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Il sindacato alla Caremar: superiamo la vertenza con il dialogo

ISCHIA – Il tema “caldo” della Caremar, tiene ancora banco, ed è argomento di discussione sull’isola come in terraferma. Dopo lo sciopero di lunedì che ha visto numerosi disagi creati all’utenza, con quasi tutte le navi ferme al porto, e la vicenda del mancato riconoscimento del referendum messo in atto dai lavoratori, per chiedere l’abrogazione dell’accordo sindacale siglato lo scorso febbraio, parla Gennaro Bottiglieri, Segretario Generale dell’Or.S.A. Marittimi, il Sindacato che da tempo, sta compiendo una battaglia per il riconoscimento dei diritti acquisiti dei lavoratori della Caremar.

 

Segretario, come è andato lo sciopero di lunedì scorso, qual è la sua valutazione?

«Lo sciopero è riuscito perché tutte le navi si sono fermate, c’è solo un episodio un po’ anomalo, e faccio riferimento al mezzo navale “Isola di Procida” che è partita da Capri alla volta di Napoli senza passeggeri, nonostante a bordo vi fossero dei dipendenti che avevano aderito allo sciopero. Inoltre la stessa nave, dopo il cambio turno alle 12.00 è partita da Napoli a Capri, con una tabella di armamento ridotta a 7 unità di equipaggio. Tutta questa storia, è veramente poco chiara ed incomprensibile, in quanto quando su una nave parte dell’equipaggio dichiara di aderire allo sciopero, quella nave resta ferma in banchina e non effettua un viaggio senza passeggeri per raggiungere il porto di destinazione. Così come sono poco chiare questa tabelle che prevedono solo 7 unità di equipaggio. Tabella delle quali noi ignoriamo l’esistenza, e che abbiamo fatto già richiesta di visionare insieme agli atti di bordo, per verificare se sussistono delle irregolarità che saranno prontamente denunciate alle autorità competenti. Su questo versante, infatti, non abbiamo intenzione di indietreggiare neanche di un millimetro. Qualora infatti la regolarità non fosse dimostrata, questi signori, tutti, non hanno fatto altro che interferire con un’azione sindacale, effettuando però non solo un comportamento antisindacale, vanificando lo sciopero di alcuni dipendenti per quel mezzo navale, ma commettendo anche un illecito dal punto di vista giudiziario».

 

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Come risponde alla Caremar che ha dichiarato che l’adesione allo sciopero è stata bassa, con solo 30 dipendenti che hanno aderito, su 128 in servizio?

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«Cosa dovrei rispondere, basta vedere le navi che erano ferme. Il problema che è ogni volta che si fa uno sciopero la Caremar non dichiara che ci sono lavoratori che vengono avvicendati per non farli aderire, o vengono messi a riposo per poi farli lavorare il giorno seguenti o vengono impiegati per riparazioni. Allora bisognerebbe anche dichiarare questo, ed il comportamento che attua la società, nonostante vi è una sentenza di Cassazione che prevede che i lavoratori in una fase di sciopero non devono essere spostati a destra e a manca. La verità che non si “combatte” ad armi pari, quando si attuano questi sistemi. Infatti in questo modo si indebolisce la forza lavoro che aderisce ad un Sindacato».

 

Come valuta, invece, la nota inviata dalla Caremar circa il referendum. La società ha fatto sapere che non riconosce questa consultazione ed ha attaccato anche duramente il suo sindacato.

«La Caremar ha inviato una nota anche a noi, come se fossimo i promotori. Ciò non corrisponde al vero, in quanto il referendum è stato indetto dai lavoratori. Noi siamo stati li sono ad assistere, ma il referendum è stato indetto dai lavoratori regolarmente. Ed è assurdo che non riconoscano, neanche un loro lavoratore da più di 30 anni, chiamandolo sedicente cittadino. C’è infatti un telegramma mandato dall’azienda a questo lavoratore, che intimava lo stesso di imbarcarsi con un contratto a tempo determinato sulla sua unità. Quindi mi chiedo come fanno a dire che non conoscono la persona»

 

Sembra dall’atteggiamento della Caremar che ci sia poca volontà di dialogo, come vi porrete a questo punto?

«Noi chiediamo un dialogo corretto con l’azienda, per non creare un disagio all’utenza. Noi vogliamo serenamente superare questa vertenza sia per l’azienda che per i lavoratori. Credo che sia necessario adesso il buon senso e giungere insieme ad un accordo. Noi non vogliamo più creare disagio all’utenza, e vogliamo anche rilanciare l’azienda, ma questa deve essere predisposta al dialogo. Se questo non accadrà, saremo costretti ad andare avanti con la nostra protesta anche durante l’estate con tutti i disagi che da ciò deriveranno».

 

Dalle parole di Bottiglieri, sembra che vi sia una sorta d’appello al dialogo, chissà se la società questa volta accoglierà questa importante apertura, e per il bene dei lavoratori e degli utenti del trasporto marittimo, metta fine a questa vertenza che sta durando da troppo tempo.

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