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Il “sì” di Giorgione e l’eterna ombra del caularone bis

di Corrado Roveda

ISCHIA. Meglio essere cauti, perché in politica non c’è nulla di scontato. Eppure sembrerebbe proprio che Giorgio Balestrieri abbia deciso di saltare – per l’ennesima volta – il fosso e passare dalla parte della maggioranza. Fosse davvero così, bisognerebbe capirlo: si sta più comodi sotto l’ala protettrice di Giosi Ferrandino, soprattutto quando mancano una manciata di mesi alle elezioni e, forse, appena qualche settimana all’ufficializzazione delle prime alleanze. 

Il passaggio lo si è avuto nell’ultimo consiglio comunale, benché sia passato sottotraccia per lo scontro, aspro e prolungato nei giorni, tra maggioranza e opposizione su temi di ben altro (e alto) valore per l’opinione pubblica come piscina comunale, scuole, palazzetto. Quel “no” incondizionato e convinto alla proposta dell’opposizione di istituire una commissione d’indagine sugli interventi a piscina e palazzetto – che ha portato in dote il voto, marginale ma utile, di Gennaro Scotti – lascia supporre soprattutto che “Giorgione”, principe di equilibrismo ed ultimo erede isolano del cerchiobottismo di matrice democristiana, stia volutamente sfruttando la natura equivoca del suo ruolo “indipendente” in consiglio comunale per guadagnare credito (leggi anche: voti) tra la cittadinanza senza urtare la suscettibilità degli amici-nemici della maggioranza e, soprattutto, restando fedele al senatore Domenico De Siano. 

Il gioco, va da sé, è efficace perché glielo consentono. Non che tra le fila di Giosi Ferrandino siano impazziti tutti all’improvviso. Il principio è quello della reciproca utilità: il voto di Balestrieri ha rafforzato la posizione in consiglio comunale di Enzo Ferrandino in una fase particolarmente delicata del suo mandato da vicesindaco; al contempo, “Giorgione” può continuare a muoversi tra gli uffici di via Iasolino, gestire le faccende del suo elettorato e, ultimo ma non meno importante, tenere aperto uno spiraglio per un possibile apparentamento in vista delle elezioni di maggio.

Ora i più attenti diranno: ma come, non fu sbattuto fuori dalla maggioranza quando, all’indomani delle Europee, Giosi Ferrandino decise di scrivere la parola fine al famigerato accordo del caularone? Vero, ma solo fino ad un certo punto. Quando, a differenza dei colleghi, Marianna Boccanfuso decise di non rimettere nelle mani del sindaco le deleghe, la frattura tra una delle componenti del centrodestra e la maggioranza sembrò insanabile. Ma nell’equazione non è mai rientrato Giorgio Balestrieri. Nei mesi a seguire, il consigliere comunale ha accettato di essere stato emarginato, almeno agli occhi dell’opinione pubblica, ma non per questo ha smesso di bussare alla porta del sindaco. Si è dichiarato indipendente quando avrebbe avuto maggior senso passare all’opposizione, ad esempio. Oppure non ha mai votato contro alla maggioranza nemmeno quando in aula passavano dispositivi “sensibili” come bilancio e partecipate. Con questo atteggiamento fintamente remissivo ha mantenuto due piedi in una scarpa, perché intanto, ad ogni occasione, ha ripetuto fino alla noia che lui è uomo del centrodestra, che il centrodestra a Ischia è Domenico De Siano e che, di conseguenza, lui si sarebbe candidato con il senatore. 

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Quindi delle due l’una: o la reciproca utilità di cui sopra oppure – e sarebbe lo scenario peggiore – sottotraccia si prepara un caularone bis. Sarebbe un colpo di scena degno del peggior Underwood, ma è meglio prepararsi al peggio.

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