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Poesie e rose bianche, così il I Circolo di Ischia ha ricordato l’Olocausto

Il giorno 29 gennaio gli alunni del 1° Circolo di Ischia, del plesso Giovanni Paolo II (Fondo Bosso), dalla prima classe alla quinta, nei locali della loro scuola, hanno rappresentato, alla presenza della Dirigente Scolastica, dott.ssa Lidia Gentile, e dei genitori, una pagina drammatica della nostra storia contemporanea in ricordo di tutti i bambini morti per mano dei nazo-fascisti. Tale commemorazione è stato il prodotto finale di un compito di realtà progettato, organizzato e realizzato da tutti gli alunni del plesso con l’aiuto e la guida dei loro insegnanti, soprattutto delle maestre Stefania Ghezzi e Filomena Ungaro.

Si sono voluti ricordare i bambini morti durante la Shoah, poiché spesso, anzi sempre, si parla degli adulti che hanno perso la vita durante questa immane tragedia, senza considerare che ancora più gravi sono state le uccisioni di bambini a cui è stata tolta la possibilità di avere un futuro, di lasciare una traccia del loro passaggio terreno: Uccidere un bambino equivale a negargli l’esistenza! Per questo motivo gli alunni di Fondo Bosso hanno voluto commemorare la morte di bambini come loro, a cui una mano crudele ha strappato il destino, ha negato il futuro, ha cancellato la loro esistenza.

Sono state recitate le poesie scritte dai bambini del Giardino di Terezin e ricordate le miserevoli storie delle Venti Rose Bianche di Amburgo. La commemorazione è stata commovente e sentita e alla fine 20 rose bianche sono state piantate all’esterno, in una piccola aiuola, di cui i bambini stessi si prenderanno cura. La cerimonia si è conclusa con il lancio in aria di tanti palloncini bianchi, come se si volessero raggiungere con il cuore quei tanti, troppi bambini vittime della Shoah! Infine è stato donato alla Dirigente Scolastico un Lap-book realizzato dagli alunni della classe quinta e la dott.ssa Gentile ha ringraziato le insegnanti, i bambini e i genitori per il bellissimo lavoro svolto, dicendo che nulla più occorreva aggiungere se non l’esortazione a coltivare nell’animo dei nostri figli la necessità di ricordare affinché non accada mai più una tragedia simile.

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