CRONACAPRIMO PIANO

Il Regno di Nettuno torna ai Comuni di Ischia e Procida

La gestione dell’area marina protetta riparte da dove si era fermata nel 2015, quando arrivò la revoca dell’affidamento dopo aver riscontrato una serie di criticità

E’ di nuovo cosa nostra. Nel senso buono del termine, ci mancherebbe altro. La gestione dell’area marina protetta Regno di Nettuno è ufficialmente tornata ad essere nelle mani dei Comuni dell’isola d’Ischia e della vicina Procida. L’ufficialità è arrivata dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 3 settembre del decreto del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Mare del 16 ottobre 2018, che per l’appunto restituiva i poteri agli enti locali. Si apre insomma una nuova fase, quella in cui si spera che le amministrazioni comunali locali sappiano dimostrare una sensibilità verso l’area marina protetta che in passato obiettivamente è senza dubbio mancata.

Il corpo di quanto deliberato è nella parte finale del decreto del ministro Costa nel quale si legge testualmente: “La gestione dell’area marina protetta «Regno di Nettuno» è affidata al Consorzio di scopo denominato «Consorzio di gestione dell’Area marina protetta Regno di Nettuno – Isole di Ischia e Procida» del quale fanno parte i Comuni di Barano, Casamicciola Terme, Forio, Ischia, Lacco Ameno, Serrara Fontana e Procida; Entro il termine di sessanta giorni, decorrente dalla data del presente provvedimento, la Direzione generale per la protezione della natura e del mare stipula con il Consorzio di gestione la convenzione contenente la regolamentazione delle attivita’ di gestione; Il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, previa messa in mora, può revocare con proprio provvedimento l’affidamento in gestione in caso di comprovata inadempienza, inosservanza, irregolarità da parte del soggetto gestore di quanto previsto dal decreto istitutivo del 27 dicembre 2007, dal regolamento recante la disciplina delle attività consentite nelle diverse zone dell’area marina protetta, approvato con decreto del 10 aprile 2008, dal regolamento di esecuzione e di organizzazione dell’area marina protetta, approvato con decreto del 30 luglio 2009, nonché dalla convenzione di cui al precedente comma e dalla normativa vigente in materia.

A rendere ufficiale ed operativo il cambio di rotta è stata la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 3 settembre del Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Mare che risaliva all’ottobre dello scorso anno. Tutte le tappe di una “tormentata” vicenda

La pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale chiude un iter tortuoso che aveva avuto inizio nel maggio 2015 quando lo stesso Ministero con apposito decreto decise di revocare l’affidamento in gestione provvisoria dell’area marina protetta Regno di Nettuno al consorzio dei Comuni delle due isole, dopo che erano state riscontrate una serie di criticità nella gestione dello stesso. In quel momento si decise di affidare la gestione alla Capitaneria di Porto di Napoli, in attesa dell’insediamento di un nuovo soggetto. L’anno successivo, il 20 aprile 2016, arrivò l’accordo organizzativo tra la stessa capitaneria e l’area marina protetta “Punta Campanella” attraverso il quale, come ricorda lo stesso decreto ministeriale” sentita la direzione generale per la protezione della natura e del mare, si sono definite le attività di supporto alla gestione dell’area marina protetta Regno di Nettuno da parte del responsabile dell’area marina protetta Punta Campanella”. Un altro step significativo di questa telenovela si registra a fine febbraio 2017 quando il consorzio di gestione procede a depositare espressa rinuncia ad atti di giudizio relativi al ricorso al tribunale amministrativo regionale per la Campania presentata contro il Ministero dell’Ambiente e la Capitaneria di Porto e teso ad annullare il famigerato decreto del 2015 con il quale si revocava la gestione ai Comuni.

Gli ultimi passaggi sono decisamente più recenti e dunque magari anche più noti almeno agli addetti ai lavori. Siamo a febbraio 2018 quando si svolge in seduta plenaria l’assembea del consorzio alla presenza dei sindaci e nella quali vengono approvate una serie di deliberazioni ricordate anche nel decreto pubblicato martedì in Gazzetta Ufficiale e che riportiamo di seguito: “Deliberazione n. 01/2018, di approvazione del nuovo statuto, la cui formulazione permette di superare le criticita’ precedentemente riscontrate in merito al conflitto di competenze fra il responsabile dell’AMP e il direttore del Consorzio; deliberazione n. 02/2018, di approvazione di un programma per la risoluzione delle problematiche legate alla sede dell’AMP che concerne, in particolare: l’atto di transazione tra Comune di Forio e area marina protetta per i locali attualmente in comodato d’uso all’area marina protetta; il contratto tra Comune di Ischia e area marina protetta di comodato d’uso gratuito per un locale; l’impegno di ogni singola amministrazione del Consorzio a mettere a disposizione un locale adatto alla funzione di front office che l’AMP si impegna a tenere in funzione con proprio personale almeno un giorno a settimana”. Una serie di obblighi e doveri che si concretizzavano poi quando il Ministero considerava “che la Direzione generale per la protezione della natura e del mare ha valutato positivamente il nuovo statuto e chiesto alcune integrazioni che sono state integralmente accolte”. Decisiva, per la cronaca, fu anche l’acquisizione con nota del 10 aprile 2018 relativa al rapporto delle attività poste in essere al fine di razionalizzare e regolarizzare la gestione dell’AMP dal quale si evinceva il superamento delle criticità riscontrate in ordine, fra l’altro, ad aspetti di rendicontazione”.

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Il resto è stata attività meramente burocratico, a chiudere di fatto i giochi fu una nota trasmessa il 7 giugno 2018 al ministero dalla Capitaneria di Porto di Napoli con la quale furono trasmessi il verbale dell’assemblea dei sindaci dei comuni dell’area marina protetta, n. 3/2018 del 5 giugno 2018, con il quale lo Statuto del Consorzio viene approvato recependo le integrazioni richieste dal Ministero el’atto di transazione fra il Consorzio e il Comune di Forio per la cessione del comodato d’uso dei locali in uso all’area marina Protetta”. Una documentazione che indusse la direzione generale per la Protezione della Natura e del Mare a ritenere “non più sussistenti le problematiche che hanno motivato la revoca dell’affidamento in gestione di cui al decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare n. 74 del 17 aprile 2015”.

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