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Il racconto di Laganà: «una tragedia mai vista»

Nostra intervista al comandante della compagnia dei Carabinieri di Ischia, che riavvolge il nastro e ricorda quella drammatica mattina del 26 novembre. Un grazie al suo personale, poi l’ammissione: «Un dolore atroce ritrovare i corpi delle vittime, anche bambini». E poi…

Siamo attivi e presenti sul territorio con controlli antisciacallaggio, con particolare riferimento alla zona rossa. Teniamo in sicurezza le aree dove ci sono case abbandonate. È un messaggio alla popolazione per rassicurarla che la forza pubblica è lì e manterrà la zona sicura”. A parlare è il capitano dei carabinieri della compagnia di Ischia, Tiziano Laganà. Originario di Reggio Calabria, 32 anni, laureato in Giurisprudenza, il Capitano Laganà ha prestato servizio presso grandi città prima di essere destinato a Ischia e Procida e, di certo, non si aspettava di potere essere investito in cosi breve tempo dopo il suo incarico da un dramma umano e sociale che richiede l’impegno dell’arma a 360° sotto il profilo della tutela, ma anche umano e di sostegno alla popolazione. “Sabato 26 novembre siamo stati i primi ad arrivare – racconta – e continueremo ad essere presenti, insieme a tutte le forze dell’ordine e a tutte le persone coinvolte. La macchina dei soccorsi e dell’assistenza è avviata. I nostri uomini nonpresenti h 24. Inevitabilmente si dovrà a andare avanti”. Cosi esordisce Laganà parlando a mente fredda in una lunga intervista al nostro quotidiano dopo che la prima emergenza di Ischia è cessata con il rinvenimento di tutti i corpi delle vittime.

E’ stato difficile per l’isola che vi ha visti impegnati in prima linea fin da subito. Le va di parlarcene oggi che la prima emergenza è cessata?

«E’ stata un’emergenza importante per l’isola per come viene anche rappresentato dai miei militari che hanno purtroppo vissuto anche altri eventi drammatici a partire dal terremoto 2017, la frana del 2019 e ancora prima l’alluvione del 2009 . Il primo pensiero che mi viene in questo momento e per la famiglia delle vittime,per le persone decedute. Loro portano con sé il dolore,il ricordo perenne di questa di questa tragedia.Personalmente il primo ricordo e anche questo me lo porterò per sempre l’essere stato chiamato, dopo le varie chiamate giunte al 112 quella mattina,alle cinque e dopo pochi minuti ho preso le prime cose che avevo davanti e, con il mio personale ci siamo portati all’Ancora a Casamicciola.Il primo obiettivo era quello capire che non ci fosse nessuno nelle autovetture. Il primo obiettivo è stato quello di allertare la capitaneria di porto per verificare che non ci fosse nessuno e mettere in sicurezza con le altre persone».

Cosa avete trovato?

«Li veramente (si prende una lunga pausa…ndr) mi ricorderò per sempre! Era un fiume in piena di detriti, di fango e soprattutto autovetture che finivano in mare.Da li poi si è attivata tutta la macchina dei soccorsi. Siamo stati i primi ad arrivare e da quel momento si è avviata tutta una attività di risalita al monte, fino al luogo della frana. Siamo poi dovuti risalire a piedi, nonostante la forte pioggia, fino al punto più alto di Santa Barbara, attraversando il fango, per gli orti e vie traverse, pur di risalire a capire effettivamente cosa fosse successo. Li abbiamo preso contezza di quello che era la la situazione con questa distesa di fango che appunto aveva portato via diverse abitazioni».

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Come è stata gestita questa emergenza e quanti uomini avete impegnato?

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«Da subito si è attivata la macchina dei soccorsi da parte nostra. Ringrazio il Provinciale di Napoli che ha messo subito a disposizione tutta una serie di unità a supporto. In totale sono arrivati, oltre ai militari della compagnia di Ischia 20 unità più ufficiale del reggimento Campania, 10 unità delle squadre di intervento operativo e ulteriori 10 carabinieri in servizio presso altre stazioni del provinciale di Napoli.Quindi in totale sono arrivati a supporto 40 unità che sommate a quelle già presenti ha fatto superare il totale di 100».

Come si concentra l’attività dell’Arma?

«Abbiamo fatto tutta una serie di attività. Essenzialmente essa si racchiudeva in tre step fondamentali a seconda, poi, di quelle che sono state le giornate che abbiamo vissuto.La prima è stata quella della ricerca dei dispersi e, ovviamente, ringrazio il mio personale, questo ci tengo a sottolinearlo, che è rimasto lì, sempre presente, con la speranza di poter trovare sempre qualcuno, sia anche per essere vicina ai familiari. È chiaro che i giorni passavano e più diventava difficile pensare di poter trovare qualcuno. Anche trovare il corpo di una sola persona che era dispersa era un’attività da fare prima di ogni cosa. Li ringrazio per la sensibilità che hanno avuto a rimanere lì sulla zona, sull’area delle ricerche sopra Piazza Maio. Sono stati un punto di riferimento e conforto per le famiglie delle persone decedute. Altra attività strettamente connessa è stata l’allontanamento e messa in sicurezza di quelle persone residenti nelle immediate vicinanze al luogo della frana. Un qualcosa che abbiamo fatto sin da quella mattina a prescindere dalle ordinanze che sono giustamente arrivate in seguito la parte della della struttura del Comune. L’obiettivo è stato, da subito, di mettere in sicurezza le persone che erano allocate nella cosiddetta zona rossa e dunque abitavano nella zona vicino a quelle disastro. Il terzo punto è l’antisciacallaggio con dei risultati che inevitabilmente sono giunti poi nel corso dei giorni. Questo serve i per garantire le attività commerciali,le abitazioni presenti in quell’area affinché non fossero vittime anche di deprecabili reati. Quindi sono stati questi gli interventi essenziali svolti. Concluse le ricerche e la messa in sicurezza degli sfollati, al giorno d’oggi,continuiamo con l’attività antisciacallaggio e, quindi a favorire e consentire la tutela la sicurezza di quell’area, ma non solo».

Oltre la tragedia come si prospetta il lavoro dei carabinieri su Ischia?

«E’ chiaro che tutta l’isola di Ischia continua ad essere oggetto delle nostre attività. Su tutto il territorio continua ad esserci bisogno dei carabinieri. Questo deve essere, oltre la tragedia, un messaggio rassicurante. Un evento drammatico di questa portata ci impone in maniera ancora più forte du presidiare il resto del territorio che non viene meno dalle dinamiche criminali o comunque sia, non esime dall’assistenza sociale. In questi giorni le esigenze di tutto il territorio sono state molteplici».

Il momento più difficile è stato, dunque, raggiungere l’epicentro della devastazione. Qual è stato, invece, il momento più toccante oltre le difficoltà oggettive di prestare aiuto e capire l’ampiezza dell’evento?

«Credo, onestamente, quello più toccante sia quello dei miei militari che personale è stato il momento in cui, anche emotivamente, uomini, padri di famiglia, si sono dovuti inevitabilmente trovare a rinvenire corpi di anche i bambini sotto quella valanga di fango. Anche per questo li ringrazio, per quello che hanno fatto e continuano a fare giorno per giorno. Ringrazio anche per questo il personale della motovedetta della capitaneria che è stato attivo cioè anche per le ricerche nelle autovetture finite in mare, dando supporto poi anche con la motovedetta per andare a verificare se altre zone dell’isola avessero subito smottamenti e frane o quant’altro. Abbiamo a supporto il nostro l’elicottero dei carabinieri che ha consentito di fare delle riprese dell’area interessata dalla frana e comprendere l’entità di quando avvenuto e per meglio capire, sin da subito, quanto fosse estesa l’area interessata».

Oggi che si può dire superata la prima emergenza, quali saranno le priorità? Come programmerete il presidio del territorio?

«Attualmente ancora costante H 24 e proseguirà nei giorni a seguire, questo presidio antisciacallaggio e che, quindi, riguarda un focus mirato a Casamicciola, perché lì, in questo momento, c’è questa esigenza. A prescindere noi garantiamo come abbiamo sempre fatto la sicurezza su tutto il territorio.Quindi siamo organizzati per esprimere H 24 delle pattuglie sul territorio che consentano di Presidiare adeguatamente tutte le varie realtà territoriali. Anche nei giorni scorsi al di là di Casamicciola abbiamo proceduto ad altri servizi che hanno ci hanno consentito di intervenire in flagranza di reato. Pertanto l’attività è costante e con pattuglie di servizi esterni e anche grazie alla presenza di comandanti di stazione che sono un veramente un punto di riferimento per le singole comunità dell’isola».

L’ultima domanda, personale più che professionale: aveva mai affrontato un’emergenza simile nella sua carriera e si aspettava di doverlo fare dopo poche settimane dal suo insediamento?

«No, chiaramente no! E’ un territorio meraviglioso, purtroppo anche colpito da catastrofi naturalidi questo genere cosi devastante e drammatico. Non mi era mai capitato prima, non ero un esperto. Penso comunque di aver affrontato con la giusta e dovuta serietà e responsabilità questo momento, perché io mi sento investito di una responsabilità per il ruolo che ho nei confronti del territorio e poi si crea anche quella sorta di empatia, voglia di fare verso la popolazione e il territorio di competenza. Non mi era mai capitato, è stata un’esperienza importante che porterò sempre con me. C’è infine quel senso di responsabilità che porta inevitabilmente ad essere presenti al 110% rispetto a quello che poi è l’evento in se. Speriamo, insomma, di poter proseguire nel miglior modo possibile per dare segnali di quella che possa essere una possibile ripresa, dopo questa tragedia. Anche assicurando una certa serenità per quanto possibile nei confronti della popolazione».

In questo senso vuole fare un appello alla comunità isolana?

«Mi sento di dire che la tragedia c’è stata, è davanti agli occhi di tutti. L’Arma dei carabinieri c’è sempre stata, c’è e ci sarà sia per far rispettare leggi e regolamenti, ma al tempo stesso anche per un conforto piuttosto che per una funzione di assistenza sociale, chiamiamola così. Il mio messaggio vuole essere anche una sorta di rassicurazione: è successo quello che è successo, inevitabilmente si dovrà andare avanti e noi faremo la nostra parte per poter consentire a tutti una migliore ripresa delle attività quotidiane a 360°. Attività che sono molteplici e devono comunque proseguire o riprendere».

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