CRONACAPRIMO PIANO

Lagnese incontra le autorità: «Ischia diventi modello di civiltà e di vita»

L’incontro natalizio del vescovo con i sindaci, i giornalisti e le autorità civili e militari è stata anche l’occasione per congedarsi dall’isola. Alla quale ha dedicato parole al miele ma lanciato ancora una volta significativi moniti

Ha fatto di tutto per non trasformarlo in un “passo d’addio”. Nell’ormai tradizionale incontro natalizio con i giornalisti e le autorità civili e militari, svoltosi presso la Curia Vescovile al Seminario, ieri mattina il vescovo Pietro Lagnese ha cercato di far passare in secondo piano la sua imminente partenza. Al punto che, se non fosse stato per un paio di incisi, una persona non al corrente della sua elezione a Caserta nemmeno avrebbe immaginato che quel momento di comunione avrebbe rappresentato a tutti gli effetti un congedo. Alla presenza dei rappresentanti delle sei amministrazioni comunali (c’erano i sindaci di Casamicciola e Lacco Ameno Giovan Battista Castagna e Giacomo Pascale, il consigliere comunale di Forio Gianni Matarese, gli assessori di Barano e Serrara Fontana Daniela Di Costanzo e Irene Iacono e il vicesindaco d’Ischia Luigi Di Vaia) e degli operatori dell’informazione, con al suo fianco don Carlo Candido e con Marianna Sasso a dettare i tempi dell’incontro, Lagnese ha voluto soffermarsi su quanto fatto soprattutto in favore delle fasce più bisognose ed ha esortato ancora una volta all’unità le amministrazioni comunali locali. Evitare le divisioni, un tasto sul quale il monsignore aveva già “battuto” nel suo messaggio di saluto alla comunità isolana diffuso nel pomeriggio di sabato. Insomma, una cosa è certa: l’ormai ex vescovo d’Ischia ha compreso alla perfezione – nei suoi otto anni di permanenza sull’isola – qual è il vero limite della nostra comunità, incapace di fare rete ma solo di frantumarsi e disgregarsi con una serie evidente di ripercussioni nel tessuto sociale e non solo.

“Grazie a tutti coloro che sono venuti qui stamattina – ha esordito il Vescovo nel suo discorso – soprattutto a chi sta collaborando con la Caritas in questa splendida rete di solidarietà. Il compito nostro è quello di favorire una catena virtuosa, ecco perché ringrazio tutti sia chi ha dato un piccolo contributo che quegli imprenditori che stanno facendo tanto. Non dimentico le istituzioni, che si stanno dando da fare come questo tempo impone. Vogliamo vivere un Natale in maniera semplice, cercando di recuperarne il vero significato. Insomma, forse è veramente arrivata l’ora di riflettere e capire che spesso facciamo festa… dimenticando chi è il festeggiato”. Un segnale chiaro in una festività che sarà inevitabilmente segnata dalle restrizioni volute dal governo con tanto di lockdown e coprifuoco. “Ci facciamo prendere spesso da altre cose – ha proseguito il vescovo – che però non sono affatto il cuore del Natale, ecco oggi forse possiamo vivere una ricorrenza più vera e anche più povera. Come sapete tra qualche settimana lascerò l’isola, dunque non so se avremo altre occasioni per incontrarci: mi sembrava doveroso salutare i sindaci o i loro delegati, con i quali ho sempre cercato di avere un rapporto sincero, franco, di collaborazione, pur nell’autonomia sacrosanta che deve esserci sempre tra la Chiesa e le istituzioni che amministrano i territori. Mi sembra che noi possiamo accogliere tre parole del Papa Francesco, che mi piace sottolineare ancora una volta. Il Pontefice quest’anno celebrando la messa, facendo riferimento alla pandemia ha usato un’espressione che dovrebbe far riflettere tutti: Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla. Credo che questa espressione dica davvero tanto. Il Papa ha poi aggiunto che questo tempo può essere una grande opportunità: è un po’ come quando in una famiglia si vive un momento di dolore e c’è una duplice possibilità. O si assiste alla disgregazione totale del nucleo familiare, oppure quello è il momento nel quale ci si compatta e ci si riunisce e arriva il momento di svolta. Mi sembra che il Santo Padre questo ci chieda ed è quello che io chiedo agli isolani”.

Facendo riferimento alla politica, Lagnese ha poi aggiunto che “deve saper far sognare, creare prospettive, disegnare percorsi. Per far questo, dice il Papa, c’è bisogno che non solo sogniamo (senza dare spazio a rassegnazione) ma che questo sogno sia condiviso da tutti insieme. Ecco, questo lo posso dire magari con maggiore libertà, adesso che sto per lasciare l’isola. Questi è quello il nostro grande peccato, questa fatica immane a lavorare insieme. Tante volte ho sentito parlare in questi anni di Comune Unico, ognuno con le sue idee e le annesse motivazioni. Ma non è questo il punto, l’aspetto sul quale soffermarci è che quando si sogna insieme i sogni stessi possono diventare realtà. Ischia è un’isola dalle mille opportunità, ha una vocazione straordinaria. Sono certo che il Vescovo che mi succederà sarà illuminato e quindi potrà continuare il percorso, ma spero che si possa lavorare tutti insieme perché Ischia possa diventare un modello. Ci sono tutte le condizioni, perché Ischia assurga a laboratorio di civiltà e di vita dove il bene comune venga messo al primo posto. E’ l’augurio che faccio ai sindaci, a tutti gli isolani e a noi come Chiesa che dobbiamo continuare a metterci sempre al servizio dei poveri e degli ultimi”. Poi l’applauso dei presenti e i rappresentanti delle amministrazioni isolane che hanno voluto salutare con un dono e qualche chiacchiera un vescovo che dopo otto anni lascia l’isola. Ma anche il segno, ci sia consentito. Buon Natale a tutti.

Foto Franco Trani

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