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Il ricordo di Mario Parente, uomo e magistrato esemplare

Di  Francesco Ferrandino

ISCHIA. È stato uno dei magistrati più apprezzati tra quelli che hanno operato sulla nostra isola, dove ha prestato servizio per circa due decenni. Mario Parente se n’è andato all’alba di ieri: davvero una brutta notizia per Ischia intera, che ha gettato nello sconforto e nella tristezza non soltanto l’ambiente forense e giudiziario, ma anche tanti comuni cittadini. Parente era infatti un magistrato vicino alla gente, sempre pronto a immedesimarsi nei molteplici problemi della variegata realtà isolana. Era benvoluto e apprezzato da tutti per il suo rigore professionale, l’etica, ma anche per lo stile che lo contraddistingueva. Il giudice Eugenio Polcari, è stato suo allievo: «Parlare del giudice Parente – dice il magistrato  –  mi procura notevole emozione.  Ricordo che avevo appena vinto il concorso, e la prima esperienza di lavoro è stata proprio a Ischia: venni infatti assegnato a quella che all’epoca si chiamava “pretura mandamentale” di Ischia. Ero un uditore giudiziario alle primissime armi, e ho fatto il mio tirocinio proprio accanto a Mario Parente: eravamo nel 1986, quasi trent’anni fa. Per un anno intero ho lavorato con lui fianco a fianco, sia in udienza, sia nell’attività d’ufficio, nei locali dell’ex Pretura. Egli si rapportava con me agevolandomi nel mio percorso di giovane che doveva imparare la pratica prima ancora della tecnica dell’attività giudiziaria, e permettendomi di apprendere quella che era la vita vera di un ufficio giudiziario. All’epoca, la “pretura” coincideva con la persona fisica di un unico magistrato che impersonava l’ufficio, occupandosi di tutto: dal penale al civile, alla volontaria giurisdizione. Grazie a questa mia preposizione di ufficio, ho potuto vedere all’opera non soltanto il giudice, ma anche l’uomo, il Mario Parente dotato di una straordinaria umanità. Davanti alla sua porta c’era sempre molta gente, non soltanto avvocati, ma anche i normali cittadini, e lui riceveva tutti, indistintamente. Ho avuto la fortuna e il privilegio di imparare da un giudice di così elevata umanità, ma ho avuto l’occasione di godermelo anche a a titolo personale, perché lui in pratica mi “adottò”: nei miei confronti aveva infatti un affetto davvero paterno. Io stavo al suo fianco praticamente sempre: ricordo che, oltre che nelle udienze, lo guardavo all’opera mentre sedevo su una seggiolina a latere della sua scrivania in ufficio. Un posto di osservazione privilegiato, specialmente considerando che in un ufficio di pretura succedeva davvero di tutto. Osservavo il Giudice Parente con la stessa gioiosa avidità di un ragazzino che guarda un Maestro all’opera perché vuole al più presto diventare come lui. La mia matrice professionale, tecnica, ma soprattutto umana, l’ho mutuata da Mario Parente». Anche tra gli avvocati isolani, la notizia della scomparsa dell’ex pretore è stata accolta con grandissima tristezza. «È una notizia che mi lascia profondamente sconvolto – ha dichiarato l’avvocato Nino D’Ambra – Un magistrato umanissimo, molto vicino anche alla categoria di noi avvocati isolani. Oltre all’enorme spessore umano, possedeva una grande competenza giuridica. Un vero peccato che fosse spesso bersagliato da lettere anonime, da parte di ignoti, circostanze che gli toglievano tempo prezioso, costringendolo a recarsi presso il CSM: ecco, questo era l’unico suo cruccio “ischitano”, visto che per il resto amava tantissimo la nostra isola. Tra i tanti aneddoti, ricordo che egli fu anche tra i più apprezzati relatori alla presentazione del mio libro intitolato “A dieci anni dal Garibaldi di Nino D’Ambra”, volume nel quale è riportato un ampio intervento dello stesso giudice Parente.  Ho sempre nutrito grande stima nei suoi confronti. Sono davvero triste per la sua dipartita». Per l’avvocato Gianpaolo Buono, «con il giudice Parente, scompare una persona che si è caratterizzata innanzitutto per la grande umanità, trasparenza, oltre che per la pacatezza e la correttezza professionale. Ha sempre applicato la giustizia con estremo equilibrio, ma tenendo conto delle esigenze delle fasce più deboli, in una fase in cui era ancora possibile. Nel periodo in cui ha ricoperto la carica di Pretore qui a Ischia, svolgeva sia le funzioni di giudice civile che penale: un grande lavoratore. Un uomo che verrà ricordato per un’applicazione della legge molto equilibrata, non sempre rigorosissima, ma comunque finalizzata a supplire ad alcune manchevolezze dello Stato. Ecco, direi che egli, oltre a fare il giudice, ha ricoperto anche un ruolo di supplenza che sarebbe spettato alle autorità amministrative: innanzitutto un grande senso di onestà, ma soprattutto di umanità verso i soggetti meno abbienti. Parliamo di un periodo in cui l’abusivismo edilizio cominciava a diventare un tema rilevante, e il giudice Parente, laddove poteva, cercava sempre di tenere in gran conto le situazioni di vita reale sulle quali avrebbero inciso le decisioni giudiziarie in una materia, quella edilizia, foriera di profonde conseguenze per le parti coinvolte, quali potevano essere, ad esempio, una famiglia bisognosa o una persona che non versava in condizioni particolarmente agiate.  La sua sensibilità verso tali circostanze è sempre stata apprezzata da tutti gli operatori di giustizia, ma è l’intera collettività ischitana che lo ricorderà come uno dei punti di riferimento, non solo per generazioni di avvocati e di magistrati che hanno operato e operano nel locale presidio giudiziario. Va evidenziata anche la sua grande onestà: anche quando si trattava di derogare alla legge in senso formale, lo ha sempre fatto in maniera trasparente e obiettiva, tendendo una mano a chi ne aveva bisogno. Oggi sembra paradossale, visti i tempi attuali, ma tutti gli hanno sempre riconosciuto tali doti di grande umanità. Era molto aperto al dialogo, al confronto con gli avvocati. Tra gli anni ’70 e ’80 egli è stato davvero un faro per l’intera isola d’Ischia». Il Presidente dell’Assoforense ischitana, l’avvocato Francesco Cellamare, ha dichiarato: «Pur non avendo avuto modo durante la mia carriera di vederlo all’opera, ho piena consapevolezza della sua chiara fama, tuttora viva: un ottimo magistrato, anzi, era “il Pretore” per eccellenza, vicino ai cittadini. Ieri mattina lo abbiamo ricordato durante l’omelia del Vescovo. Spero che in futuro sull’isola operino giudici dello stesso calibro di Mario Parente, sempre auspicando che la nostra sede giudiziaria resti stabilmente a presidio dei diritti dei cittadini isolani, in una costante opera di pacificazione. La permanenza del tribunale sull’isola rappresenta anche un deterrente alla conflittualità. Giudici come Mario Parente hanno fatto la storia della giustizia sull’isola d’Ischia: egli era un profondo conoscitore della realtà isolana, e andrà additato ad esempio per il nostro futuro, augurandoci che si tratti di un futuro roseo, con una giustizia sempre più vicina ai cittadini». I funerali dell’ex Pretore si celebreranno oggi.

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