CRONACAPRIMO PIANO

Bonus, quel tacito accordo che inguaia gli stagionali

Aumentano le incertezze per tanti lavoratori, di fatto stagionali, ma che formalmente non sono classificati come tali. E i 600 euro restano di là da venire

Il rebus sul bonus per i lavoratori stagionali è ancora ben lontano dall’essere risolto. Com’è noto, tale contributo è destinato, tra gli altri, anche a favore dei lavoratori stagionali del turismo. In sostanza, una tipologia di lavoratori che sull’isola d’Ischia ammonta a diverse migliaia, facenti capo al comparto che rappresenta il settore portante dell’economia isolana. E proprio l’industria turistica è tra quelle più pesantemente colpite dall’emergenza sanitaria tuttora in atto. La circolare n.49 dell’Inps specifica che l’indennità è prevista per liberi professionisti e lavoratori con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa, per lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni speciali dell’A.g.o., per i lavoratori del settore agricolo, per i lavoratori dello spettacolo, e per lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali.

Per anni molti hanno accettato il tacito patto secondo cui all’assunzione a tempo indeterminato avrebbe fatto seguito il licenziamento a fine stagione, con vantaggi reciproci per imprenditori e lavoratori. Ma adesso questi ultimi potrebbero restare fuori dalle misure previste dal decreto Cura Italia

Su queste colonne già agli inizi di aprile pubblicammo i dubbi che serpeggiavano tra gli addetti ai lavori, commercialisti, consulenti del lavoro, circa l’effettiva possibilità che tutti i lavoratori dell’indotto turistico potessero effettivamente arrivare a percepire i 600 euro previsti nelle misure d’assistenza.

E nei giorni successivi tali dubbi si sono rafforzati fino a divenire un allarme diffuso, se non certezza, anche perché a tutt’oggi non c’è stato un intervento realmente chiarificatore da parte del Governo.

In questo clima di tensione e insicurezza, che aumenta quotidianamente vista l’attesa prolungata e non ancora finita per larghe fasce di lavoratori che ancora non hanno visto un euro, sembra che la discriminante sia di tipo eminentemente formale: com’è noto, i dipendenti del settore turistico venivano sovente assunti attraverso diverse forme di rapporto, dai contratti a tempo determinato ordinario, a quelli a tempo determinato espressamente qualificati come “stagionali”, fino ai contratti a tempo indeterminato. Su questa varietà, a quanto pare, si sarebbe venuto a creare il discrimine tra chi può beneficiare dei 600 euro e chi resterebbe (speriamo di no) a bocca asciutta. Infatti è risaputo che ogni tipologia aveva effetti differenti in corrispondenza di alcuni benefici che potevano arrecare a imprenditori e dipendenti. Ad esempio, il contratto a tempo indeterminato in moltissimi casi veniva interrotto dal licenziamento a fine stagione, cosa che comunque permetteva all’imprenditore di avere benefici a livello fiscale, e al lavoratore di poter ottenere una liquidazione e accedere all’indennità di disoccupazione. Una “formula” usata per decenni, un tacito accordo, che andava bene più o meno a tutti, naturalmente senza pensare a eventuali circostanze eccezionali come le conseguenze che la pandemia da covid19 sta provocando sull’isola, nel Paese e nel resto del mondo, ma che adesso presenta un conto salato. Sì, perché adesso tutti coloro che hanno lavorato con questo schema contrattuale, ma anche coloro che lavoravano durante la stagione turistica tramite assunzione a tempo determinato, senza però essere indicati formalmente come “stagionali”, rischiano di rimanere senza alcun sussidio.

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Anche i lavoratori a tempo determinato, che non sono stati indicati nello schema contrattuale come “stagionali”, rischiano di essere esclusi dal bonus. Una prospettiva ove si pensi che molte strutture ricettive e ristorative potrebbero rimanere chiuse quest’anno

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E di fronte alla prospettiva di molte strutture ricettive che forse non riapriranno per l’intero anno, il panorama dell’immediato futuro assume tinte fosche. Non solo: ma anche altre categorie potrebbero risultare escluse dal beneficio, come i tanti isolani impiegati presso tantissimi esercizi commerciali: secondo alcuni consulenti fiscali chi svolge il ruolo di commesso nei vari negozi non avrebbe diritto ai 600 euro in quanto non classificabile “formalmente” come lavoratore del settore turistico a carattere stagionale, senza dimenticare coloro che lavorano nel settore edile: anche in questo caso potrebbero incontrare ostacoli dell’ottenere i 600 euro. Parliamo quindi di ampie fasce di persone sostanzialmente legate alla stagionalità che caratterizza la movimentazione di ricchezza sull’isola, ma che per lo Stato non sono formalmente tali. Un approccio, quello dell’Inps, secondo alcuni dovuto all’insufficienza delle risorse destinate allo scopo, ma in tal modo si finisce per creare una odiosa discriminazione e soprattutto di rischiare di affamare una enorme fetta della popolazione lavorativa isolana.

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Enrico

È praticamente avvenuto, non è più un sospetto, un rischio essere esclusi per un codice ateco sul contratto. Ieri 15/05/2020 la mia domanda per bonus covid 19 di 600 euro è stata respinta con questa dicitura “la sua domanda non può essere accolta poiché lefi non risulta essere un lavoratore stagionale nei settori produttivi del turismo e dei settori termali” lavoro da anni nella stessa struttura alberghiera, come cuoco, che apre da aprile a ottobre, quindi se non è stagione quella che faccio cos’ è?

Andrea

COME HAI RISOLTO? uguale a me..

Ted

Ciao Enrico. Come te sono un dipentente “stagionale” del settore, ovvero lavoro quei mesi. Il contratto però, risulta a tempo indeterminato e vengo licenziato e riassunto ogni anno. Mi lascia basito che il decreto non abbia considerato queste sfaccettature

antonino corso

lavoro come stagionale presso un ristorante codice ateco 56 10 11 quindi ok ma ho un contratto a tempo determinato ordinario
e ogni anno percepisco la naspi , ma la società non ha mai fatto richiesta di stagionale . BONUS RIFIUTATO CON LA DICITURA NO STAGIONALE . Posso fare ricorso ? Questo decreto è una truffa per la maggior parte dei lavoratori stagionali.

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