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Giosi, le carte in mano e quella figura che si legge “canto del cigno”

Dobbiamo dire la verità, e farlo in maniera chiara, giusta, nuda e cruda. Senza fare il giro largo, insomma. Ci sono mille modi per far calare il sipario, per scendere da un palcoscenico che ti ha visto attore applaudito o fischiato (in fondo fa parte del gioco) per quindici lunghissimi anni. Per uscire di scena bisogna avere una grande fortuna e lui, il sindaco d’Ischia Giosi Ferrandino, l’aveva avuta. Lasciare la scena politica – al netto di miracolose aperture da Strasburgo, a Casamicciola difficilmente metterà piede anche nel 2019, a meno che un attacco di demenza non colga all’improvviso una parte sostanziale e sostanziosa dell’attuale classe politica, senza distinzioni di appartenenza – scegliendo in prima persona il proprio congedo, che avrebbe potuto e dovuto essere più dignitoso. Perché in ogni caso un capitolo nei libri di storia della vita politica della nostra isola se lo era guadagnato, arrivando fino al consiglio provinciale e vedendosi sbarrata la strada verso l’elezione al Parlamento Europeo più per sua colpa (credere che gli isolani dessero fiducia e consenso a prescindere, atavica giosiana presunzione) che per meriti di chi poi lo ha trombato facendo iniziare una vorticosa discesa negli inferi, senza ritorno. Ma non solo, portando a termine dei mandati a Casamicciola ed Ischia, Comuni dove la presenza del commissario prefettizio era diventata ormai un’abitudine consolidata, aveva in ogni caso messo due stellette di cui potersi fregiare.

Che Giosi non avesse più lo smalto dei tempi belli questo lo avevano capito tutti, anche chi gli è rimasto vicino, e che adesso da lì non può davvero più muoversi. Ma che a uno come lui si potessero “mettere le carte in mano”, come si dice in gergo, non ce lo saremmo mai aspettati. Soprattutto se quel qualcuno, in fondo, tecnicamente non è certo uno che può tenerlo per le palle (e anche se i soggetti fossero due il discorso non cambierebbe, ma chi scrive crede poco ad un diretto coinvolgimento dell’eminenza grigia). I fatti accaduti in occasione del convegno organizzato dall’UdC e che ha visto coinvolto anche il nostro quotidiano, sono chiari e noti a tutti e possiamo assicurarvi – pur rispettando il diritto alla privacy sulle confidenze che ci hanno fatto alcuni amministratori pubblici a microfoni spenti – che sono talmente deprimenti da provare compassione. Capiamo che a qualcuno non potesse andare giù che il giornale si fosse fatto comunque partner di un evento che richiamava ad un tavolo sindaci, politici ed imprenditori: è noto a tutti che per vocazione determinate persone sono portate a muovere fuoco e fiamme se la cabina di regia o la cosiddetta agenda non sono loro a dettarla. Ed allora parte il pressing sul sindaco Ferrandino, con inviti espliciti a disertare l’incontro accompagnati da una serie di motivazioni che vi abbiamo già elencato e che poco ci appassionano, anche perché il tempo libero in una giornata è poco e preferiamo destinarlo a qualcosa di molto più interessante, ludico e piacevole.

Giosi Ferrandino comincia a manifestare le sue perplessità relativamente alla partecipazione del convegno sul Turismo, alla presenza dell’assessore regionale Corrado Matera, fin dalla prima mattinata ma rompe gli indugi nel tardo pomeriggio, comunicandolo ufficiosamente agli organizzatori. Poi arriva la mail che non avremmo mai voluto leggere, con le motivazioni pretestuose e puerili, o meglio patetiche come le abbiamo definite ieri, per giustificare la sua assenza. La sostanza sta nel mancato finanziamento per la Festa di Sant’Anna che secondo il primo cittadino sarebbe una autentica ingiustizia, ai limiti della “trastola” per essere proprio chiari. E da qui nasce la sua volontà di voler evitare la partecipazione all’incontro pubblico. Ovviamente, Giosi parla anche a nome di quelle quattro scartine che compongono l’attuale amministrazione comunale, molte delle quali destinate a scomparire dalla scena politica insieme a lui nel breve volgere di qualche mese (maggio 2017, save the date).

Ma torniamo alle motivazioni. Ve ne proponiamo qualche stralcio, ma siamo davanti a un collage di autentiche cazzate. Il sindaco scrive ad esempio: “Penso innanzi tutto al grave problema dei trasporti marittimi e terrestri ed al ruolo dell’amministrazione  regionale mai adeguato alle straordinarie emergenze affrontate spesso in piena stagione turistica con grave caduta di immagine dell’isola come località turistica in grado di offrire servizi adeguati agli ospiti ed ai residenti”. Giova ricordare a Giosi che quando ha messo su il caularone con Domenico De Siano nel 2012, beh si era parlato di unione di forze proprio per risolvere una serie di problematiche, tra cui questa. E non vorrei sbagliarmi, ma mi pare di ricordare che per un periodo il presidente della Commissione Trasporti regionale fu proprio il buon Mimì. Risultato? Mai ci è capitato di tornare all’età della pietra come in quella circostanza, e sfido chiunque a dimostrare il contrario.

E sentite questa: “Penso alla grave situazione dell’Ospedale Anna Rizzoli alle prese con drammatiche riduzioni dell’organico del personale medico e paramedico ed alla situazione di criticità di molti reparti con particolare riferimento ai presidi di pronto soccorso indispensabili in un’isola sovraffollata nei mesi estivi ma anche densamente popolata nel resto dell’anno”. Bravo, giusto, sacrosanto. Giosi, hai proprio ragione: ehm, ma allora perché hai ricevuto con tutti gli onori il manager della ASL Na 2 Nord Antonio D’Amore, offrendo spumante e caffè e dopo pure il pranzo addirittura portandotelo nel tuo albergo per un summit segreto (scusami, nell’albergo di famiglia, non il tuo, non vorrei combinare un casino senza volerlo…). Il sindaco potrebbe rispondere che D’Amore si era insediato da poco, ma cadrebbe anche qui, perché in fondo pure Matera fa l’assessore al Turismo da appena tre mesi.

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Ma c’è dell’altro ancora. Sempre il Ferrandino scrive: “Il Comune di Ischia non può non rilevare la grave mancanza di trasparenza dell’amministrazione regionale che si è rivelata fino ad ora incapace di avviare una seria interlocuzione con gli enti locali tenendo conto della storia dei luoghi, della identità delle località turistiche, degli eventi in grado di valorizzarne le peculiarità”. Ma scusatemi, ma questa amministrazione regionale poco trasparente non vede in consiglio regionale diversi esponenti del Pd, dei quali Giosi millanta sempre rapporti particolari e strettissimi? E allora perché non si è mai rivolto direttamente ai suoi referenti? A questo punto, e dobbiamo chiedere scusa a chi ce lo aveva più volte spifferato nelle orecchie, dobbiamo pensare che pure in terraferma non conti più una mazza. In tutto questo giova sottolineare pure un altro aspetto: ma se proprio il sindaco aveva qualcosa da contestare a Matera, per rispetto dei cittadini di cui è al governo non sarebbe stato più opportuno andarglielo a spiattellare in faccia davanti ad una platea numerosa e qualificata? Qualcuno potrebbe ribattere che degli ischitani non gliene frega più un fico secco. Non saremo noi a dar torto a chi propugna questa “ipotesi”.

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Insomma, Giosi è arrivato al capolinea, ma ci deve essere un minimo di dignità quando  arriva il momento di passare la mano. La cosa più divertente è che il sindaco ha proprio deciso di cadere in basso e diventare anche lo zimbello dei suoi colleghi. Perché, sempre spinto dal “deus ex machina”, è partito sparato ed ha pensato che riuscisse a mettere a segno il colpaccio: parla lui e non si presenta nessuno, insomma l’isola è “Cosa Mia”. E purtroppo da parte di Ferrandino ci sarebbero state, vogliamo usare il condizionale ma ci sa che è triste realtà, anche una serie di telefonate sondative per tastare gli umori dei colleghi e magari cercare di convincerli che la tesi della “diserzione” da lui portata avanti era la strada maestra da seguire. Non se lo sono filati proprio. In realtà si sono visti Giovan Battista Castagna (sessione mattutina e pomeridiana, l’educazione nei confronti di un’istituzione ospite dell’isola gli va riconosciuta a tutti gli effetti), Rosario Caruso, Francesco Del Deo, la delegazione del Comune di Barano e se vogliamo anche quella di Ischia, degnamente rappresentata dal presidente del consiglio comunale Gianluca Trani oltre che dal consigliere di minoranza Carmine Bernardo. A proposito, non c’era il Comune di Lacco Ameno ma assolviamo con formula piena Giacomo Pascale, solo perché prima di muoversi deve chiedere il permesso al suo “padrone” che evidentemente (ah, quanto è duro a morire il caularone…) gliel’avrà negato. Morale della favola: la doppia sessione di convegno è stata apprezzata dai convenuti e dunque è stato un successo, qualcuno ha il fegato in cura presso un noto specialista ma in tutto questo chi ci ha perso è solo Giosi. Ha preso in giro i suoi cittadini ma scoprendo le carte, quelle che gli hanno messo in mano, ha svelato quello che fino ad ieri provava abilmente a nascondere: che conta ormai quanto il gol della bandiera segnato da una squadra che sta perdendo 10-0. Tutto quello che è riuscito ad ottenere è il solito “obbedisco” di quei quattro chiattilli della sua maggioranza, ma abbiate fede: ancora pochi mesi e anche loro saranno un passato. Da dimenticare, o meglio da tirarci lo scarico.

P.S. Il triste epilogo di tutto questo can can si è verificato intorno alle 19 di ieri sera, quando qualcuno (chissà chi, magari proprio il diretto interessato?) ha fatto trapelare la voce che Matera avesse telefonato a Giosi chiedendogli un incontro “flash” a porto d’Ischia, di natura chiarificatrice, prima di prendere l’aliscafo. Per la cronaca l’assessore era accompagnato e si tratta di una balla megagalattica. Ah, stiano tranquilli anche i nostri lettori: ci siamo scusati con lui, anche se non toccava a noi farlo, invitandolo a ritornare sull’isola anche da turista. Abbiamo una storia e una cultura dell’ospitalità, il “Vattene” non lo riserviamo a nessuno. Semmai si discute e ci si confronta, come fanno comunità civili. E la nostra, ci piace pensarlo, lo è ancora.

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