallo. Il progetto prevede interventi rientranti nelle tipologie del “restauro e risanamento conservativo”. Pertanto alcune opere saranno demolite; le finestre saranno ripristinate. Particolare attenzione dovrà essere data alla tecnologia di ricostruzione delle pareti ed alle capriate in legno e ferro.

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L’impostazione del progetto è nell’ottica del “restauro” con demolizione degli elementi realizzati abusivamente e introduzione di tecnologie idonee in grado di adeguare la struttura alle esigenze impiantistiche, di sicurezza, all’eliminazione delle barriere architettoniche per destinarla a “Albergo e Complesso termale”, funzione analoga a quella originaria. Il progetto, così come pensato dallo studio dell’architetto Pica Ciamarra, reinterpreta l’immagine originaria del complesso utilizzando le tracce ancora presenti e tutto il materiale iconografico di archivio: grafici originari relativi alle strutture metalliche ed in legno, fotografie storiche dei diversi ambienti (oratorio, dormitori, refettori, sale per i bagni) per riproporre, in tutti gli spazi esterni ed in buona parte di quelli interni un’immagine sostanzialmente coerente con i caratteri originari del complesso per i materiali di finitura.

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