IL PUNTO Vaccini e file. L’orgoglio di far parte della Storia
di Marco Martone
Ha fatto molto discutere, in questi giorni, la vicenda legata alle file chilometriche di persone in attesa di fare il vaccino, davanti ai cancelli della Mostra d’Oltremare a Napoli. Un evento destinato a fare la storia, di cui (speriamo) si parlerà nei prossimi decenni. Vorrebbe dire che la battaglia contro il maledetto nemico invisibile sarà stata vinta, finalmente, dopo mesi di dolore, morte, disperazione e malasanità. Le foto prese dall’alto, di medici e infermieri incolonnati e lunga oltre quattro chilometri è un inno alla gioia, dall’impatto mediatico e visivo straordinario. Al netto del disagio provato da chi in quella fila ha atteso, molte ore, che arrivasse il proprio turno, ci sarebbe solo da essere felici e orgogliosi di aver fatto parte di un evento destinato ad entrare nei libri di storia dei nostri figli. E invece su quelle immagini si è scatenata la rabbia, la critica, la polemica politica, la solita retorica di chi si mette sempre dall’altra parte della barricata. A quelli che hanno parlato di “vergogna” bisognerebbe ricordare che l’attesa non era finalizzata alla visone di una partita di calcio o alla partenza di un traghetto per la Sardegna, cosa accaduta tra l’altro soltanto qualche mese prima, senza che nessuno dei protagonisti si lamentasse più di tanto. Molti di quelli che hanno lanciato accuse pesantissime, erano gli stessi che il sabato sera si mettono in fila davanti ai locali di Chiaia e di Posillipo, nell’attesa dell’aperitivo, oppure attendono l’apertura del negozio di turno, per l’ultimo modello di Vuitton o Prada.
La marea di persone, tutte assieme per fare il vaccino, potrebbe invece essere più importante di qualsiasi altra campagna di sensibilizzazione, nei confronti di chi nel vaccino non crede e non ha alcuna intenzione di farlo. È il gruppo che dà una lezione, la massa che diventa un Uno, la folla che vince sull’ignoranza e sull’incertezza. Certo si poteva organizzare meglio il tutto ma lamentarsi sempre è tipicamente italiano. Una lagna che ha francamente stancato. La Campania, del resto, è la prima regione d’ Italia per vaccini somministrati e quando si effettuano operazioni sanitarie, urgenti e di massa, è quasi inevitabile non avere file. Forse questo, qualcuno fa finta di non saperlo. Scene di persone in attesa di vaccinarsi si sono viste anche in altre nazioni europee, senza che si alzasse il solito polverone di demagogia. Migliaia di persone tutte insieme nello stesso posto creano file e anche il distanziamento diventa problematico. Ma è la storia! E allora le faziosità di parte non dovrebbero trovare spazio, almeno in questo momento. La più imponente campagna di vaccinazione di massa mai realizzata, andava celebrata con entusiasmo e con l’orgoglio di farne parte. La vera “vergogna” sta nell’atteggiamento di chi si sottrae al sentimento comune, per esternare rabbia e rancore personale.