Il porto aragonese e gli artisti che bloccarono il progetto
“Siamo a conoscenza che esponenti di un patito politico (Democrazia Cristiana ndr) con sede in Ischia Ponte insieme a personaggi comuni del luogo si stanno attivando per affidare a loro tecnici amici, la redazione di un progetto per la realizzazione di un porto commerciale nell’ampio specchio d’acqua fra il Castello E Cartaromana con obbrobriose scogliere di protezione al largo di detto spazio di mare. La richiesta per la realizzazione del porto a Ischia Ponte attiverà a codesto vostro ufficio per l’approvazione ed il sostegno dell’opera. I sottoscritti si dichiarano fermamente contra ri alla realizzazione di un porto commerciale o di qualsiasi altre destinazione perché stravolgerebbe e deturperebbe uno scenario naturale che invece va conservato e difeso con tutti i mezzi a disposizione-…” . Ed a seguire tutta una serie di considerazioni sulla bellezza dei luoghi da “non toccare per qualsiasi ragione” e la ferma opposizione al progetto. La petizione fu inviata al Sindaco d’Ischia, alla Giunta Comuale, al Presidente della Provincia ed al Predetto di Napoli con le firme degli artisti Aniellantonio Mascolo, Mario Mazzella, Gabriele Mattera, Vincenzo Funiciello, Federico De Angelis, Giannini Califano, Giovan Giuseppe Cervera, Manlio MIserocchi, Gina Algranati ed altri. Era il 1960 con una Ischia che assaporava i primi frutti del boom economico dell’Italia e del turismo nei propri luoghi in via di lento ma progressivo sviluppo. Il porto aragonese ad Ischia Ponte si ed il porto aragonese ad Ischia Ponte no, provocò nel paese e nei8 circoli culturali e politici, la nascita di due scuole di pensiero che si sono fronteggiavano senza esclusioni di colpi. Studi, convegni, articoli sui giornali locali e regionali ha rappresentato per molti anni la materia viva,con cui si è tentato di ragionare sullo scottante argonmeto, senza però mai venire a capo della questione. Un solo punto fermo teneva banco, quello cioè che il porto commerciale come lo sognavano quelli che si battevano affinchè si facesse, non si doveva in alcun modo realizzare. Infatti il porto tra il Castello e gli scogli di Sant’Anna, all’altezza della torre di Michelangelo non ha mai vistio la sua luce. Gli artisti di Ischia Ponte, accusati all’epoca di frenare lo sviluppo della zona, ebbero ragione di ribellarsi con tutte le proprie forze a quella che la storia ha poi ufficializzato scellerata quella ipotesi di progetto di un porto dove natura insopprimibile la faceva da padrone rallegrando ieri, oggi e sempre i cuori di tutti coloro che si lasciano pienamente coinvolgere.