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Il pugilato? Per me, è come una partita a scacchi

Di Isabella Puca

Ischia –  Il campione regionale del Veneto è il pugile Antonio Calise. Di storie di sport ne è piena l’isola e tutte hanno in comune sacrifici, abnegazione e tanta umiltà. Sono queste le doti del ventiseienne ischitano che si sta facendo onore nei ring di tutta Italia conquistando titoli e medaglie, «mi sento un po’ un pioniere, portare il pugilato sull’isola sarebbe un sogno ma già c’è un movimento da cui sono nato e da dove ho iniziato il mio percorso». Raggiungiamo Antonio al telefono, tra un allenamento e una mattinata di lavoro. Da qualche anno vive infatti a San Sistino di Livenza in provincia di Venezia dove, la mattina lavora alle poste e, tutto il resto del tempo, lo dedica alla boxe. «È da nove anni che frequento il ring, prima con la kick boxing dove ho vinto il campionato italiano di prima serie, la massima categoria per i dilettanti. Poi, ho avuto  dei problemi e mi sono buttato a capofitto nel pugilato attività che praticavo parallelamente alla kick boxing». Il pugilato lo ha sempre affascinato sin da quando, con il papà, seguiva la boxe alla televisione. «Qualche anno fa ho iniziato con il team Scotti – Lauro il mio team isolano. La mia ultima  vittoria è frutto di un percorso fatto con le persone giuste, che mi volevano bene. Ho iniziato con Giovan Giuseppe  Scotti e Giuseppe Lauro ma, dopo la chiamata di lavoro per le poste mi sono dovuto allontanare dall’isola. Trascorrevo  15 giorni al nord e altri 15 al sud». Il suo primo trasferimento lo ha portato ad allenarsi con la Pugilistica Vicentina BRV 1998 Mai Domi grazie alla quale Antonio si è laureato campione regionale; «dopo 6 mesi  mi hanno dato un altro trasferimento;  prima ero a Vicenza mentre ora sono  San Sistino di Livenza in provincia di Venezia. Appena trasferito  ho dovuto trovare un’altra palestra ma ho lasciato il mio cartellino a Mai Domi che mi ha aiutato davvero tanto». Durante la sua ultima vittoria al suo angolo c’erano Paolo Bonifacio e Davide Giacomini della Boxe Santamonica  che da due anni portano avanti con Antonio un duro allenamento.1234489_10201214387414261_962753101_n

«Mi sono allontanato da Ischia per lavoro e mi sono sforzato di trovare il lato positivo. Non è stato per niente facile trovare un equilibrio; la prima cosa che ho cercato prima ancora che una casa è stata la palestra. La boxe è stata da sempre la mia più grande passione». Due mesi fa Poste Italiane gli ha proposto di lavorare a tempo pieno e Antonio ne ha approfittato per buttarsi anima e corpo nel pugilato così da non sentire la mancanza di casa. Ad oggi, guardando ai campionati, la sua vita è tutta posta e pugilato. «Ancora mi devo fermare dall’ultimo match e ormai trascorro tutti i giorni in palestra ma è giusto così in previsione dei campionati. Di solito non sono mai stato impegnatissimo,  amo prendermi del tempo per me ma, per forza di cose, la mia giornata è diventata frenetica, forse sarà il nord!». La sua giornata inizia alle 8:00 del mattino con il suo lavoro, alle 14:00 rientra a casa per pranzare e dedicarsi alle faccende domestiche e, già dalle 17:00,  corre in palestra dove resta fino alle 21:00, «è il mio punto di riferimento non ho niente al di fuori della palestra, è tutto in via di costruzione». Il suo papà non è un pugile ma un grande appassionato di questo sport così come anche il resto della famiglia, «quando c’è la boxe in tv, mio padre si ferma a guardarla e io con lui così come i vari film tipo Rocky; anche se non rappresentano il pugilato hanno fatto un po’ la storia di questo sport. Tra i pugili Campani Clemente Russo ha attirato l’attenzione mediatica ma c’è un mio conoscente e amico, con cui ho avuto il piacere di allenarmi poche volte, Valentino Manfredonia il pugile della De Novellis. Tra quelli che ammiro c’è poi Marvin Hagler o ancora Muhammad Ali». Antonio, dopo l’ultimo risultato raggiunto, ha rinunciato a tre giorni di riposo sull’isola per continuare ad allenarsi,  «mi dispiace vivere lontano dall’isola ma forse, se non mi fossi allontanato, non avrei raggiunto questi risultati. In Campania ero bloccato per una serie di dinamiche, spostarmi è stata una cosa positiva per la boxe. Sull’isola è uno sport ancora poco conosciuto e la cosa più bella è far conoscere il pugilato a chi non ne sa nulla. Non è solo pugni e violenza ma, tutt’altro; anche una stretta di mano con l’ avversario è questo il messaggio che voglio che passi». Ciò che ci sorprende di Antonio è la sua umiltà, caratteristica che crediamo possa portarlo davvero lontano, «a volte non mi sento neanche un pugile. Ci vuole tanto sacrificio, è questa la parola chiave anche se per me non è un sacrificio, lo faccio con piacere. Per diventare un pugile ci vuole dedizione, allenamento e tanta costanza e ancora  una  base caratteriale che ti dà una marcia in più. Non saprei dirti se ce l’ho o meno ma inizio solo ora a realizzare ciò che abbiamo fatto». È stato il suo ultimo allenatore a cambiare l’Antonio che si vede sul ring che, oggi, è più scaltro e intelligente, «l’ intelligenza è decisiva nella boxe. È un po’ come una partita a sacchi, anche se ci si fa male l’intelligenza vince su tutti i tipi di boxe. C’è chi sul ring pensa solo a picchiare  chi usa solo la forza come elemento fondamentale ma l’intelligenza è importante». Qui sull’isola il movimento pugilistico  è in via di espansione, «a Fiaiano c’è una palestra ben attrezzata con un ring olimpionico 7×7, ma mancano ancora le attrezzature per praticare questo sport a livello agonistico. Tuttavia c’è chi si sta affacciando anche a quel mondo come Danilo Mattera e Ciro Colella; a loro dico sempre di puntare in alto». Il suo sogno, ora, è quello di vincere i campionati italiani o almeno di arrivare in una buona posizione e per questo continua ad allenarsi, ma con i piedi ben piantanti a terra, «per me la boxe è diventato tutto. Se non avessi la boxe non saprei cosa fare. Vincere998807_10201214387054252_974861180_n questi campionati testimonia la mia crescita, avvenuta dopo un percorso fatto con le persone giuste con il miei allenatori ischitani, con Fulvio Marchesini e con Paolo  Bonifacio che mi hanno aiutato a reagire. Avevo puntato a vincere questi campionati anche come forma di riscatto. La  boxe è un  modo di reagire alla cose negative della vita; quando un domani scenderò dal ring  non sarò più pugile ma almeno avrò imparato a reagire».

 

 

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