CULTURA & SOCIETA'

Il sabato santo de “La Desolata”, l’ opera in musica e costume dedicata ai dolori della vergine maria: l’omaggio in piazza di Gaetano Maschio e dei suoi artisti

GERUSALEMME INGRATA / “…Non più quegli occhi amabili, guardano il tuo bel viso, non più di Paradiso, la voce puoi sentir […]” canterà colei, che ha avuto il coraggio di affrontare le squadre ed asciugare il viso sfigurato del Redentore. La “Via Matris”, sottolineata dal canto delle pie donne, che vorranno essere “compagne del fiero suo dolore” si avvierà al suo definitivo percorso verso Gerusalemme. All’arrivo del corteo in piazza Municipio, il “mea culpa” del Popolo sarà sottolineato dal vibrante canto “Gerusalemme ingrata”

Sabato Santo di questa Pasqua 2023 tanto attesa in pieno e profumato clima primaverile a Forio dove oggi pomeriggio fino a sera Gaetano Maschio con i suoi artisti si prenderà tutta la scena foriana utilizzata nell’omaggio sia pur molto tardivo, che renderà al suo illustre conterraneo mastro Giacinto Lavitrano autore dell’opera annunciata in musica ed in costume “La Desolata” composta per ricordare lo strazio in volto della madre Maria l’Addolorata che egli prima di emigrare in Algeria, vedeva nella bella e storica statua dal manto nero che ammirava nella chiesa di San Sebastiano a Forio.

ABBRACCIO TRA MARIA E VERONICA

Gaetano Maschio metterà in scena l’opera del Lavitrano in piazza fra il Soccorso e Piazza Municipio, e se le condizioni meteorologico non lo permetteranno, sarà la chiesa vicina di San Francesco di Assisi ad ospitare gli artisti per la rappresentazione, con il popolo di Forio ad applaudire. Pertanto, dopo le struggenti e coinvolgenti immagini della Passione di Cristo, che ha trasformato Forio in Gerusalemme, oggi, come già abbiamo avuto modo di sottolineare nei giorni scorsi, le attenzioni quindi sono rivolte alla Vergine Maria ed al suo immenso dolore, con l’Opera in musica “ Allor che nel Sepolcro Gesù fu rinserrato”. La rappresentazione, nata da un’idea di Gaetano Maschio, ripartirà, in perfetta consecutio temporum, dai tristi momenti in cui l’ azione scenica si era fermata il venerdì santo, prendendo spunto dalla “Desolata” del M° Giacinto Lavitrano, illustre figura della storia di Forio.

LA MADONNA E S. GIOVANNI

Gli Attori dell’Associazione Fantasynapoli aps ed i cantanti della “Schola Cantorum Lauretana – M. Cav. Giuseppe Colella” alterneranno momenti di recitazione a momenti di canto conducendo gli astanti ad emotiva riflessione. Il primo momento verrà svolto sul Sagrato del Soccorso inteso, idealmente, come il Sepolcro di Cristo. Da quel punto, seguendo il pensiero di San Bernardino, che sottolinea nei suoi scritti, che “ […] prima di tornare a Gerusalemme, la Vergine Santissima si riporta a passare da quella parte dove stava innalberata la sanguinosa croce […]” Maria ripasserà per il Calvario, sito al Piazzale Giovanni Paolo II, dove assisterà alla conversione del Centurione pentito, che, con enfasi e profonda emozione, farà venire fuori quella “[…] voce dalla grande potenza … la voce della sua coscienza… […]”.

LE VERONICA E LA MADONNA

A questo punto la Madonna bacerà, straziata, il duro legno della Croce ed “… abbandonata al suo dolore…” riceverà il cordoglio della Veronica mentre i dubbi sconvolgeranno Pilato. “ […] Non più quegli occhi amabili, guardano il tuo bel viso, non più di Paradiso, la voce puoi sentir […]” canterà colei, che ha avuto il coraggio di affrontare le squadre ed asciugare il viso sfigurato del Redentore. La “Via Matris”, sottolineata dal canto delle pie donne, che vorranno essere “compagne del fiero suo dolore” si avvierà al suo definitivo percorso verso Gerusalemme. All’arrivo del corteo in piazza Municipio, il “mea culpa” del Popolo sarà sottolineato dal vibrante canto “Gerusalemme ingrata”, che riconoscerà la sua colpa, quando “ […] dolente e mesta la vide ritornar […]”. A questo punto Maria, accolta da San Giovanni nella sua casa, artisticamente allocata nel Chiostro del Vecchio Municipio, riceverà, infine, l’abbraccio di un pentito San Pietro, che, invocandola come Madre, suggellerà quanto espresso dal Redentore morente.

MARIA E S. PIETRO INTERPRETATO DA GAETANO MASCHIO

Il finale sarà significativo preludio alla Pasqua di Forio. L’opera in musica va ad innestarsi cronologicamente in quelle ore, che segnarono le acute sofferenze della Vergine Maria. Il carattere delle musiche è di sublime bellezza. Si avrà l’impressione di avvertire “l’affanno del cuore” della Vergine, in un’osmosi di emozioni e sentimento tra protagonisti e pubblico. Ricordiamo, come già detto, che gli Attori saranno dell’Associazione Fantasynapoli aps, il Coro ed i Solisti della “Schola Cantorum Lauretana –M° Cav. Giuseppe Colella”, l’Orchestra la “Pithecusa Brass”. L’esecuzione dei brani di Lavitrano e Iacono, la direzione musicale di Orchestra, solisti e coro sarà affidata al M° Peppino Iacono mentre il disegno delle atmosfere musicali sarà curato dal M° Silvano Trani. Voci narranti Giovanni Castagliuolo, Beppi Banfi e Lucia Penza. I testi originali e la regia sono di Gaetano Maschio. L’evento è inserito nel cartellone degli eventi metropolitani “Forio: mille tradizioni nell’anima di un popolo” con il Patrocinio della Città Metropolitana di Napoli e del Comune di Forio.

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MOMENTO DI PROVE DI IERI SUL SAGRATO DEL SOCCORSO

Appuntamento, dunque, ad oggi pomeriggio alle 16.30 sul Sagrato della Chiesa del Soccorso a Forio. Riproponiamo la storia riassuntiva dell’autore dell’opera “La Desolata” del maestro foriano Giacinto Lavitrano. Giacinto Lavitrano nacque a Forio nel 1875 da Francesco, zio del Cardinale Luigi Lavitrano. Visse una vita agiata, che fu però stravolta dal terremoto del 1883. Gli zii persero la vita a causa della catastrofe, il padre fu costretto a chiudere la sua bottega e a valutare l’idea che a quell’epoca accomunava quasi tutti gli isolani: lasciare la terra natia ed emigrare. Parte della famiglia si trasferì in Algeria, in cittadine costiere che intrattenevano rapporti commerciali con il sud Italia. Lavitrano però restò a Forio insieme ad uno dei suoi fratelli, nella casa natale nel centro del paese (oggi sede dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Cristofaro Mennella”).

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NICODEMO TRA I SOLDATI

Il suo obiettivo principale era terminare gli studi di composizione ed armonia al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli per dedicarsi totalmente alla musica. Si specializzò in mandolino ed altri strumenti a plettro, scrisse le prime composizioni e divenne direttore della banda musicale di Forio. Negli anni a seguire, le incomprensioni ed i dissidi con altri musicisti del posto, uniti alla percezione, che la realtà locale non gli permetteva di esprimersi come avrebbe voluto, fecero maturare in lui la decisione di partire alla volta dell’Algeria. Leggenda vuole che Lavitrano, quando decise di trasferirsi, si recò sul piazzale del Soccorso e gettò un grande masso a mare in preda alla collera, promettendo di non tornare più a Ischia. Raggiunse la famiglia a Bona, in Algeria, dove il fratello aveva aperto una sartoria. I Lavitrano divennero un punto di riferimento per la comunità algerina, le doti del musicista vennero immediatamente riconosciute ed apprezzate. Divenne organista della cattedrale di Sant’Agostino e creò una banda tutta sua.

PILATO E CLAUDIA

Si dedicò molto alla composizione di brani per plettro, non tralasciando quelle per organo e pianoforte. Numerose le sue pubblicazioni sia su riviste musicali italiane che straniere. Lavitrano, il cui nome viene naturalizzato nel francese Hyacinthe, è nella parte più feconda della sua vita e della sua carriera. Frequenti i viaggi in Europa – si trovano tracce evidenti del suo passaggio in Spagna e nell’Italia settentrionale – amicizie profonde con compositori del suo tempo, tra i quali Camille Saint-Saëns, che va spesso a trovarlo in Algeria, interventi nel fervente dibattito intellettuale sul ruolo della musica e sulle innovazioni compositive. La parte finale della vita di Giacinto Lavitrano fu segnata dalle difficoltà economiche e dalla malinconia. Non si sposò ed i familiari emigrarono tutti in Francia. La storia racconta che non sia mai tornato a Forio ma che per molti anni inviò al Parroco di San Sebastiano di venerata memoria Mons. Luigi Capuano ed al suo amico e organista Raffaele Capuano un’ opera da lui composta per organo, solisti e coro.

PROVE IN CHIESA DIRETTE DAL MAESTRO REGISTA GAETANO MASCHIO

“La Desolata”, ispirata all’immagine della Madonna Addolorata a cui il musicista era rimasto devoto. La composizione dell’opera, formata da sette brani, è avvenuta nel corso di sette anni, un anno per ogni brano. Le copie di quegli spartiti, su richiesta di Capuano, furono trascritte con certosina pazienza dal M° Cav. Giuseppe Colella ed oggi vengono eseguite dal M° Giuseppe Iacono e dalla Schola Cantorum Lauretana nel giorno dedicato ai Festeggiamenti della Vergine Addolorata. “Gerusalemme ingrata, la colpa sua detesta, quando, dolente e mesta, ti vide ritornare”: l’indifferenza della città per il dolore di una Madre a cui hanno crocifisso il Figlio, probabilmente può essere tradottanella proiezione di una distanza con cui il musicista foriano Giacinto Lavitrano dovette confrontarsi per tutta la vita. (Fonte Ischia.it – Ricordi del M. Giuseppe Iacono).

Fotoricerca e Elaborazione di Giovan Giuseppe Lubrano Fotoreporter

Collaborazione: Gaetano Maschio

antoniolubrano14941@gmail.com

info@ischiamondoblog.com

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