ARCHIVIO 2ARCHIVIO 5LE OPINIONIPRIMO PIANO

IL SINDACO D’ISCHIA, I RESTYLING E L’INSOFFERENZA PER LE CRITICHE

Ai turisti che sono abituati a viaggiare per conoscere a fondo l’Europa, potrebbe sembrare strano e paradossale il tormentone scatenatosi sulla nostra piccola Piazza degli Eroi. Soprattutto se la mettessero a confronto con due prestigiose piazze europee che hanno lo stesso nome. Ci riferiamo alla piazza degli Eroi ( Helden Platz) di Vienna, dominata dal Palazzo del Neue Hofburg, dal balcone del quale, il 15 marzo del 1938, Hitler annunciò l’Anschluss ( l’annessione) dell’Austria al Reich Tedesco e a Piazza degli Eroi ( Hasok Tere) di Budapest, al centro della quale campeggia il Monumento del Millennio con la statua dei capi delle 7 tribù che fondarono l’Ungheria nel IX secolo. Ben più modesta la nostra piazza, nella dimensione e nella portata storica. Piazza degli Eroi a Ischia, in origine, si chiamava Piazza del Pino, in quanto circondata dalle pinete e caratterizzata da un pino piantato nel centro. Il Sindaco che aveva fatto costruire la strada che dal Porto arrivava alle soglie della piazza ( inizio di urbanizzazione ed espansione del paese) fu Luigi Mazzella che si era insediato come Sindaco 150 anni fa ( il 25 luglio prossimo cade la ricorrenza) e al quale è intitolata la nota strada di Ischia Ponte. Per questa piccola e modesta piazza di paese è scoppiato quello che è stato definito il “ tormentone d’inverno “ dopo il tormentone estivo del parcheggio ex Jolly. Il dizionario Garzanti dà il seguente significato del sostantivo “ tormentone”: “ cosa noiosa, fastidiosa, opprimente, che viene insistentemente proposto dai media, risultando tediosa e irritante”. Tale giudica il Sindaco Enzo Ferrandino la critica rivolta al restyling di Piazza degli Eroi.

Che il Sindaco d’Ischia abbia un carattere irascibile è cosa nota, anche se nel complesso riveste con serietà e dignità la carica che gli è stata democraticamente attribuita. Solo per una questione di differenza di età, mi permetto di suggerirgli di tenere più da conto i pareri che, sotto svariate forme, arrivano dalla cittadinanza a lui e all’intera amministrazione in carica. Mi riferisco ovviamente ai pareri disinteressati, slegati da gruppi di pressione lobbistica. Mi riferisco a chi non orchestra campagne contra personam, al fine di delegittimare il suo Sindacato. Premesso ciò, non posso che ribadire quanto ho scritto precedentemente sulla necessità di ampie consultazioni preventive prima di progettare e realizzare opere che non sono “ grandi”, ma – diciamo- di media portata che, se funzionano, il loro impatto si avverte a malapena. Il guaio avviene nel caso che non funzionino; allora sì che l’impatto può diventare devastante. Questo è proprio il caso del Parcheggio ex Jolly, la cui utilità – per quanto ci riguarda – non abbiamo mai messo in discussione, ma che andava giustamente monitorata una serie di aspetti collaterali, che avrebbero potuto minarne la validità ed efficacia. E’ vero o non è vero che sono stati apportati aggiustamenti in base ad una serie di rilievi fatti dalla pubblica opinione? E’ vero!  Il buon senso comune raccomandava prudenza nelle quote di escavo con le falde termominerali che non andavano compromesse, raccomandava di mettere in sicurezza un improvvido impianto di giochi per bambini, di eliminare lo sconcio di un’edicola sproporzionata e fuori posto, di installare un riparo di attesa per i cittadini alla fermata degli autobus EAV. Tutto questo mi pare che, alla fine, sia stato fatto proprio dall’amministrazione comunale. Cosa c’entra questo tipo di rilievi con l’atteggiamento di chi – al contrario – ha tentato e ancora tenta di boicottare la struttura del parcheggio con motivazioni inconsistenti, del tipo che l’ammissione agli abbonamenti dei residenti degli altri Comuni isolani sarebbe come dare questa possibilità “ agli stranieri”? Meglio replicare, in maniera mirata, a costoro con i dovuti argomenti anziché sollevare un polverone generalista sui  tormentoni invernali o estivi che siano.

Veniamo a Piazza degli Eroi. E’ mia personale convinzione che un progetto teso al miglioramento del paese non può che partire dall’osservazione storica del modo in cui il luogo, il sito interessato si è andato configurando e stratificando. Nonostante la presenza del più prestigioso bar dell’isola nell’immediata vicinanza alla piazza, questa non ha mai assunto la funzione di “ piazza” intesa come luogo di sosta, incontro, ritrovo per trascorrere un lasso di tempo in compagnia. E’ sempre stato un luogo di transito, di appuntamento veloce, di acquisto giornali,biglietti navi,aliscafi ed autobus, di sosta abusiva di auto e addirittura di autobus turistici in attesa di salita/ discesa turisti. E’ stato luogo anche di appuntamento tra  pusher e tossicodipendenti, di assistiti per disabilità mentali in transito da e per il Centro di Igiene Mentale, ma soprattutto quadrivio per lo smistamento del traffico stradale. Per dirla con l’antropologo francese Marc Augé, Piazza degli Eroi è un “ non luogo” cioè non identitario né relazionale. Stando alle parole di Paolo Ferrandino e del Sindaco la scelta è stata quella di rendere la piazza più frequentabile dai pedoni e più inaccessibile alle auto. L’intenzione ( ottima) di diminuire il traffico veicolare nel Comune con dispositivi vari ( sensi unici, zizì, chiusura centro storico, minizizì) giustificherebbe il progetto di riduzione e spostamento della rotonda e l’ampliamento dei marciapiedi di Piazza degli Eroi. Oltre alla pancia del marciapiedi antistante la cioccolateria, una variante aggiunge una pancia anche al marciapiedi dell’edicola, con asola per il rientro degli autobus in sosta. In altre parole un tentativo di cambiare il volto e la funzione della piazza. E’ qui che, a mio avviso, si commette un errore e bene ha fatto a rimarcarlo la consigliera di opposizione Giustina Mattera. Si parla anche di un progetto di un ristorante-pizzeria ( vedi editoriale di Mizar) che dovrebbe contribuire a rendere “ viva” la piazza. Possibile che non ci si ricordi che, nell’angolo adiacente l’edicola, c’era storicamente un locale del genere? Che ha funzionato anche bene come ristorante-pizzeria ma che non ha mai cambiato il volto e la funzione della piazza? Anche la proposta di Mizar, quella cioè che l’Eni conceda l’area di sua proprietà al titolare dell’edicola consentendogli di arretrare il chiosco, di guadagnare spazio e arricchire ulteriormente la gamma dei servizi offerti al pubblico, appare ottima per l’iniziativa privata e per l’utilità pubblica. Ma anche questa iniziativa non muterebbe la funzione della piazza, che è stata, è e sarà piazza di transito e di servizio, non già piazza di intrattenimento delle persone e di socializzazione. Ma voglio fuoriuscire da quello che il Sindaco ha definito il tormentone del momento. Lasciamo un attimo da parte Piazza degli Eroi e valutiamo il restyling di via Buonocore e, soprattutto, il rifacimento e la funzione dell’ex mercato di via De Rivaz. Premesso che rispetto al degrado, qualsiasi sistemazione e ripristino di decoro urbano, è comunque un passo avanti, non mi pare che la scelta di funzione dell’ex mercato sia la migliore possibile. Sto alle dichiarazioni rilasciate a Teleischia dall’Assessore Spignese, che ha sostenuto che, tenuto conto della storia e del futuro del sito, si è deciso di destinarlo a mercato rionale delle erbe e forse anche del vino locale, con prevalenza di vendita di prodotti a chilometro zero. Conseguentemente a ciò, il progetto ha previsto anche un elemento di decoro estetico ( fioriera?) al centro della piazza interna che toglie ogni possibilità di sfruttamento dello spazio per eventuali manifestazioni ed eventi. In passato al Sindaco Giosi Ferrandino era stata presentata una cospicua raccolta di firme di cittadini della zona che chiedeva di destinare quello spazio non a “ mercato rionale delle erbe” ( obiettivo da sempre di Luciano Venia) né di “ mercato dell’artigianato locale”( obiettivo di alcuni commercianti) bensì di ” centro polivalente a scopo sociale-culturale” ( da destinare soprattutto a giovani sotto forma di associazioni, cooperative, società senza scopo di lucro). L’interrogativo è: quale delle tre funzioni possibili è maggiormente in grado di far “ rivivere” la struttura, di renderla polo di aggregazione sociale, attrattore di turisti, cuore pulsante capace di “ bonificare” una serie di traverse e la stessa via Buonocore fino al mare, inquinate socialmente da un turismo deteriore in una scala di disvalori che vanno dalla maleducazione fino all’illegalità? L’artigianato locale? Il mercato delle erbe? L’uno e l’altro ad una sola condizione, che vengano corredate e arricchite da dimostrazioni dal vivo e dalla possibilità di consumo sul posto. Mi spiego.  Scegliendo il mercato dell’artigianato locale,avrebbe senso solo se nei singoli box assegnati, venissero dimostrate dal vivo lavorazioni tipiche del nostro artigianato. Scegliendo il mercato delle erbe, bisognerebbe organizzare forme di preparazione, cottura, cibo da passeggio, assaggio sul posto. Questo potrebbe incuriosire e attrarre turisti soggiornanti negli alberghi di Ischia. La sola vendita, stante anche la difficoltà di parcheggio immediato e transito delle auto, finirebbe col circoscrivere il raggio di interesse ai soggiornanti proprio in quelle traverse critiche, senza alcun beneficio. Immaginate invece una molteplicità di associazioni che provvedano al mantenimento e cura di tutta la struttura, a fronte dell’assegnazione ed espletamento dello scopo sociale e con l’impegno, a rotazione, di organizzare – nello spazio scoperto centrale – eventi e manifestazioni, in qualsiasi periodo dell’anno, per una maggiore coesione sociale e per creare un’attrattiva permanente per i turisti. Pensiamoci, per un attimo, con serenità e senza sentirsi “ tormentati”. A volte il cittadino normale, e persino i giornalisti e gli opinionisti, ci azzeccano!

 

 

Ads
Ads

Articoli Correlati

0 0 voti
Article Rating
Sottoscrivi
Notificami
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
Visualizza tutti i commenti
Controllare Anche
Chiudi
Pulsante per tornare all'inizio
0
Mi piacerebbe avere i vostri pensieri, per favore commentatex